Alta Velocità a Firenze: ci vorrebbe un sottoattraversamento elettorale

I principali interlocutori sulla questione TAV a Firenze si accusano a vicenda di ostacolare lo sviluppo del progetto, ma forse ancora per un anno, sarà proprio la politica locale a provocare ritardi nella realizzazione.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2009 19:56
Alta Velocità a Firenze: ci vorrebbe un sottoattraversamento elettorale

di Nicola Novelli Sulla questione del sottopasso ferroviario a Firenze, varie voci dissonanti si sono ascoltate nel corso dell'estate e ormai i “nemici” del sottoattraversamento si contano in entrambi gli schieramenti, sia a Firenze che in Regione, sia a sinistra, nel Pd, che nel Pdl. L'Assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Conti, manifesta, anche stamani in un convegno organizzato dalle FS, la volontà di continuare così come è stato programmato ed appaltato, anche se secondo lui sarà necessaria una nuova riunione della Conferenza dei Servizi perchè nel progetto i collegamenti fra la nuova stazione e Santa Maria Novella non sono ottimali. Il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, sempre stamane, si dichiara “assolutamente non disponibile a soluzioni che comportino un ritardo nella fine dei lavori”. Il fatto è che se una Conferenza dei Servizi è necessaria, ciò significa che bisogna mettere d'accordo gli enti locali competenti, cioè Comune, Provincia e Regione.

Ma le prossime elezioni regionali si terranno il 21 e 22 marzo 2010, cioè tra di sei mesi. E chi è che in questo periodo affermerà la scelta della Giunta regionale, mentre si sta già scegliendo il successore di Claudio Martini alla guida della Toscana? Ancora i nomi dei contendenti non ci sono (si parla persino dello stesso Riccardo Conti tra i possibili candidati). La posta delle elezioni regionali di primavera è per tutti molto alta. Segneranno il corso della legislatura di Silvio Berlusconi che arriva a sognare la conquista della Toscana, ma saranno anche la prima prova del nuovo segretario PD.

In Toscana il Partito Democratico ha già sperimentato (come prevede la legge regionale del 2004) primarie facoltative e non vincolanti per la selezione dei consiglieri, ma stavolta la battaglia sarà assai più feroce, considerato che la modifica allo statuto regionale recentemente approvata fissa a 55, contro gli attuali 65, il numero dei consiglieri e che la nuova legge elettorale prevede uno sbarramento unico al 4%, tanto per i partiti che correranno da soli quanto per quelli che aderiranno a una coalizione. Dunque in assenza di indicazione sul candidato PD alla presidenza per le elezioni regionali 2010 (come pure dello sfidante, dopo il primo coordinamento regionale del Pdl) è lecito temere che i grandi temi della gestione del territorio possano subire un intoppo proprio in attesa del responso elettorale regionale.

Se a questo si aggiunge che l'urbanistica a Firenze si è quasi arenata da circa un anno, c'è da preoccuparsi. E' infatti dell'autunno 2008 l'inchiesta giudiziaria sullo sviluppo immobiliare a Castello, che a cascata ha preceduto la crisi della Giunta Domenici e l'aspra battaglia elettorale che ha portato a Palazzo Vecchio Matteo Renzi. E' singolare sentire i principali interlocutori politici sulla questione TAV a Firenze accusarsi a vicenda di ostacolare lo sviluppo del progetto, quando da un anno e forse ancora per quasi un anno intero, sarà proprio la politica locale tutta, con i suoi giochi elettorali e di poltrone, a dettare i tempi della realizzazione.

Può un paese moderno sottostare a un simile balletto prima di stabilire una decisione?

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