Antica Sartoria Teatrale a Firenze: solidarietà alla notizia della chiusura

Numerose le reazioni da parte del mondo dello spettacolo

Antonio
Antonio Lenoci
16 gennaio 2018 13:56
Antica Sartoria Teatrale a Firenze: solidarietà alla notizia della chiusura

Ha suscitato interesse e dispiacere la notizia dell'imminente chiusura della Sartoria Teatrale Fiorentina di piazza Duomo, cuore storico del capoluogo toscano. L'articolo pubblicato da Nove da Firenze è rimbalzato nel web, condiviso da registi ed attori oltre agli addetti ai lavori, producendo numerosi attestati di solidarietà rilanciati con la condivisione del post e con i commenti ma giunti anche telefonicamente al titolare in procinto di traslocare poiché sotto sfratto esecutivo.L'attenzione sulla vicenda si riaccende anche in Palazzo Vecchio dove la consigliera comunale Cristina Scaletti commenta "Firenze perde l’Antica Sartoria Teatrale Fiorentina con buona pace delle promesse dell’Amministrazione comunale che aveva tra i propositi del regolamento Unesco e delle azioni politiche quello di mantenere l’identità e evitare le chiusure degli esercizi storici e delle attività artigianali.

Tutte parole".

"Apprendo - commenta Scaletti - da un’intervista di Massimo Poli alla testata web “Nove da Firenze” che l’interlocuzione fra lo stesso Poli, titolare della Sartoria Teatrale Fiorentina e l’amministrazione comunale, nella persona dell’assessore Del Re, non ha dato risultati concreti e che quindi la Sartoria Teatrale dovrà chiudere la sua attività a Firenze, essendo da tempo sotto sfratto esecutivo. Avevo portato la vicenda in consiglio comunale la scorsa settimana e conseguentemente l’amministrazione comunale si era impegnata a trovare una soluzione per non perdere questo patrimonio di artigianato storico e di cultura che la Sartoria rappresenta".

Nata 150 anni fa la Sartoria Teatrale Fiorentina è la sartoria artigianale più antica di Firenze e dal 1860 fornisce al teatro, al mondo dello spettacolo, alle rievocazioni storiche e a tutti gli eventi eccezionali che si svolgono in città creazioni sartoriali di alta qualità; come ad esempio fu nel dopo alluvione del 1966 quando la Sartoria a sue spese rifece gli abiti dei calcianti del Calcio Storico Fiorentino.

Scaletti commenta inoltre "Evidentemente Firenze non ha saputo portare soluzioni a differenza di Pisa dove con ogni probabilità verrà accolta la prestigiosa attività artigianale. E Firenze è sempre più povera. C’è da chiedersi, a questo proposito, se il regolamento Unesco recentemente approvato sia davvero uno strumento efficace, visto che continuano a sparire in città negozi e attività tipiche e storiche. Con un Question Time al prossimo consiglio comunale, chiederemo all’amministrazione quante ne siano già sparite dall’entrata in vigore del regolamento Unesco, e, invece, quante attività di generi alimentari abbiano aperto i battenti, di fatto cambiando e non certo in meglio il volto della città e la sua identità. Su questo, oltre che un intervento concreto verso quest’ultimo caso della Sartoria, chiediamo una riflessione seria e interventi concreti da parte dell’amministrazione che non può starsene a guardare mentre la città, giorno dopo giorno, cambia la sua identità".

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