"ChiantiBanca è differente", ma agli addetti ai lavori dispiace

La decisione di domenica scorsa di sfiduciare l'ex presidente Bini Smaghi ha gettato nello sconforto l'ambiente giornalistico e quello bancario, che dimenticano il principio cooperativo delle decisioni prese a maggioranza dell'assemblea dei soci

Nicola
Nicola Novelli
17 maggio 2017 23:01

La mia banca è differente” fu il fortunato slogan lanciato dieci anni fa da una campagna di comunicazione delle banche di credito cooperativo. Ma una volta tanto che una BCC fa davvero qualcosa di differente e tutti si stupiscono e non riescono a comprendere. E’ quanto sta accadendo a ChiantiBanca, che domenica scorsa ha riunito in assemblea i soci all’ObiHall di Firenze, dove la maggioranza ha deciso di voltare le spalle ad un presidente con l’esperienza e le relazioni di Lorenzo Bini Smaghi.

Un’impresa cooperativa decide le proprie strategie in assemblea, dove i soci contano ciascuno per un voto, indipendentemente dal numero di azioni detenute. Domenica 1.519 soci hanno preferito la lista “Fedeltà alla cooperazione”, battendo la lista "Bini Smaghi Presidente", che ha raccolto soltanto 1.118 voti. Di chi è la colpa se la lista di Bini Smaghi è andata in minoranza in assemblea, nonostante che il presidente nominato appena un anno fa, avesse denunciato alla procura della Repubblica di Firenze i suoi predecessori alla vigilia dell’assemblea? I giornali di questi giorni si sbilanciano in congetture che tirano in ballo poteri forti, pressioni politiche, interessi privati.

Si afferma che uno scarto di 400 voti sarebbe modesto e sospetto. Ma si omette di ricordare che alla precedente assemblea, in dicembre, i voti depositati erano stati 3.800. Questo si deve alla decisione di organizzare l’assemblea per la prima volta a Firenze, e non a San Casciano, sede legale della banca, e di non consentire ai soci residenti in altre province (Pisa, Pistoia, Prato e Siena) la partecipazione in video-conferenza. E questo lo ha deciso Bini Smaghi.

Altro aspetto su cui i giornali si interrogano è la contraddittorietà della decisione presa dall'assemblea domenica scorsa di confermare con il voto l’adesione di Chiantibanca alla nuova aggregazione delle BCC in Cassa Centrale Banca e contemporaneamente di sfiduciare la lista del consiglio in carica guidata da Lorenzo Bini Smaghi, che questa adesione aveva proposto. Ma si omette di raccontare che l’ordine del giorno dell’assemblea stabiliva questa sequenza di decisioni e che i portavoce della lista “Fedeltà alla cooperazione” avevano chiesto di invertire l’ordine dei lavori, ma Bini Smaghi non ha acconsentito. Di conseguenza gli oppositori di Bini Smaghi avevano invitato i soci a votare contro l’adesione.

E’ allora che il presidente Bini Smaghi, già in avvio della discussione assembleare, fatta di interventi contingentati a tre minuti a persona, ha deciso l’apertura contemporanea del voto sui candidati al CdA, così che migliaia di soci si sono trovati a dover decidere se recarsi ai seggi, affrontando una lunga coda, raggiungere il buffet preparato per pranzo, oppure restare in assemblea che nel frattempo deliberava sui punti all'ordine del giorno. Il risultato è che al momento del voto di conferma dell'adesione al Gruppo Cassa Banca Centrale nell’auditorium dell’ObiHall c’erano solo poche centinaia di persone. Anche se la registrazione dei soli voti contrari, fa sembrare a verbale che la stragrande maggioranza dei soci fosse favorevole, mentre non era semplicemente presente in sala.

Secondo Bini Smaghi la scelta di ChiantiBanca —terza Bcc più grande d’Italia— di aderire a Cassa Centrale Banca, la holding di Trento che si contrappone a Iccrea, sarebbe una decisione da cui non si può tornare indietro. Quando, durante l’assemblea, Cristiano Iacopozzi, neo-presidente in pectore, è intervenuto per chiedere di rinviare la decisione, o comunque per esprimersi per il no prima di sapere quale sarebbe stato il nuovo CdA, Bini Smaghi ha ribattuto immediatamente che ormai la decisione era presa, mettendo in guardia dalle sue gravi conseguenze.

Se si volesse mollare Trento, ha spiegato, servirebbe un’assemblea straordinaria e soprattutto bisognerebbe rimborsare il bond di ChiantiBanca da 20 milioni sottoscritto da Ccb. Ma ieri Iacopozzi non lo ha escluso: «Valuteremo al momento opportuno le opzioni sul campo». Le assemblee delle Bcc non sono ancora decisive -ha confermato Giulio Magagni, presidente di Iccrea- interpellato a margine dell'esecutivo dell'Abi: "Lo saranno quelle straordinarie che arriveranno dopo che i gruppi avranno fatto l'istanza all'autorità di vigilanza".

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