Tutti i colori del Calcio Storico: i Verdi

Intervista a Roberto Torrini. Dopo 26 anni di gioco nel Calcio Storico - esordio a diciotto anni - è ora l'attuale presidente dei Verdi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2012 22:02
Tutti i colori del Calcio Storico: i Verdi

Quando arriviamo al campo dei Verdi le fiamme della griglia sono alte, e mentre qualcuno si preoccupa di sorvegliarle per la grigliata finale, i Calcianti, che erano fuori per fare fiato, si uniscono di corsa a quelli già in campo. S’iniziano a provare schemi e passaggi; ogni tanto si sente la voce inconfondibile di Gianluca Lapi che tiene allegri e vispi i ragazzi. Roberto Torrini, che andremo ad intervistare, dopo ventisei anni di gioco nel Calcio Storico, esordio a diciotto anni, è ora l’attuale presidente dei Verdi.

Roberto arriva a bordo della sua panda, scende, saluta amici e tifosi, e dopo averci stretto la mano ci fa accomodare al primo piano della palazzina che sorge sopra gli spogliatoi. È così che inizia la nostra intervista. L’edizione dell’anno scorso è stata quella delle nuove regole che, per quanto percepito da fuori, hanno garantito il normale svolgimento del Torneo, vorremmo sapere cosa ne pensa chi è più vicino ai Calcianti? Le regole annunciate nel 2011 non sono state applicate, almeno non del tutto, e ti spiego il perché: ci sono state solo due squalifiche per scorrettezze, una per un Calciante Azzurro ed una per il Capitano dei Verdi, determinate dal referto arbitrale, il Comune aveva garantito un servizio di riprese video e di addetti con auricolari che avrebbero monitorato lo svolgimento della partita, il materiale poi sarebbe stato vagliato da un commissione disciplinare, che avrebbe deciso le eventuali squalifiche, questo però non è stato fatto.

Le uniche riprese sono quelle della Questura, alla fine il Comune può ringraziare i Calcianti che hanno rispettato, anche se in parte, le regole, dando un contributo fondamentale perché il Torneo non degenerasse. Di questo il presidente del Calcio Storico Pierguidi si è scusato ammettendo la grave mancanza. Come giudichi l’operato dell’Amministrazione Comunale, in genere, sappiamo che ha garantito campi di allenamento dotati di luce artificiale, ed ha affidato la presidenza del Torneo delle Vecchie Glorie, oltre ad altre iniziative, allo scrittore Uberto Bini? Il Presidente Pierguidi, a parte la questione delle riprese, si è dato da fare positivamente mantenendo i contatti con tutti i Colori, una figura presente. Il Calcio Storico deve molto della sua popolarità a Calcianti fortissimi che anche in tempi recenti, hanno saputo condurre i compagni alla vittoria ed accendere la fantasia dei tifosi.

Quali sono i Calcianti del presente e dell’immediato futuro che possono raccogliere il testimone dei più forti? Per la Parte Verde in quest’ottica vedo Giano Lenzi, per i Bianchi Marino Vieri è un trascinatore, dei Rossi Biagio Cingolani, non so se quest’anno giocherà, ma comunque è un elemento importante che ha giocato per molti anni, degli Azzurri, ci sono diversi ragazzi, ma come personaggio carismatico il figlio di Gabriele “Zena”, Manuele Ceccarelli, Le squadre di Calcio Storico sono formate per lo più da atleti che provengono dagli sport di contatto e dal rugby, ma quali sono le doti che deve avere un Calciante e quanti anni occorre per affinarle? Sì, le basi sono lotta, pugilato e rugby e quest’ultimi, essendo abituati al contatto duro, sono avvantaggiati, gli Azzurri sono forti perché lo zoccolo duro, il 50% della squadra, è composto di rugbisti di serie A, tuttavia anche dal calcio vengono giocatori interessanti soprattutto nel ruolo di attaccanti e portatori di palla, noi abbiamo il Birghillotti che tutt’ora gioca in seria A serie o serie B di calcetto, anche nei Rossi ci sono dei giocatori di calcio. Ci vogliono quattro o cinque anni per diventare un Calciante, per entrare in campo, avere la disinvoltura e non farsi prendere dalla confusione in mezzo a cinquantaquattro Calcianti.

Il Calciante perfetto è quello che sa picchiare, ma anche giocare, Gianluca - Lapi - come Gabriele Zena, sapevano picchiare e non avevano paura di niente, ma entrambi sapevano anche giocare. In questi ultimi anni le televisioni, anche d’oltreoceano, il documentario - Firenze Fight club - ed il cinema - il film Calcianti - si sono avvicinati al fenomeno Calcio Storico. Giudichi quest’interesse positivo per il Calcio Storico oppure no? Questo interesse sarebbe una cosa positiva se coinvolgesse la gente che c’è dentro al Calcio Storico, a me, che sono dal 1981 nel Calcio Storico, non hanno chiesto mai nulla, e neanche a vicepresidente che c’è da più anni di me, comunque nei film, ed in particolare a quello del Ceccherini, non hanno dato una bell’immagine dei Calcianti. Quando Zeffirelli nel ’90 girò i filmati per il mondiale coinvolse personaggi veri del Calcio Storico, a proposito di iniziative ricordo il 1978 in America e il 1982 in Spagna dove fu giocata una partita Verdi - Bianchi, a squadre miste. Negli anni ‘90 avete aperto un ciclo molto positivo che vi ha portato a vincere il torneo del 1996 ed a perdere diverse finali per un soffio con gli Azzurri.

Questo ciclo è da considerarsi in rinnovamento, da rifondare? Anche da metà degli anni ’80, comunque lo zoccolo duro di quando si vinse il Torneo è finito, e questa è stata la nostra sfortuna, nel 2011, visto che era tanto tempo che non si giocava, abbiamo fatto una scelta di rinnovamento facendo esordire sedici ragazzi fra i diciotto ed i ventisei anni, per vedere se fra questi nascono quattro o cinque Calcianti, quest’anno faremo esordire quattro o cinque elementi che vengono dal rugby. Nelle vostre fila militano due grandi Calcianti.

Gianluca Lapi e Giano Lenzi. Puoi dirci, se ci sono delle similitudini fra loro e se quest’anno li vedremo giocare insieme? Penso che giocheranno, stasera sono ad allenarsi tutti e due, come similitudini ce ne sono diverse, sono entrambi persone serie, fisicamente molto forti e che vengono dal pugilato con ottimi risultati, Giano Lenzi è arrivato a combattere con Cammarelle, perdendo… ma insomma ci hanno perso in diversi. Caratterialmente Giano Lenzi è più schivo, Gianluca è sempre stato più un amicone di tutti: Verdi, Rossi, gialli, poi in campo è un’altra cosa. Lapi, per quello che ha fatto è uno dei giocatori più forti del Calcio Storico, sono decine le cacce al suo attivo, Lenzi è a quel livello? Gianluca come gioco è più forte, Giano è stato fermo sei anni e questo è un gioco che ha bisogno, come tutti i giochi, di continuità: come un pugile che fa un incontro l’anno, comunque può ancora crescere ha ancora dieci anni di carriera.

Gianluca io lo posso paragonare a Gabriele “Zena”, anche più forte e non lo dico solo io, secondo me se avesse giocato negli Azzurri, che come gruppo erano più forte di noi nonostante perdevamo di mezza caccia, avrebbe fatto dieci cacce a partita, ne faceva tre o quattro con noi. Hai giocato a Calcio Storico per ventisei anni, saranno molti i ricordi, vuoi rivelarne uno particolarmente gradito? Anche più di uno. A parte la partita della vittoria del 1996, che giocai tutto fasciato per due costole incrinate per uno scontro nella semifinale precedente, la storica partita del 1984 in Piazza del Carmine con i Bianchi, li battemmo in casa loro dopo cinquantacinque anni, lo zoccolo duro dei Verdi nasce con quella partita. L’intervista è finita, Torrini ci mostra il resto del primo piano della palazzina, alle pareti appese foto storiche raffiguranti volti da far tremare i polsi ed anche qualcos’altro e poi ci sono anche un biliardino, un tavolo, delle sedie, per giocare e ritrovarsi parlando delle partite passate e di quelle che verranno, il Calcio Storico è questo: passione, condivisione, magari davanti ad una bella grigliata. di Massimo Capitani

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