Tra leggi elettorali e intese civiche, dove va il centrodestra in Toscana?

Il Coordinatore Toccafondi ed i Presidenti Magnolfi e Gambetta fanno il punto anche in vista del varo della nuova legge elettorale toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2014 16:30
Tra leggi elettorali e intese civiche, dove va il centrodestra in Toscana?

«Democrazia interna, senso di responsabilità e appartenenza senza se e senza ma al centrodestra.» Questi i capisaldi che contraddistinguono il Nuovo Centrodestra ribaditi in una conferenza stampa dal Coordinatore regionale - pro tempore - on. Gabriele Toccafondi, dal Presidente del Gruppo regionale NCD Alberto Magnolfi, dal Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti, dal Presidente del Gruppo regionale Più Toscana Antonio Gambetta Vianna e dal Segretario Questore del Consiglio regionale Gianluca Lazzeri. «A differenza della campagna promozionale della Toscana - ha esordito l’On.

Toccafondi - , il NCD non è taroccato ma naturale, vivo, vegeto e pieno di entusiasmo. Tre sono i nostri distintivi: Democrazia interna che per noi significa: primarie, preferenze, circoli ed elezione - ad ogni livello - della classe dirigente del NCD; senso di responsabilità: il NCD è nato per garantire all’Italia - in un momento tanto difficile - un Governo vero, con obiettivi chiari ed un programma serio; netta scelta di campo: con valori, ideali e prospettive del e nel centrodestra. Quindi nelle prossime elezioni noi siamo nel centrodestra senza se e senza ma.

Il NCD non vuol essere un partito di centro né, tantomeno, la stampella del centrosinistra. Il NCD è per un centrodestra che vogliamo diverso, credibile, fortemente unito e coeso. In appena un mese abbiamo riunito il Coordinamento regionale ben quattro volte, molte di più di quelle tenute dal PdL in tutta la sua esistenza. Noi siamo questa diversità!» «In Toscana – ha proseguito il Presidente Magnolfi soffermandosi sulla nuova legge elettorale toscana - sta accadendo qualcosa che ha rilevanza nazionale: a Firenze, nella città del segretario Renzi, e in la Toscana stiamo per approvare una legge elettorale regionale che reintroduce il voto di preferenza. Una nuova legge elettorale nella quale il premio di maggioranza sia davvero di maggioranza ovvero molto contenuto (indicativamente attorno al 10%) ed assegnato ad una coalizione che abbia ottenuto almeno il 45% dei consensi in modo da garantire alla maggioranza 23 seggi e alle opposizioni una consistente rappresentanza (17 seggi).

Anche sulle circoscrizioni, come NCD, abbiamo intrapreso una battaglia per una revisione totale dell’attuale situazione in modo da creare circoscrizioni tra loro omogenee per numero degli aventi diritto al voto (tra i 300 e i 400 mila residenti). Da tutto ciò emerge un dato politico: la maggioranza dei consiglieri di opposizione (NCD, FdI, UDC, Più Toscana-NCD, e parte del Gruppo Misto) sta offrendo alla Toscana una possibilità storica, quella di riconquistare un collegamento virtuoso e diretto tra politica e cittadini.» Dal punto di vista organizzativo Magnolfi ha sottolineato: «In Regione siamo di fatto ormai 6 Consiglieri che si riferiscono al NCD.

Con gli amici di Più Toscana-NCD abbiamo siglato un patto che regola tutti gli aspetti dell’attività in comune, in attesa di una prossima fusione dei due gruppi, che si perfezionerà appena chiarite alcune questioni di carattere puramente burocratico. Già da oggi lavoriamo come un unico Gruppo.» Concludendo il Presidente del Gruppo regionale Più Toscana-NCD Gambetta Vianna ha ribadito: «Più Toscana ha aderito da subito al progetto politico del NCD perché riteniamo che il centrodestra non debba essere, come in passato, estremista e verticista.

A Roma l’On. Alfano ha aperto le porte del movimento anche a chi non era del PdL e noi abbiamo risposto convintamente all’appello. Con questa nostra specificità siamo entrati a far parte del Coordinamento regionale e riteniamo di poter costituire un valore aggiunto in quanto tanti elettori che erano all’esterno del PdL oggi possono, attraverso noi, venire a far parte integrante del centrodestra.»

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