Bilancio partecipativo: interviene la presidente della commissione affari istituzionali Nocentini
DS: «Saremo impegnati attivamente nel percorso di partecipazione proposta dal sindaco»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2004 13:19
Bilancio partecipativo: interviene la presidente della commissione affari istituzionali Nocentini<BR>DS: «Saremo impegnati attivamente nel percorso di partecipazione proposta dal sindaco»

Questo il testo dell'intervento della presidente della commissione affari istituzionali Anna Nocentini:
«L'assemblea nazionale degli enti locali impegnati sul bilancio partecipativo, svolta il 9 ottobre a Grottammare, ha messo a confronto le esperienze che si vanno concretizzando in Comuni grandi e piccoli e in alcune Province, centrando la sua discussione su due punti essenziali:
1. il presupposto che la partecipazione è cessione di potere e aumento della responsabilità diffusa, e che non si dà effettiva partecipazione senza capacità di decisione.


2. la necessità che l'orizzonte non resti confinato nei limiti della politica locale, con un taglio essenzialmente amministrativo, ma comprenda aspetti di politica sopranazionale e nazionale.
E dunque al processo di partecipazione si contrappone la modifica della Costituzione in corso che concentra potere nel premier (né è mancato un riferimento alla modifica del titolo V che ha prodotto Regioni come "monadi chiuse"); vi si contrappone il conflitto irrisolto fra esecutivo e poteri dei consigli comunali e provinciali, così come fra organi territoriali e statali (valga ad esempio la costruzione del "centro di permanenza temporanea" a Gradisca d'Isonzo portata avanti dal Ministero contro gli atti deliberativi di Comuni, Provincia e Regione).

La partecipazione, che si aggiunge alla democrazia rappresentativa, impone la contestazione che gli organismi ademocratici sopranazionali (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale) riducono la capacità decisionale degli Stati, così come impone la contestazione dei sistemi ademocratici locali, ovvero centri di potere non istituzionali che devastano la democrazia sostanziale, espropriando le comunità locali di decisioni - ad esempio- sulla gestione del territorio. La pratica del bilancio partecipativo evidenzia come tenere insieme queste diverse dimensioni sia un obiettivo fondamentale perché la partecipazione non diventi consultazione, concertazione, strumento banale di amministrazione o addirittura di ricerca del consenso.

Nella fase attuale la partecipazione di cittadini alla vita politica locale può diventare l'arma da opporre al berlusconismo e all'economia di guerra che esso impone, attraverso la riaffermazione della dignità delle comunità locali come luoghi di proposta politica alternativa. I Comuni, sui quali immediatamente ricadono le richieste dei cittadini alla diminuzione di welfare e di sicurezze, sono i primi a dover superare le crisi dovute al modello di sviluppo oggi in atto - modello di rapina delle risorse di altri che impone la guerra come elemento strutturale- e quindi i primi a dover sperimentare modelli di sviluppo alternativi nella gestione delle risorse del territorio, in una sorta di nuova autosufficienza locale (produzione energetica, nuove filiere di produzione fra città e campagna, sovranità alimentare, culturale ecc) e di disobbedienza civile che si ponga come proposta di nuova democrazia sulle questioni dei migranti ( diritto d'asilo, diritto di cittadinanza).

La stessa devastante finanziaria di Berlusconi, con il taglio significativo alle risorse dei Comuni, dovrebbe essere non semplice occasione di contestazione (giustissima!) al Governo, né di lamentazione, ma piuttosto occasione di ripensamento del sistema, di rimessa in discussione degli schemi attuali siano essi quelli relativi al precariato, alle esternalizzazioni, alle forme di gestione dei servizi. Sarà questo l'orizzonte che verrà aperto in città dagli incontri con i cittadini sul prossimo bilancio? Infine, se la direzione che si intende intraprendere è questa, l'impegno dell'assemblea consiliare dovrà trovare anche formale concretizzazione in modifiche statutarie che riconfigurino la natura stessa del Comune, che lo esaltino come luogo di proposta politica innovativa, forte della condivisione di responsabilità dei cittadini».



«I Democratici di Sinistra saranno impegnati attivamente nel percorso di partecipazione proposto dal sindaco, che condurrà entro l'anno alla definizione del programma di mandato e del bilancio di previsione». E' quanto hano dichiarato il capogruppo dei DS Ugo Caffaz ed in consiglieri Michele Morrocchi, coordinatore cittadino dei DS di Firenze, e Manuele Auzzi, segretario dell'Unione Metropolitana dei DS di Firenze. «Apprezziamo, anche alla luce del seminario di maggioranza dello scorso 8 ottobre e dell'incontro avuto con l'assessore Bevilacqua - hanno aggiunto i tre consiglieri diessini - la proposta avanzata dal sindaco di aprire una fase di discussione e confronto con la città per arrivare ad approvare entro la fine del 2004 il programma di mandato di questa amministrazione siamo convinti che la città saprà rispondere positivamente a questa sollecitazione del Sindaco, con cui si punta a chiarire e meglio definire le scelte e le priorità di governo, tenuto conto dei numerosi vincoli economici in cui il Comune sarà costretto a muoversi».

«Ferma restando la potestà del consiglio comunale di approvare definitivamente il programma - hanno concluso Caffaz, Morrocchi e Auzzi - invitiamo i consiglieri comunali e di quartiere dei DS, le sezioni del partito, i nostri iscritti e simpatizzanti ad essere attivamente presenti agli appuntamenti del percorso di discussione che sono in corso di definizione, anche inviando proposte e osservazioni alla proposta di programma che in breve il sindaco presenterà al consiglio comunale come primo atto del percorso stesso».

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