Le imprese toscane in crisi di liquidità investono sempre meno

Il direttore della Confcommercio Toscana, Andrea Nardin "troppe tasse, abbiamo bisogno di ossigeno". Aumento Irap: esentate le aziende del settore costruzioni. Oggi la manifestazione a Piombino in difesa della Lucchini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2012 19:40
Le imprese toscane in crisi di liquidità investono sempre meno

“Sappiamo di essere nell’occhio del ciclone, dobbiamo tener ferma la barra del timone sugli obiettivi di sviluppo e crescita ma, nello stesso tempo, tener d’occhio la tenuta sociale. Lo stiamo facendo fin dall’inizio della crisi e possiamo rassicurare il mondo imprenditoriale toscano sul fatto che nemmeno i tagli delle risorse ci hanno fatto desistere. Sia pure con crescenti difficoltà, abbiamo mantenuto in piedi tutti gli interventi per le imprese e per l’occupazione e lo faremo anche per il futuro”. L’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini commenta così l’indagine di Unioncamere e Ance – presentata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati – che per il primo semestre 2012 mette in luce una situazione ancora critica per il settore dell’edilizia, dove il 59,7% delle imprese ha accusato una flessione della propria attività, con ricadute negative sull’occupazione e la propensione agli investimenti.

“Una crisi – commenta – purtroppo acuita dai tagli e dalla manovra del governo che blocca la spesa pubblica, deprime i consumi e il mercato delle abitazioni”. Le previsioni non sono ottimistiche per questo la Regione sta mettendo in campo nuovi strumenti che si affiancano a quelli già esistenti, sia sul fronte del credito che del sostegno agli investimenti. Il pacchetto emergenza economia ha consentito di offrire garanzie a oltre 300 imprese edili per investimenti e a quasi 700 per liquidità.

E’ stato inoltre attivato un tavolo regionale per fare il punto della crisi del settore. Un altro strumento importante, cita l’assessore, è quello per favorire i processi di integrazione fra imprese, per ovviare alle piccole dimensioni e aumentarne la competitività, mentre particolare attenzione viene posta all’innovazione e formazione di lavoratori e imprenditori, essenziale per consentire anche alle piccole imprese artigiane di coniugare qualità e modernità. “Nella proposta di bilancio 2013 appena approvata dalla giunta – ha aggiunto Simoncini – abbiamo voluto esentare anche il settore delle costruzioni dall’aumento previsto dell’Irap, mentre la nuova legge per la competitività prevede sgravi fiscali per le aziende che assumono lavoratori in mobilità o con certificazione ambientale e sociale.

Per le imprese che vantano crediti con le amministrazioni pubbliche, altro punto critico del settore, è stato siglato un protocollo con le banche per consentire a queste imprese di ottenere un anticipo a tassi agevolati in attesa che vengano fatti i pagamenti”. Proprio sulla questione dell'Irap e del sistema di tassazione alle imprese è intervenuta la Confcommercio Toscana commentando i dati dell'indagine congiunturale della Banca d'Italia sull'economia regionale. “Le imprese toscane rischiano di rimanere senza ossigeno e di non riuscire più ad avere la liquidità necessaria per far fronte a questa fase di crisi economica, caratterizzata da una generale riduzione dei consumi.

Se non si riesce ad invertire la tendenza in corso e ad individuare misure di sostegno, in settori come il commercio e il turismo si potrebbe assistere ad un incremento del numero delle cessazioni d'impresa, con tutto quello che ne consegue sotto il profilo occupazionale”. E' il commento del direttore di Confcommercio Toscana, Andrea Nardin, dopo la diffusione dell'indagine congiunturale della Banca d'Italia sull'economia regionale, presentata oggi a Firenze. “Nel primo semestre 2012, secondo l'analisi, il credito erogato alle imprese in Toscana è calato del 5,4%, mentre quasi la metà delle imprese intervistate da Bankitalia ha denunciato un calo del fatturato – prosegue Nardin – e un terzo circa prevede di ridurre le spese per investimenti, peraltro già fortemente compressi.

Dati che dimostrano che la crisi è tutt'altro che finita. Bisogna assolutamente individuare misure idonee e riaprire le porte del credito alle imprese e ridurre quegli oneri fiscali che invece continuano ad aumentare. Come Confcommercio ci siamo già battuti anche a livello regionale per evitare che l'Irap non venisse aumentata e ci siamo riusciti solo parzialmente. Ma qui ogni giorno è una nuova battaglia: Irpef, tasse di soggiorno, Imu, una selva di imposizioni a cui le aziende non riescono più a far fronte”. Intanto sul fronte siderurgico oggi per le strade della città di Piombino sono scesi in piazza lavoratori ma anche rappresentanti del mondo politico e tanti ragazzi in difesa della fabbrica Lucchini, la stessa per cui il presidente Enrico Rossi ha convocato per il 3 dicembre una riunione del tavolo regionale.

“Questa è la manifestazione più grande che ci sia mai stata a Piombino negli ultimi vent'anni. L’intera comunità sta sfilando per dare solidarietà ai lavoratori del polo siderurgico. La presenza di tanti giovani e studenti, degli artigiani e dei commercianti dimostra quanto sia sentito il problema. Il fiume di persone che ha attraversato la città non può restare inascoltato. Questa imponente partecipazione è un importante segnale. Queste fabbriche rappresentano un patrimonio industriale e sono una risorsa che da dignità e lavoro a oltre 5.000 famiglie” ha detto la deputata democratica Silvia Velo .

E lo stesso Simoncini era presente alla mobilitazione a Piombino a sostegno dei lavoratori. “Per la Regione – ha detto Simoncini – la lotta per la Lucchini e per il futuro produttivo di Piombino è una vera e propria cartina al tornasole per l’impegno in difesa dell’occupazione e dello sviluppo. E’ una grande questione nazionale e un tema al centro della nostra azione. Sono qui non solo per manifestare il sostegno e la solidarietà della Regione ai lavoratori e alla città, ma per confermare un impegno che continuerà senza sosta”. Simoncini ha ricordato nel suo intervento le iniziative già assunte dall’Amministrazione regionale: dalla richiesta al Governo di riconoscere quella di Piombino come area di crisi, agli interventi a favore dell’indotto, fino a quelli per i contratti di solidarietà a favore dei lavoratori di Lucchini e Magona. “La situazione attuale di stallo va superata – ha proseguito – altrimenti la Lucchini finirà in un vicolo cieco.

Occorre individuare un soggetto in grado di garantire un futuro industriale all’azienda. Piombino e la Toscana faranno fino in fondo la loro parte, ma questa è una questione per la quale il Governo nazionale deve mettere in campo tutto il suo peso”.

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