Venerdì 25 ottobre (ore 21,15) l'apertura della Stagione Teatrale del Teatro Nazionale a Quarrata con lo spettacolo "Shylock"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 ottobre 2002 07:28
Venerdì 25 ottobre (ore 21,15) l'apertura della Stagione Teatrale del Teatro Nazionale a Quarrata con lo spettacolo

Tutti conoscono la storia de "Il mercante di Venezia", ma Armstrong ne ha saputo estrarre un pamphlet intelligente che in un'ora e mezza ripercorre la storia degli Ebrei (da Mosé a Barbara Streisand) e insieme del teatro europeo, senza mai annoiare, senza mai sfoggio di erudizione, ma anzi con la straordinaria capacità di riproporre in chiave ironica anche le pagine più buie della storia dell'umanità - come l'Olocausto, mai citato ma sempre presente. Shylock è un grande cabaret, con un attore pronto a calarsi in più di trenta personaggi con virtuosismo camaleontico, e al tempo stesso teatro "politico" capace di trasformare un mito in una riflessione sul presente, con una forza e un'universalità che stanno ricevendo continue conferme non solo sui palcoscenici del mondo anglosassone, ma anche su quelli di lingua spagnola nell'edizione ispano-catalana - interpretata da Manel Barcelò e da me diretta - vincitrice del premio città di Barcellona 2000.

In Italia molte persone hanno creduto e lavorato a questo progetto; complici le Università di Venezia e di Milano, alcuni gruppi di studenti hanno fatto ricerche storiche, letterarie, teatrali, iconografiche; hanno tradotto e adattato il testo, pensato ad una scenografia, promosso convegni e prove aperte. Con la supervisione di Maggie Rose per la traduzione e di Sonia Antinori per l'adat-tamento hanno lavorato per rendere ancora più immediatamente "mediterranei" il testo originale e le citazioni shakespeariane, per aggiungere ricordi che suonassero immediatamente familiari al nostro pubblico.

Stimolati da Lucio Diana hanno immaginato una ''o'' di legno sospesa su una limacciosa laguna veneziana, con luci cangianti a suggerire lo splendore dell'oro e la violenza delle sopraffazioni - spesso strettamente intrecciati. Eugenio Allegri ha accettato ancora una volta la sfida del monologo, utilizzando tutti i materiali e gli stimoli del testo e dell'allestimento per gettarsi con coraggio in questa avventura nella Storia. Che è poi la storia delle diversità, in cui tutti - per un motivo o per l'altro - possiamo riconoscerci.

Nella nostra odierna interpretazione, l'ebreo Shylock - e ancor più il suo alter-ego/narratore, Tubal - diventano incarnazioni di tutte le differenze di tutte le minoranze che per qualche motivo sono state discriminate e maltrattate. E nella loro richiesta di giustizia e di dignità - con la forza della ragione e dell'invenzione quotidiana e millenaria del teatro - sta la forza poetica dello spettacolo.

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