Approvazione della relazione di avvio del piano strutturale
Interviene il Presidente della commissione urbanistica: «Ed ora rivitalizziamo il centro storico»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2002 20:21
Approvazione della relazione di avvio del piano strutturale<BR>Interviene il Presidente della commissione urbanistica: «Ed ora rivitalizziamo il centro storico»

«Con questo atto potremo affrontare con nuovo slancio operativo anche la questione della rivitalizzazione centro storico». E' il giudizio del Presidente della commissione urbanistica Vincenzo Esposito dopo l'approvazione, in Consiglio comunale, della relazione di avvio del piano strutturale. «Continuo ad essere convinto - ha aggiunto Esposito - che a Firenze serve un piano per il centro storico, un piano moderno e dinamico basato sull'analisi strategica e il marketing urbano. Se si sceglie, come è opportuno, l'idea forte del centro storico rivitalizzato, sottratto cioè alla museificazione così come all'effetto "Disneyland", occorre essere in grado di delineare azioni concrete per incoraggiare la permanenza degli attuali residenti e per incentivare l'ingresso di nuovi, lavorando per il miglioramento dei servizi e della accessibilità, dando vita ad un nuovo quadro di regole per gli interventi edilizi, tutelando le attività tradizionali dell'artigianato e dei servizi, selezionando, riaggregando ed espandendo le attività culturali e turistiche, operando un mirato processo di decentramento di alcune funzioni.

Dovremo individuare comparti di intervento, chiamando le forze economiche e imprenditoriali, le associazioni culturali e di categoria, i circoli, i comitati, a misurarsi sul tema. L'amministrazione deve avere il coraggio di proporre e di guidare il processo, anche con l'invenzione di forme nuove di intervento, secondo modalità operative già positivamente sperimentate in altre realtà, italiane ed europee». Quanto al piano strutturale secondo il Presidente della commissione urbanistica «il Comune si impegna ad approvare il nuovo assetto strategico della Firenze di inizio millennio entro il breve volgere di due anni.

Con l'approvazione odierna si entra finalmente nella vera e propria fase operativa». «La relazione approvata - ha spiegato Esposito - è un buon punto di partenza. Io ne condivido sia l'impostazione metodologica che molte delle opzioni operative. La metodologia seguita, attraverso un processo che parte dal quadro conoscitivo, per enucleare gli obiettivi di trasformazione, valutare la compatibilità delle risorse e giungere infine alla formulazione delle proposte di intervento, riesce a cogliere appieno il valore del piano strutturale.

Il piano strutturale dovrà essere in grado di delineare scelte nette su alcune questioni fondamentali Occorrerà cioè passare dalla analisi e dalla interpretazione dei fenomeni in atto alla proposizione di alcune, qualificanti, scelte operative, da delineare con nettezza di contenuti e da perseguire con completezza di strumenti e con rigore di comportamenti. Il piano dovrà inoltre essere in grado di promuovere un processo, ampio e articolato, di ridefinizione dell'assetto portante della città, a partire dalla individuazione di assi privilegiati di intervento, che mi paiono largamente coincidenti con le aree ferroviarie e con quelle ad esse immediatamente contermini.

E' necessario avere la piena consapevolezza che devono venire marcati forti elementi di discontinuità con il quadro di riferimento previsto dal piano regolatore. Ciò vale per i cosiddetti "classe 6", oggi una vera e propria alluvione di edifici dove si può procedere ad interventi di demolizione e ricostruzione, così come andranno profondamente ripensati l'assetto e le modalità operative per le aree dismesse e dismettibili, che costituiscono la vera risorsa per la riqualificazione e il riassetto funzionale dell'intera città.

Andrà superata l'attuale possibilità di intervento per progetti frammentari, che finiscono per aggravare la qualità urbana locale, in favore di un loro uso programmato e direttamente connesso al quadro di compatibilità e di assi di intervento prioritario la cui costruzione costituisce l'essenza della sfida, affascinante, per una città che si appresta, finalmente, a ripensarsi secondo i criteri e le metodologie operative della pianificazione strategica».

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