A casa 37 lavoratori

Il Maggio Musicale Fiorentino manda a casa 37 lavoratori:si tratta del personale di sala che a settembre non rientrerà più in servizio. Lo si apprende da una nota diffusa dagli stessi lavoratori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2011 19:53
A casa 37 lavoratori

Firenze - “Doveva essere l’ultimo spettacolo della stagione, prima di salutarsi per tornare a settembre. Come ogni anno, in attesa di vedersi rinnovare il proprio contratto. E invece l’ultima recita del 'Cappello di paglia' in programma per stasera al Teatro Comunale di Firenze sarà davvero l’ultimo spettacolo: cioè, l’ultima chiamata al lavoro per 37 lavoratori stagionali con contratti a prestazione che a settembre non rientreranno più nell’organico della Fondazione del Maggio musicale fiorentino (alcune maschere lavorano qui da 15 anni)”.

Questo è quanto si apprende da una nota diffusa dai lavoratori stessi. “Prime vittime di quella politica di ristrutturazione di personale che la Direzione di questa Fondazione ha intenzione di portare avanti nell’obiettivo di un risparmio le proprie casse”, si legge nella nota. Così una rappresentanza del personale di sala, a seguito di un colloquio tenutosi questa mattina con il direttore delle risorse umane della Fondazione Vincenzo Caldo, riassume la posizione del reparto: «A tre giorni dalla scadenza del nostro contratto e solo dopo ripetute richieste da parte nostra è stato comunicato che l’intero reparto del personale di sala (37 persone) non sarà richiamato a settembre.

La Direzione ha anche valutato che non fossimo degni di alcuna comunicazione. Il loro silenzio equivaleva a una risposta. Le motivazioni, alquanto vaghe, che ci sono state fornite sono sia di natura economica (un presunto e non dimostrato risparmio), sia di natura “politica”: la decisione sarebbe stata presa dal Cda durante l’ultima riunione (28 giugno), i cui verbali non sono accessibili. Da oggi inizia per il nostro reparto una battaglia per difendere i nostri diritti, la nostra dignità e il nostro posto di lavoro.

Speriamo di ricevere sostegno e solidarietà, anche in considerazione che si tratta dell’ennesima clamorosa conferma della linea di condotta che questa dirigenza intende tenere nei confronti dei lavoratori»

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