A Firenze il primo bus ad idrogeno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 maggio 2001 22:17
A Firenze il primo bus ad idrogeno

Celle a combustibile, ovvero motori ad idrogeno sui bussini elettrici. Il progetto lo stanno portando avanti l’assessorato all’ambiente del Comune insieme all’associazione “i² t³” (Innovazione Tramite Trasferimento Tecnologico) che questa mattina hanno siglato il protocollo che dà l’avvio alla ricerca per la realizzazione di bus ad idrogeno. “Entro un anno circa , - hanno detto l’assessore all’ambiente e il presidente dell’associazione “i² t³” Mario Primicerio - sarà probabilmente possibile inserire un motore ad idrogeno in uno dei mezzi elettrici dell’Ataf.

Il che significa fare un primo passo importante per poi arrivare ad alimentare tutti i 25 bussini a celle combustibile”. Si tratta di una vera e propria operazione pilota che consentirà a Firenze di diventare la prima città italiana che usa l’idrogeno su mezzi pubblici. La ricerca si baserà su alcuni studi di fattibilità e realizzazioni di avanguardia sulla trazione a gas naturale condotte dall’istituto Mori del CNR di Napoli; il progetto verrà steso in collaborazione l’Ataf, la Reguione Toscana, la Regione Campania e Firenze – metano.

Attualmente le celle a combustibile (fuel cells) costituiscono l’alternativa più studiata dalle principali case automobilistiche mondiali, per sostituire in un futuro prossimo, la trazione veicolare basata su motori a combustione interna. Una cella a combustibile è un generatore elettrochimico che converte l’energia chimica di un combustibile, generalmente l’idrogeno, in energia elettrica: da qui il termine di “mezzi ad idrogeno” con cui si indicano i mezzi elettrici alimentati da questo tipo di celle.

Sono le celle che collegate fra loro formano una “pila” in grado di fornire la potenza necessaria. Un sistema del genere non ha praticamente nessuna emissione di inquinanti, visto che l’unico residuo è costituito dall’acqua. Il ricorso alla tecnologia delle celle a combustibile permette un abbattimento del 30/40% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e ciò comporterebbe una drastica riduzione dell’inquinamento. A coordinare e impostare il progetto ci sarà l’associazione “i² t³” che sarà il project managing della ricerca.

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