Credito ai professionisti: accordo con le banche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2009 22:53
Credito ai professionisti: accordo con le banche

Firenze- Prestiti più facili fino a 9.000 euro per i giovani professionisti con meno di 40 anni che vogliono mettere su uno studio e prestiti d'onore di 3.000 per i tirocinanti: con tassi mediamente dimezzati rispetto a quelli di mercato e spread, in qualche caso, più vicini a quelli di un mutuo che di un prestito. Lo prevede il regolamento che attua una parte importante della nuova legge sulle professioni proposta dalla giunta ed approvata l'anno scorso dal Consiglio regionale. Domani la Regione Toscana firma i primi accordi con il sistema bancario per l'accesso al credito dei professionisti.


Più attenzione delle banche alle aziende che si rivolgono al credito per investimenti, maggiore impegno e senso di responsabilità degli istituti di credito anche per le aziende sane e che hanno ordinativi in portafoglio. È questa la richiesta rivolta dalla commissione Attività produttive del Consiglio regionale agli istituti di credito della Toscana, che hanno partecipato questa mattina ad un incontro a Palazzo Panciatichi. Una chiamata a più voci, che pur nella differenza delle posizioni politiche − specie nella valutazione dell’azione del Governo regionale −, nasce dai ripetuti segnali giunti dalle imprese sul territorio e chiama direttamente in causa le banche che hanno sottoscritto il protocollo con la Regione.

“Non abbiamo alcuna volontà di generalizzare − ha esordito il presidente Vittorio Bugli − la collaborazione è in atto e l’azione della Regione dà i primi risultati, se è vero che sono già 2.300 le richieste di accesso al credito grazie al fondo di garanzia attivato dalla Regione. Ma le aziende continuano a vivere una situazione di grande difficoltà in questa fase della crisi ed è accaduto da più parti che aziende con ordinativi pronti si vedano negare l’accesso al credito dagli stessi istituti con i quali lavorano da anni.

Ad altre è stato concesso il credito utilizzando i provvedimenti a sostegno della Regione, ma nel contempo è stato chiesto di rientrare situazioni debitorie pregresse e di ritirare vecchi fidi da tempo attivati”. “Nessuno sta chiedendo di tenere in vita situazioni aziendali che non hanno ragione di rimanere sul mercato − ha detto il vicepresidente della commissione Alberto Magnolfi −. Stiamo parlando di soggetti che avrebbero ancora potenzialità, di tanti operatori che ormai tutti i giorni ci trasmettono giudizi di grande preoccupazione e di sostanziale insufficienza delle misure messe in campo dalla Regione, di un certo disimpegno del credito in alcuni settori.

Abbiamo bisogno di capire se il protocollo funziona, se le misure prese arrivano fin dove potrebbero, se sia possibile mettere a punto strategie di indirizzo”. Non è condivisibile, ha aggiunto Magnolfi, “una valutazione autoreferenziale dell’utilità dell’accordo sottoscritto con la Regione. Una valutazione che non raccoglie quanto dicono, sentono e pensano gli imprenditori. Tutti i maggiori indicatori − prosegue Magnolfi − ci dicono che la Toscana vede crescere la distanza dal gruppo di testa delle regioni italiane.

Vogliamo capire cosa si può fare, se sia possibile mettere in atto strategie mirate. Una delle soluzioni più rilevanti potrebbe arrivare delle possibilità di consolidamento del credito, una azione strategica che potrebbe fare la differenza”.
Dai rappresentanti degli istituti di credito è arrivato un quadro complessivamente concorde: il sistema bancario toscano ha risposto alla crisi e sembra aver retto, lo sforzo della Regione è stato di grande efficacia, una domanda su tre che pervengono dalle aziende è per nuovi investimenti(CaRiFirenze).

La Federazione toscana banche di credito registra 125 domande di accesso al credito per 27,6 milioni di euro, si evidenzia la necessità di accelerare i tempi, ancora troppo lunghi, di presentazione e accoglimento delle domande. Esigenze di patrimonializzazione hanno accentuato certe criticità dell’industria bancaria, da studiare un maggiore coinvolgimento di Comfidi per fare più credito (Banca Etruria).
Il 2008 è stato l’annus horribilis per le banche, il 2009 lo sarà per le aziende; la concessione di credito non deve essere eccessiva, altrimenti danneggia il sistema; i provvedimenti della Regione sono efficaci ma devono essere meglio parametrati sulla tipologia del sistema economico toscano; le banche faranno il loro esame di coscienza, ma ugualmente molte aziende non potranno essere salvate (Banca di credito cooperativo di Cambiano).

Fidi Toscana ha spiegato come delle circa 2mila 300 domande per complessivi 600 milioni di euro circa, 120 sono presentate per nuovi investimenti, che non sembra essere in atto una selezione troppo restrittiva e che il “portafoglio” delle imprese che presentano domanda è di buona qualità, “imprese che hanno un futuro”. Le risorse − dice Fidi Toscana − permettono di andare avanti ancora per un certo tempo e il fondo sta per essere rifinanziato, con l’ammissione anche dell’artigianato”.
Il presidente Vittorio Bugli ha invitato a dare un seguito al confronto con un “momento di sintesi” organizzato con la collaborazione della Giunta regionale e con il coinvolgimento, oltre al credito, delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e del Governo nazionale, anche per valutare insieme il lavoro che stanno facendo i Prefetti.

Anche il coinvolgimento dei Comfidi “è senz’altro una cosa che merita attenzione, anche se trovo curioso − ha commentato Bugli − che proprio da quella direzione arrivino critiche alla Regione che più ha fatto, e in tempo utile, per sostenere l’accesso al credito e che in tutti questi anni non ha certo lesinato risorse per una loro capitalizzazione. La Regione ha scelto l’unica via possibile e rapida in questa situazione: se quegli stessi provvedimenti li avesse presi solo adesso, molte aziende non ne avrebbero goduto”.

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