Il web da solo non basta: intervista a Mauro Romanelli

Dalla tavola rotonda "Strategie di informazione in giornali, riviste e blog on line per lo sviluppo multimediale della cultura digitale"- Mauro Romanelli, consigliere regionale Federazione della Sinistra e Verdi, parla di comunicazione politica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2011 13:26
Il web da solo non basta: intervista a Mauro Romanelli

di Lucia Nappi Firenze- “Facebook è utile se è utilizzato come supporto, da solo non è assolutamente sufficiente e non può sostituire il contatto fisico con le persone” è la ricetta che Mauro Romanelli, consigliere regionale Federazione della Sinistra e Verdi, individua per una efficace comunicazione politica ai tempi di internet. Romanelli è intervenuto nell’ambito del workshop "Intelligenza strategica: per lo sviluppo della società della conoscenza", che durante la tavola rotonda del pomeriggio ha trattato i temi dell’informazione sul web. Cosa ha cambiato facebook nella comunicazione politica? E’ un concetto un po’ complesso, all'inizio infatti si assiste ad una forma di ubriacatura.

Il poter raggiungere molte persone, con poca spesa, dà la sensazione di aver superato certe barriere. Facebook è un elemento molto democratico e noi siamo un partito piccolo con poco potere, quindi il poter raggiungere molte persone con poche risorse è un fatto che abbatte le barriere e come tale è un fattore democratico. E’ uno dei pochi strumenti di comunicazione di massa che è economicamente accessibile anche per chi non dispone di risorse. Inizialmente si avverte l'idea che con facebook si possa fare un grande cambiamento, successivamente ci si accorge accorgi che è uno strumento che da solo non è assolutamente sufficiente per far modificare un convincimento o per coinvolgere le persone.

Rimane quindi un elemento di supporto alla comunicazione politica, ma che non è possibile sostituirlo con il volantinaggio e le assemblee con i contatti fisici ed è sbagliato illudersi che possa da solo bastare. Inoltre utilizzando facebook, come vettore di comunicazione politica, la problematica è sulla maniera in cui si attrae l'attenzione. I contatti sono numerosi, ma altrettanti contatti gli hanno anche gli altri esponenti politici. Quindi rispetto ad una politica che è fatta in modo più complesso con facebook si deve imparare a utilizzare parole che colpiscano l’attenzione, che attraggano e allo stesso tempo ad essere molto sintetico.

E’ importante anche l’uso di un’immagine che colpisce perché è provocatoria o a che attira semplicemente. Facebook bisogna imparare a usarlo in maniera efficace perché all’inizio si può tendere a buttarsi un po’ su tutto e condividere con le altre persone, ma in realtà non è così perché non c'e un feedback immediato di ritorno. E’ un lavoro in itinere, noi facciamo una politica molto artigianale, quindi è un lavoro di riflessione che si fa empiricamente cercando di capire le cose che servono.

Su questo siamo sempre in ricerca non è che siamo arrivati”. Mi spieghi meglio, in quale direzione vi state muovendo? E’ necessaria coerenza tra contenitore e contenuto, soprattutto riferito ai media commerciali come facebook e yahoo. Questi sono grandi multinazionali che passano pubblicità di brand globali, il tipo di linguaggio è usato è abbreviato, commerciale e immediato, quindi volendo far passare valori o temi di approfondimento e di critica il contenitore modifica anche il contenuto.

Il meta contenuto, direbbero i sociologi, poiché sei su un linguaggio e un contenitore che ti porta in una certa direzione, è come giocare fuori casa. Quindi veicolare alcuni valori su facebook non è possibile. Per fortuna nel web esistono altri blog e siti che non sono omologati all'immagine delle multinazionali, in questo senso sono una ricchezza perché impediscono di stare su un unico terreno omologato, che ti porterebbe in una sola direzione. Sarebbe come trovarsi su una nave che va verso l'omologazione dei linguaggi semplificati.

Di quali altre forme di comunicazione sul web vi avvalete come partito? “Ci avvaliamo di newsletter, che inviamo con regolarità con argomentazioni inerenti sia a temi generali, sia a argomenti specifici quindi utilizzando indirizzari mirati. Ad esempio quando abbiamo parlato di temi monografici come la laicità, le energie alternative, i diritti degli animali. Inoltre utilizziamo le newsletter anche come notiziario generale per comunicare le attività che facciamo e gli appuntamenti.

Abbiamo inoltre un sito molto, tradizionale e non interattivo, semplice ed economico e poi lavoriamo comunque su facebook, non ancora come partito ma a livello individuale condividendo tuttavia gli argomenti fra di noi”. Come cambia la comunicazione durante il periodo elettorale? “Durante le elezioni la comunicazione è duplicata. Per le elezioni regionali abbiamo lavorato molto alla diffusione del simbolo grafico perché era un simbolo in accordo fra i verdi e la sinistra di rifondazione, si trattava quindi di un elemento nuovo.

E’ stato molto importante intervenire sull’aspetto visivo per far conoscere il simbolo ad esempio pubblicando su face book, anziché la foto del candidato, l’immagine del simbolo. Abbiamo creato gruppi su temi specifici in facebook, con discussioni di settore, abbiamo poi collegato il tema con il simbolo da far conoscere. Inoltre è stato importante intensificare il lavoro di newsletter con nuovi indirizzari. Comunque la fase elettorale non può escludere la comunicazione attraverso i media tradizionali come televisioni e radio, ma anche molto volantinaggio porta a porta e nelle piazze”.

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