Intervenire sulle Ferrovie per il Polo Tecnologico dell'Osmannoro e la stazione dell'Alta Velocità agli ex Macelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2000 18:41
Intervenire sulle Ferrovie per il Polo Tecnologico dell'Osmannoro e la stazione dell'Alta Velocità agli ex Macelli

Mantenere la presenza nell'ex Servizio materiale e trazione di viale Lavagnini. Raccordarsi con l'amministrazione comunale di Pistoia affinché siano raggiunte intese di sinergia industriale con la Breda Costruzioni Ferroviarie per un processo di ottimizzazione della produzione a salvaguardia dei livelli occupazionali.
Sono le richieste contenute in una mozione proposta dal capogruppo di Rinnovamento Italiano Vittorio Foti e sottoscritta dal capogruppo del PPI Gianni Conti, dal capogruppo dello Sdi Luigi Morelli e dal capogruppo dei DS Graziano Cioni.

"Le Ferrovie dello Stato - si legge nel documento - fino agli anni '90 hanno rappresentato per Firenze una risorsa occupazionale qualificata attraverso, soprattutto, la struttura delle Officine Grandi Riparazioni di Porta al Prato". "Firenze - spiegano i firmatari della mozione - ha assunto un ruolo strategico per le attività di carattere specialistico con particolare riferimento alla progettazione ed alla innovazione tecnologica del materiale rotabile e di apparati della sicurezza".
Non va poi dimenticato che "la stazione di Santa Maria Novella, in qualità di stazione di testa, ha registrato da sempre la presenza di un importante deposito di locomotori per i treni pendolari e a lunga percorrenza" e che "nel corso dell'ultimo decennio, coincidente con la trasformazione dell'Ente Ferrovie dello Stato in Ferrovie Spa, si è assistito ad un progressivo depauperamento occupazionale a seguito anche di trasferimenti presso altre aree territoriali".

Secondo i firmatari della mozione "questo patrimonio di risorse e di intelligenze non è stato sostituito, causando ulteriori lacerazioni nel tessuto sociale in forma diretta – le unità occupate nelle Officine di Porta al Prato sono passate dagli oltre 1000 addetti alle attuali 500 unità – e indiretta con perdite consistenti per quanto riguarda l'indotto". Si assiste quindi "ad un progressivo ridimensionamento in corso derivato da precise strategie aziendali che non tengono in alcun conto i precedenti produttivi e professionali della sede fiorentina oltre alla posizione strategica del nodo stesso".


"I consiglieri firmatari - ha spiegato il capogruppo di Rinnovamento Italiano Vittorio Foti - concerteranno con le organizzazioni sindacali tutte le iniziative per verificare punto per punto gli sviluppi di questa problematica che interessa fortemente il territorio fiorentino e più complessivamente l'area metropolitana".
"Le Ferrovie - ha concluso Foti- sono un bene prezioso per il territorio e noi faremo di tutto perchè gli accordi sottoscritti siano rispettati".

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