Prospettive di lavoro per gli ospiti della struttura carceraria di Massa Marittima

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 maggio 2004 22:20
Prospettive di lavoro per gli ospiti della struttura carceraria di Massa Marittima

Reinserimento dei detenuti e promozione del territorio: il binomio, che a prima vista può non aver nulla in comune, sta al contrario alla base di un piano di lavoro che ConArte ha avviato in collaborazione con l'ente fiera, Fimar Spa, e che mira appunto a creare nuove opportunità di lavoro per chi è costretto a scontare la reclusione nel carcere di Massa Marittima. Il Consorzio Artigianato Artistico e Tradizionale della Maremma (ConArte) con sede in via Mameli 17, per la verità, aveva avviato già nel 2002 un piano che prevedeva l'insegnamento ai detenuti della struttura massetana dell'arte di lavorare il cuoio, il legno, la ceramica e del decoro, tutte attività di competenza del Consorzio maremmano.

Al termine dei corsi ConArte verificò all'epoca una maggiore predisposizione dei soggetti all'arte della confezione; da qui la decisione di portare avanti il settore.
All'interno della struttura carceraria massetana è stato allestito un laboratorio e oggi, grazie alla collaborazione di Fimar che ha messo a disposizione esperienza e conoscenze di mercato, il progetto ha ripreso vigore. Dunque oggi le opere confezionate dai detenuti, confezionate accostando opere artistiche degli artigiani del consorzio ConArte a produzioni agroalimentari tipiche della Maremma vengono proposte sul mercato registrando buoni consensi e assolvendo anche ad un secondo scopo: promuovere il nostro territorio e le sue tipicità.

Ma c'è di più: grazie all'interessamento dell'azienda Salumificio Mori di Torniella che opera da anni anche su realtà internazionali con punti vendita qualificati, si aprirebbe l'opportunità di travalicare i confini italiani e proporre i lavori eseguiti dai detenuti in nuovi ed interessanti mercati.
"Un impegno che sosteniamo con passione - ha dichiarato Francesco Ferretti, presidente del ConArte - e che proprio grazie a Fimar trova oggi nuova vitalità. Credo che l'esperimento, visti i buoni risultati, possa essere esportato anche in altre strutture di recupero e a tal proposito ho già alcune idee.

D'altro canto per i soggetti che lavorano si tratta di una buona opportunità per tornare a far parte del mondo produttivo locale".

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