"La rivolta di Nedo Ludi, professione stopper" domani in Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
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17 maggio 2006 19:03
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FIRENZE – Sarà presentato domani pomeriggio alle ore 17 presso la sala Gonfalone di Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale, il primo romanzo di Pippo Russo, giornalista e docente di sociologia dello sport all’università di Firenze, dal titolo “Il mio nome è Nedo Ludi”, edito da Baldini Castaldi Dalai.

Il romanzo è un’opera articolata su più piani di lettura. E’ ambientato fra la fine degli anni Ottanta ed i primi Novanta, anni in cui, secondo l’autore, la tattica calcistica, gli sconvolgimenti politici ed i mutamenti sociali, si fondono in un’Italia travolta dallo scandalo di Tangentopoli e tutta intenta a sognare le “notti magiche” del mondiale che il Belpaese ospiterà di lì a poco, nell’anno di grazia 1990.

Secondo la critica letteraria, la tattica calcistica e gli sconvolgimenti politici si fondono nella struttura narrativa della storia proposta da Russo.

La quale, per l’esattezza, ha inizio nell’estate 1989 quando il calcio italiano, proiettato verso i campionati del mondo, si interroga sul suo futuro e sul dilemma fra il gioco a uomo e quello a zona. Nedo Ludi, il protagonista del romanzo, è un difensore dell’Empoli, per la precisione uno stopper vecchia maniera, uno di quelli che prendevano in consegna il centravanti avversario e lo seguivano ovunque questi andasse, insomma uno di quelli che per natura ed abitudine non erano ad hoc per il nuovo gioco proposto in quegli anni da Arrigo Sacchi.

Ma su Ludi si abbatte una sorta di imprevista disgrazia. La nuova stagione agonistica prende il via agli ordini di un allenatore sacchiano, uno di quelli che optano per il gioco a zona, e lui vede il suo mondo calcistico tramontare e perciò Ludi si mette a guidare una rivolta contro quel tipo di difesa e quella strategia di gioco che, nel bene e nel male, sta cambiando il calcio.

Alla presentazione del libro, oltre all’autore, interverranno il consigliere regionale Filippo Fossati e il giornalista Leo Turrini del Quotidiano nazionale.

I colleghi giornalisti sono invitati. (mc)

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