Banche non case da gioco: la tutela del risparmiatore

Le ricette per un rapporto più corretto tra clienti e banche, in un convegno con il Sottosegretario Baretta, il Vicedirettore Consob D’Agostino, il segretario generale Fiba Romani, gli Assessori Allocca e Bugli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2013 22:58
Banche non case da gioco: la tutela del risparmiatore

Ristabilire un rapporto più corretto con i risparmiatori, riportare le banche al loro primo e fondamentale compito, quello di dare sicurezza ai propri clienti e offrire credito per far crescere l’economia e la società di un territorio. E questo ciò di cui ha bisogno il sistema del credito italiano e toscano in particolare, stravolto dall’ubriacatura finanziaria che ha portato alla peggiore crisi dal 1929 e trasformato troppo spesso le banche in case da gioco. Sono gli obiettivi che si è data la Fiba (il sindacato lavoratori bancari e assicurativi Cisl), della Toscana, organizzando il convegno “Banche non case da gioco, la tutela del risparmiatore” in programma venerdì prossimo, 4 ottobre, a Firenze (ore 9-13, sala delle feste, via Cavour 18), con il patrocinio di Regione Toscana e Fondazione culturale Responsabilità Etica. Ai lavori parteciperanno, tra gli altri, il Sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, il Vicedirettore della Consob Giuseppe D’Agostino, gli Assessori regionali Salvatore Allocca e Vittorio Bugli, il responsabile dell’Osservatorio del credito Riccardo Colombani, Mauro Meggiolaro della Fondazione Banca Etica. I lavori saranno chiusi dall’intervento del segretario generale nazionale della Fiba-Cisl Giulio Romani. “Dobbiamo tornare a separare le banche d’affari dalle banche ordinarie, capaci, com’era prima, di tutelare il risparmio e promuovere il territorio –dice il segretario della Fiba Toscana, Stefano Biondi- e non possiamo aspettare che ciò avvenga come conseguenza di una improbabile grande riforma dei mercati internazionali.

Ci sono ricette molto più piccole, ma concrete ed efficaci, che possono essere messe in campo subito. Occorre però trovare una volontà condivisa tra istituzioni, risparmiatori e imprese, organizzazioni dei lavoratori. L’interesse dei clienti è anche l’interesse dei lavoratori, perché se questo distorto modo di fare banca mette in crisi i risparmiatori e fa morire le imprese del territorio, sarà difficile anche difendere l’occupazione e le condizioni di lavoro dei bancari.”

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