Riforma dei Consorzi di Bonifica, è ancora un buon servizio per il territorio?

“Un paio di considerazioni nel merito della Riforma dei Consorzi Toscani, lasciando agli organismi competenti l’individuazione di eventuali responsabilità per una vicenda assolutamente circoscritta ed invitando tutti ad un confronto più equilibrato”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 dicembre 2013 15:46
Riforma dei Consorzi di Bonifica, è ancora un buon servizio per il territorio?

“Un paio di considerazioni nel merito della Riforma dei Consorzi Toscani, lasciando agli organismi competenti l’individuazione di eventuali responsabilità per una vicenda assolutamente circoscritta ed invitando tutti ad un confronto più equilibrato” inizia così l’intervento di Massimo Gargano, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), in relazione alla recente tornata elettorale, prevista dalla nuova legge regionale di settore. “Il primo invito – prosegue Gargano - è a non sposare l’italico difetto di fare di tutta l’erba un fascio: vale a dire che non si può mettere in discussione un’ottima legge regionale per una vicenda meramente locale.

Il pericolo è di rallentare l’operatività (dei Consorzi di bonifica), che dimostrano concreta efficienza soprattutto in un territorio, come quello toscano, di cui recenti eventi meteo hanno confermato l’alta criticità idrogeologica; proprio in tali frangenti, è stata unanimemente riconosciuta l’operatività anche solidale del mondo della Bonifica, di fronte all’eccezionalità di fenomeni climatici, la cui violenza presenta aspetti di assoluta novità. Solo tale efficienza, sussidiaria alle difficoltà altresì dimostrate dall’intervento pubblico, ha convinto la Regione Toscana ad affidare l’intero territorio regionale alla competenza dei Consorzi.

La seconda considerazione – insiste il Presidente A.N.B.I. - riguarda le polemiche i costi della tornata elettorali. Ricordo che il principio di sussidiarietà, cui si rifanno i Consorzi di bonifica, è affermato dalla Costituzione e richiesto dall’Unione Europea. L’obiettivo – conclude Gargano - deve perciò essere quello di aumentare la sensibilità alla partecipazione, semplificando le procedure e magari, come già altrove, abbinando le elezioni consortili ad altra tornata elettorale; non può certo essere quello di mettere in discussione un istituto democratico, fondamento di un rapporto quanto mai diretto fra organismi amministrativi e consorziati, protagonisti di un’esperienza di autogoverno del territorio, presa a modello nel mondo.”

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