Vitalizi in Regione Toscana: strage di uova, uccisa la gallina

​Come lavorare, pochi anni, per la collettività ed uscirne indenni, per la precisione con: indennità di carica, indennità di funzione, i rimborsi delle spese, indennità di fine mandato, indennità di missione ed assegno vitalizio

Antonio
Antonio Lenoci
08 giugno 2015 14:31
Vitalizi in Regione Toscana: strage di uova, uccisa la gallina

Il vitalizio. Vorresti lavorare 5 anni e garantirti una pensione di 1600 euro al mese che in breve tempo raggiunge e supera i contributi versati? Peccato, per te il tempo è scaduto. Ma tranquillo, c'è chi è riuscito a farcela. La Regione Toscana nel 2014, mossa dalla crisi economica, ha fatto da esempio nazionale sul tema dei vitalizi eliminandoli sulla oramai prossima legislatura, ma l’ufficio legislativo ha fatto sapere che sarebbe stato illegittimo revocare i rapporti già maturati.

Da qui la proposta tutta nostrana della "rinuncia" in corso, ovvero la possibilità di ottenere il rimborso dei contributi già versati in un'unica soluzione anziché aspettare l'anzianità. Una voce del Bilancio imprevista e sostanziosa di circa 2 milioni di Euro. Ma facciamo un passo indietro, cosa è il vitalizio? Non parliamo di una pensione comunemente intesa poiché l'attività politica non è equiparabile al lavoro sul quale si fonda la nostra Repubblica, si tratta piuttosto di una rendita concessa al termine di un mandato elettorale e che scatta una volta conseguiti alcuni requisiti di anzianità o di permanenza nelle funzioni elettive.

Interviene subito un dubbio: elettive? Allora agli assessori, nominati, non spetterebbe? In Toscana da alcuni anni gli assessori non sono più consiglieri esclusivamente eletti, ma anche di professionisti reclutati: gli uomini del Presidente, insomma. Eppure anche loro, da vecchi, avranno una rendita vita natural durante.Attenzione però. Ammesso che si tratti di un impiego usurante, per vecchi si intende il raggiungimento dei 65 anni, ma facciamo anche 60 o poco meno grazie a particolari agevolazioni e sconti e con una aspettativa di vita che è cresciuta fino agli 85 anni.Parliamo di circa 25 anni di stipendio che pesano, o meglio alleggeriscono, le tasche dei cittadini toscani.All' Art.

11 della Legge regionale 3/2009 leggiamo "L’assegno vitalizio mensile spetta ai soggetti cessati dal mandato che abbiano compiuti sessanta anni di età ed abbiano corrisposto i contributi per un periodo di almeno cinque anni. L’assegno vitalizio è cumulabile, ai sensi della normativa vigente, senza detrazione alcuna, con ogni altro eventuale trattamento di quiescenza spettante, a qualsiasi titolo, al consigliere cessato dal mandato" cumulabile con la pensione lavorativa, tanto per fare un esempio.Circa una ventina di consiglieri hanno operato "il gran rifiuto" rinunciando alla gallina di domani e preferendo spaccare l'uovo oggi.

Alcuni lo hanno fatto in silenzio sotto il velo opaco della privacy, altri hanno raccolto apprezzamenti trasversali mostrando la spilletta del rinunciatario, altri ancora hanno riscosso persino applausi dal pubblico nazionale sulla rete dello Stato.Una scelta dettata solo dalla buona morale? Forse anche dal quadro economico generale che vede la previdenza sociale in forte stato di precarietà esistenziale e si preferisce così cercare strade alternative di investimento. Ci sarà una pensione, domani? Se un lavoratore potesse scegliere di monetizzare i propri contributi dopo 5 anni, lo farebbe? Per il bene di tutti o per il proprio?Succede dunque che nell'ultima legislatura chi ha rinunciato al vitalizio con apposita richiesta inoltrata al Presidente del Consiglio regionale entro 120 giorni dalla scadenza del mandato, ha riscosso i contributi già versati nei primi 5 anni: parliamo di una cifra attorno ai 90 mila euro liquidata in una volta sola.

Una operazione che si rileva bene nel Bilancio toscano a causa del numero a 7 cifre: 2.304.738,03 Euro. C'è chi ha preso 80, chi 160 e chi addirittura 230mila Euro in proporzione ai contributi versati negli anni di mandato. Perché aspettare i 60 anni? Il sistema Italia potrebbe non garantire la copertura, per non parlare dei tanti imprevisti che si contrappongono alle poche probabilità.Marco Manneschi, Toscana Civica Riformista, è tra i primi a rinunciare "Coerentemente alla proposta avanzata nel 2010 che prevedeva l'abolizione dei vitalizi ed il contenimento dei costi della politica".

(Video)"Ho rinunciato al vitalizio - ha spiegato l'esponente del PD, Rudi Russo all'Arena di Massimo Giletti su Rai1 (Video- anche per mandare il messaggio che siamo tutti sulla stessa barca, perché c’è un grande scollamento tra cittadini e classe politica per cui pare che noi rappresentati viviamo su un altro pianeta e questi privilegi aiutano questa considerazione verso chi si impegna in politica.

Per riallacciare anche i rapporti qualcuno si deve prendere la responsabilità di mandare segnali del genere" dalla barca, ovviamente. Stessa decisione presa dal capogruppo del PD, Ivan Ferrucci perché "I cittadini vedono il vitalizio come un privilegio" (Volantino elettorale)Anche in Forza Italia, Nicola Nascosti ha dichiarato la sua scelta: "Ho rinunciato al vitalizio.

E nel caso non fossi rieletto: torno a lavorare" (Video)

"Abbiamo reso possibile, con l’ultima Legge Finanziaria, rinunciare volontariamente, riavendo indietro i contributi versati senza alcun interesse, né come aggiornamento del costo della vita, né come interesse legale - ha spiegato anche l'ex consigliere di Sel Mauro Romanelli - ho deciso di rinunciare al beneficio del vitalizio, richiedendo indietro le somme versate come contributi. Il vitalizio è senza alcun dubbio un privilegio, con un beneficio nettamente superiore a quanto si versa, e certamente in una fase storica di grandi sacrifici per i cittadini questo mi pare un piccolo sforzo da parte nostra che considero doveroso" a qualcuno tocca.Ma a cosa hanno rinunciato? "L’ammontare dell’assegno vitalizio è determinato in percentuale sull’indennità mensile lorda: si va dal 20% dello stipendio mensile lordo per i primi 5 anni, fino al 50% dello stipendio mensile lordo per chi ha raggiunto i 15 anni di mandato".

Si è parlato molto dei 1.600 Euro al mese, ma questo dato fa riferimento ai giovani consiglieri con pochi anni di 'esperienza', considerato che lo stipendio lordo si aggira sui 10.000 euro è possibile raggiungere cifre ben superiori ed in pochi anni superare abbondantemente i contributi versati.Ricordate la differenza tra vitalizio e pensione? Quello del politico "non è un lavoro" comunemente inteso, però l'Art 3 bis della Legge regionale sottolinea "Per la determinazione dell'importo dell'assegno vitalizio, l'indennità mensile lorda è rivalutata annualmente in misura pari al 75% dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati a far data dal primo gennaio 2015" perché in fin dei conti siamo tutti uguali, o no?Va in pensione il vitalizio, dunque.

Resta il principio però, così come il sistema che sarà commisurato ai contributi realmente versati con uno stipendio di tutto rispetto, del cui ammontare nessuno si è imbarazzato abbastanza dal ridurlo drasticamente, magari avvicinandolo a quello delle famiglie di operai ed impiegati.

Mettere il proprio tempo, le proprie competenze e l'immancabile passione politica a disposizione degli altri, questa la molla spesso dichiarata da chi offre il proprio nome per la stesura delle liste elettorali. L'ingratitudine alle urne si calcola con il numero di preferenze e, secondo alcuni, con la percentuale di astensionismo. Il rapporto tra l'elettorato e le poltrone sarebbe oramai al limite della sopportazione: cittadini che fanno i salti mortali per farsi bastare uno stipendio precario mal digeriscono il trattamento economico riservato a chi si è immolato per la gestione della res publica.

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