Alta Velocità, l'impatto dei cantieri: la falda perde l'equilibrio

Il comitato torna a puntare il dito sui cantieri per la realizzazione del sottoattraversamento fiorentino: i dati Arpat darebbero ragione agli ingegneri dei cittadini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2013 12:52
Alta Velocità, l'impatto dei cantieri: la falda perde l'equilibrio

La falda ha perso l'equilibrio. Ancora una volta gli ingegneri nominati dai cittadini si dimostrano preveggenti? Ad evidenziare i dati dell'Arpat sull'impatto dei cantieri per la TAV di Firenze è il Comitato NO TAV cittadino. Fin dai primi studi risalenti al 2007 ed effettuati dalla professoressa Teresa Crespellini, i comitati si dissero preoccupati per lo stato delle acque nella falda fiorentina. La creazione di un tunnel infatti prevede la separazione della falda in due zone distinte attraverso l'immersione di pareti di cemento.

Il problema è mantenere in equilibrio le due falde distinte che si vengono a creare. Secondo i dati rilasciati da arpat che ha eseguito un apposito studio in merito "I cantieri potrebbero avere contribuito alla situazione attuale che mostra un dislivello tra le due falde". Se nella relazione inizilamente si ipotizza che l'attività di cantiere possa aver influito marginalmente, mano a mano che si entra nello specifico dei dati, è Arpat stessa che preferisce chiedere maggiori chiarimenti ad Italferr poiché ritiene che la vicinanza dei cantieri ed il valore dei livelli possano essere fattori tra essi collegati. "Lo avevo previsto - spiega subito l'ing Perini - ed avevo sollecitato anche il consiglio comunale nella persona di Ornella De Zordo affinché chiedesse all'allora assessore Massimo Mattei di verificare i rischi che i cantieri potevano avere sulla falda acquifera.

In quell'occasione rispondendo in Palazzo Vecchio Mattei disse di non preoccuparsi, perché era tutto in regola e c'era Arpat a vigilare. Ebbene oggi Arpat, dopo averci studiato, ci consegna questa relazione. Dal gennaio 2012 al marzo 2013 un dislivello di quasi 1,5 metri. In particolare a Campo di Marte più che ai Macelli (dove comunque il dislivello è massimo in prossimità dei cantieri e minima altrove) si vede come l'acqua si sia innalzata progressivamente con la realizzazione delle paratie e della galleria.

Non sembrano esser serviti dunque i pozzi drenanti realizzati su prescrizione dell'Osservatorio Ambientale" "Inutile ribadire - hanno dichiarato i No Tav - la nostra contrarietà a voler portare avanti in tutti i modi questa opera che ha già creato diverse problematiche. I rifiuti sono solo la punta dell'iceberg ed anche quello che ha fatto più clamore con l'operato della Magistratura in merito ai 30 indagati illustri a cominciare dall'ex presidente della Regione Umbria Lorenzetti. E' stato messo in mostra un sistema che noi potevamo solo ipotizzare e che supera però le previsioni" "Scavare per la metropolitana leggera - spiega Perini - sarebbe diverso che scavare per la TAV.

L'alta velocità a Firenze c'è già, non è una necessità fare il sottoattraversamento, lo è invece creare un sistema di trasporto a vantaggio dei cittadini. Un tunnel sotto al centro storico prevederebbe gallerie di minore dimensione con meno rischi in proporzione rispetto ad un'opera troppo grande e pressoché inutile" Oggi si è tenuta l'audizione regionale con l’architetto Fabio Zita, il dirigente della Regione recentemente sostituito nell’incarico di responsabile del settore Valutazione di impatto ambientale.

La richiesta di Zita è giunta tramite lettera del 10 ottobre scorso al presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci che, ai sensi delle disposizioni statutarie e regolamentari, ha riconosciuto la congruità di un incontro con la commissione competente per le materie in oggetto. “Dal complesso del materiale analizzato e dalle dichiarazioni rese, non si ravvisano superficialità o elementi tali che possano indurre a credere che ci siano rischi tanto per l’ambiente che per la salute pubblica”.

Così il presidente della commissione Territorio del Consiglio regionale Gianfranco Venturi (Pd) a margine della “Il nostro interesse – ha detto il presidente Venturi – era chiaro: capire se esistono problematiche di tipo ambientale. Dalla documentazione analizzata, emerge chiaramente che non sussistono criticità. Né in ordine alla tutela del paesaggio, né sul fronte della salute pubblica”. Nelle prossime settimane sarà convocato anche il direttore generale Barretta per un ulteriore approfondimento. Il gruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’operato della Regione nell’ambito dell’iter autorizzativo del nodo fiorentino della Tav.

Iniziativa a cui ha subito aderito il gruppo di Fratelli d’Italia, quindi, a seguito di colloqui tra i presidenti, gli altri gruppi di minoranza: Più Toscana e Udc, sino al consigliere d’opposizione del gruppo misto. «L’architetto Zita ha smentito su più punti quanto riferito in aula dal Presidente Enrico Rossi, come la confutazione delle accuse di inefficienza rivoltegli pubblicamente. Alla luce di ciò riteniamo necessario un approfondimento della vicenda che permetta di ascoltare, anche in contraddittorio, i soggetti coinvolti.

Approfondimento di natura politica ed istituzionale – dal ritiro delle deleghe sulla Via all’assessore Bramerini al trasferimento dell’architetto Zita – che come è ovvio non si sovrapporranno all’inchiesta giudiziaria in corso», così Alberto Magnolfi, Stefania Fuscagni ed Andrea Agresti. AntLen

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