Minori in difficoltà, firmato il protocollo di intesa tra Comune, Asl di Firenze e Tribunale per i minorenni
Prima esperienza a livello nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2003 19:25
Minori in difficoltà, firmato il protocollo di intesa tra Comune, Asl di Firenze e Tribunale per i minorenni<BR>Prima esperienza a livello nazionale

Una task force di competenze, professionalità e ruoli istituzionali diversi per dare risposte adeguate ai minori in difficoltà. E' stato siglato con questo spirito il protocollo d'intesa tra il Comune di Firenze, l'Azienda sanitaria fiorentina e il Tribunale per i minorenni e Procura della Repubblica per i minorenni. Si tratta del primo protocollo di questo tipo, per articolazione e vastità delle professionalità coinvolte, sottoscritto sul piano nazionale e rappresenta un passo avanti importante nelle politiche a sostegno dei minori.

A Firenze nell'anno passato gli interventi, coordinati dai servizi sociali del Comune, a sostegno dei minori in difficoltà, hanno riguardato 1451 bambini e ragazzi dagli 0 ai 17 anni di età, che corrispondono al 3% delle persone di questa fascia di età a Firenze (47.253). Gli interventi sono stati i più vari, dall'inserimento presso i centri diurni a quello in strutture di pronta accoglienza o in strutture residenziali fino agli incontri protetti genitori-figli. Nei primi sei mesi di quest'anno ci sono state 150 richieste di inserimento nei centri di pronta accoglienza (102 maschi e 48 femmine) mentre sono 100 i minori non accompagnati che sono in carico ai servizi sociali (la maggioranza albanesi, tra i 15 e i 17 anni di età) e ai quali vengono offerte diverse possibilità di aiuto, dalla pronta accoglienza (23 ragazzi) all'inserimento nelle comunità educative (77).

"Il protocollo che abbiamo firmato ci dà la possibilità di intervenire in modo più efficace, rispondendo prima e meglio alle situazioni di disagio in cui possono trovarsi i minori - spiega l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri - . Il coordinamento tra realtà istituzionali che parlano la stessa lingua ci permette di dare risposte ad hoc ai singoli casi, gli aiuti che offriamo non sono infatti generalizzati, ma finalizzati alle diverse esigenze". Il Comune di Firenze, titolare delle funzioni in materia di servizi sociali, mette in campo interventi mirati alla soluzione di situazioni di rischio e di disagio minorile e al tempo stesso promuove politiche di prevenzione per contrastare l'insorgenza del disagio.

Tali azioni non si potrebbero realizzare senza il concorso e la collaborazione di servizi specialistici e organi della magistratura che quotidianamente si confrontano, secondo le specifiche competenze, con tematiche e problematiche minorili: Procura e Tribunale per i minorenni per la materia civile, penale e amministrativa e l'Azienda sanitaria locale di Firenze per le attività di tipo consultoriale e di assistenza specialistica al minore e alla sua famiglia. "Il disagio minorile a Firenze si collega a ragazzi in età adolescenziale e riguarda soprattutto i minori stranieri che arrivano qui soli e allo sbaraglio, senza supporti culturali e sociali - dice il presidente del Tribunale per i minori, Piero Toni -.

I dati sui ragazzi fiorentini, invece, descrivono una situazione che non è preoccupante: sono in calo i fenomeni di tossicodipendenza, Firenze è una città che è agli ultimi posti per i suicidi minorili, si registra una flessione anche sui reati contro il patrimonio o le persone commessi da minori". L'importanza del protocollo è stata sottolineata anche dal direttore generale della Asl di Firenze Paolo Menichetti che l'ha definito "un passo decisivo per fare uscire dalla occasionalità e dal rapporto di buona volontà, la collaborazione tra soggetti diversi che finora c'è stata: ufficializzare tutto questo significa anche dare agli operatori il messaggio che non c'è una sola competenza che esaurisca la problematica, lavorare assieme è obbligatorio".

Il procuratore per i minori Aldo Nesticò ha, infine, messo l'accento sulla "apertura al dialogo della magistratura minorile", un tassello importante nell'architettura dell'accordo. Il protocollo, dunque, mette nero su bianco la collaborazione e il coordinamento fra i soggetti firmatari per il sostegno ai minori con l'obiettivo di azioni comuni per rendere l'intervento nei confronti del minore e della famiglia più integrato, omogeneo e condiviso. Saranno così attivati sia provvedimenti coordinati su tutte le forme di disagio minorile, dall'elevata conflittualità genitoriale al maltrattamento ed abuso, dalla tossicodipendenza alle patologie psichiatriche, sia progetti che possano prevedere tutte le tappe del percorso di tutela, prevenzione, presa in carico e sostegno socio-sanitario e giudiziario.

All'interno del protocollo è stata prevista anche la collaborazione in ambito penale, nel tentativo di organizzare, in collaborazione con il servizio sociale del Ministero di Giustizia, un servizio di mediazione penale affinché tutti i servizi territoriali e tutte le risorse necessarie (pubbliche e private) possano concorrere al recupero e reinserimento sociale di minori. Il protocollo d'intesa si fonda inoltre altri tre elementi importanti che sono la volontà da parte dei soggetti firmatari di individuare percorsi di formazione congiunti per gli operatori dei vari servizi coinvolti, l'impegno a consolidare l'attività dei gruppi multiprofessionali che già lavorano nei quartieri per i minori e il potenziamento dell'attività del Gruppo Tecnico Minori che è un gruppo a carattere multidisciplinare ed interistituzionale.


Per quanto riguarda la nazionalità di appartenenza il 48,17% degli inserimenti ha riguardato minori albanesi, il 29,92% quelli provenienti dall'Africa del Nord. Tra le motivazioni dell'inserimento nelle strutture di accoglienza predomina ancora quella di minori stranieri non accompagnati (62,04%) che sono venuti in Italia da soli, la maggioranza di nazionalità albanese.

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