Coronavirus e turismo: in Toscana chiesto lo stato di calamità

Confcommercio, appello alle autorità: "Siano adottate misure valide a sostenere le aziende in questo periodo". Confesercenti: "Gite scolastiche, 2 milioni in meno di presenze". Cna: "Problemi per la pelletteria"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2020 15:19
Coronavirus e turismo: in Toscana chiesto lo stato di calamità
foto Agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 24 feb. - Confcommercio Toscana e le federazioni regionali del turismo (Confturismo, Federalberghi per le strutture ricettive, Fipe per i pubblici esercizi, Fiavet per le agenzie di viaggio, Faita per i campeggi e Res Casa per le case vacanze) chiedono alle autorità. in virtù dell'eccezionalità della situazione, di "dichiarare lo stato di calamità, adottando misure valide a sostenere le aziende in questo periodo, come la moratoria sui mutui, lo slittamento del pagamento dei tributi e delle rate della rottamazione ter in scadenza il 28 febbraio". In questa fase, infatti, "guardiamo con grande apprensione a quanto sta accadendo per l'emergenza Coronavirus, anche per l'impatto devastante che sta avendo e avra' sulla nostra economia". 

Per l'associazione "le giuste misure di sicurezza imposte dalla necessità di arginare il contagio, aggravate dall'effetto psicosi che si sta scatenando in questi giorni, stanno producendo risultati devastanti per l'unico comparto che anche nella nostra regione sta dimostrando negli ultimi anni di reggere la crisi, sostenendo occupazione e produzione di ricchezza. Uno stop alla crescita del sistema turistico, che vale da solo oltre il 10% del pil toscano, senza contare l'indotto che produce, significa perdere una parte importantissima della nostra economia", scrivono le associazioni di categoria.

In questa fase, aggiungono, "a spaventare di più gli imprenditori è la totale imprevedibilità della situazione, che si evolve con una rapidita' sconcertante. Non possiamo che affidarci a quanto ci dicono le autorità sia per fare previsioni economiche anche nel breve periodo sia per dare indicazioni operative ai nostri associati su come comportarsi in azienda". Gia' in questo primo scorcio del 2020, continuano, "era preoccupante l'assenza dei turisti cinesi, che a fine gennaio avevamo quantificato in una perdita di oltre 123 milioni di euro l'anno nella sola area metropolitana di Firenze. Ma ora si aprono scenari che possono arrivare addirittura al blocco totale dei flussi turistici e degli eventi". (Dire)

La Presidenza regionale di Confesercenti Toscana riunita oggi a Firenze, in merito al coronavirus, raccomanda alle aziende toscane il massimo della collaborazione con le istituzioni e le autorità sanitarie (e il personale di queste che coraggiosamente presidia la prima linea) per contenere l’infezione e favorire il ripristino delle condizioni di normalità, essenziali per l’economia e il turismo.

Confesercenti guarda con preoccupazione alla limitazione degli spostamenti delle persone che penalizza la Toscana in quanto regione di destinazione. Basti per tutti l’esempio del turismo scolastico, le famose “gite” che si svolgono tra marzo e maggio, dove la Toscana è leader con il 18% del totale dei viaggi d’istruzione in Italia, il cui risultato si traduce con circa 2 milioni di presenze. Oppure al peso rappresentato dal turismo cinese insieme a quello lombardo-veneto che rappresentano, sempre per la Toscana, il 15% del totale del periodo febbraio-aprile.

“Questa situazione - ha detto il Presidente regionale di Confesercenti Nico Gronchi - deve trovare pronti interventi istituzionali rivolti al mondo delle imprese - e conseguentemente ai propri dipendenti - con la moratoria di tasse e tributi comunali, la previsione di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione in deroga, misure per il credito a breve.

Dopo il turismo, il primo settore a pagare lo scotto già a ad inizio febbraio con le agenzie di viaggio che hanno iniziato a ricevere disdette per le prenotazioni di viaggi individuali e di gruppo, sia dall’estero verso l’Italia che viceversa, in misura senz’altro più rimarchevole degli annullamenti fisiologici, è la volta della pelletteria.“Molta della componentistica e degli accessori del settore provengono infatti prevalentemente dalla Cina e una volta finite le scorte le imprese dovranno fermare la produzione e molte sono già ferme o hanno rallentato l’attività con turnazioni dei lavoratori concentrati in 3 settimane lavorative anche perché le commesse si sono ridotte di circa il 30%.

Problemi pure sul versante dei fornitori italiani visto che pelle, macchinari, ma anche società di audit specializzate per il comparto hanno sede proprio nell’area del nostro paese attualmente chiusa agli scambi” informa Giacomo Cioni, presidente CNA Firenze Metropolitana.“Sono inoltre in forte aumento le domande di sospensione attività presentate all’Ebret, l’Ente Bilaterale dell'Artigianato Toscano, da cui fanno sapere che nei primi due mesi del 2020 sono già stati erogati 2 milioni di euro per fronteggiare le sospensioni, perlopiù di pelletteria e meccanica, a fronte dei complessivi 7 del biennio 2018-2019.

Non è al momento dato sapere quanto di questa impennata sia collegabile alla chiusura delle frontiere per il Coronavirus, ma la situazione è preoccupante” spiega Tiziana Trillo, coordinatore CNA Federmoda Firenze.“Il Governo è impegnato a predisporre interventi di tutela dei lavoratori, degli autonomi, dei professionisti e delle imprese dei territori colpi dal Coronavirus. Siamo preoccupati per gli effetti dei provvedimenti che saranno assunti per contenere il contagio sull’economia e sulle imprese e ribadiamo l’esigenza di prevedere la sospensione dei versamenti contributivi e di disporre misure straordinarie di supporto al reddito dei lavoratori dipendenti e indennità per artigiani e lavoratori autonomi danneggiati dalla crisi anche fuori dalle aree ‘rosse’ italiane” conclude Cioni.

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