Teatro Politeama: Forse col tempo conoscendoci peggio

Viaggio Terra e ritorno con Ennio Flaiano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 febbraio 2012 16:08
Teatro Politeama: Forse col tempo conoscendoci peggio

E' appena trascorso il centenario della nascita di Ennio Flaiano eppure i suoi scritti mostrano ancora i segni della malinconica e profetica vitalità che l'autore vi aveva con ironica pigrizia sversato dentro. Lo spettacolo che andrà in scena il 28 febbraio al ridotto del teatro Politeama di Prato nell'ambito della rassegna MUSIC LAB 2012 è un concerto di parola e musica ispirato allo scritto forse più curioso di Flaiano, UN MARZIANO A ROMA, un piccolo e fulminante racconto del 1954 (del quale esiste anche una versione in forma di piece teatrale).

E' un racconto visionario, costruito con la leggerezza di un avanspettacolo malinconico e la profondità di una riflessione antropologica. La patetica discesa del dottor KUNT (appunto il marziano) nell'inferno dell'indifferenza, ci parla di noi, racconta metaforicamente la tragedia buffa di un'Italia che cresce senza mai diventare grande, che cambia per rimanere sempre uguale. Ma nella sua lucida "visionarietà" il racconto è una critica neanche troppo velata, ad una modernità che allora (e si parla di diversi anni fa) gli intellettuali e gli studiosi più accorti avvertivano già come qualcosa che nella sua sempre più devastante accellerazione non avrebbe portato alla felicità e a quel benessere agognato dagli esseri umani ma anzi avrebbe creato nuovi problemi e sollevato altre domande.

Flaiano non era certo un conservatore, ma nei suoi scritti traspare chiaramente potremmo dire un "saggio" antimodernismo, un pensiero che non nega la modernità, ma che la sottopone ad un attento esame critico perchè essa sia posta veramente a servizio del'umanità piuttosto che l'umanità a servizio di essa. L'umanità potrà viaggiare nello spazio,abitare nuovi pianeti, ricevere visite da alieni con la speranza di rendere "tutto più semplice", ma dovrà comunque fare i conti con se stessa, con il problema della morte: "Gli abitanti di Saturno -scrive Flaiano- si credono immortali e quando uno muore dicono che ha sbagliato".

Concerto di parola e musica dicevamo che ha per protagonista l'attore MICHELE CARLI, accompagnato al piano da FRANCESCA CAPONI, musiche originali di GERMANO MAZZOCCHETTI, ideazione e regia di GIANCARLO SAMMARTANO. TEATRO POLITEAMA RIDOTTO a PRATO, MARTEDI' 28 FEBBRAIO ORE 21.15. INFO: TEATRO@POLITEAMAPRATESE.COM

Notizie correlate
In evidenza