Artigianato: prospettive di sviluppo per i mezzi di trasporto in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2008 14:13
Artigianato: prospettive di sviluppo per i mezzi di trasporto in Toscana

Firenze, 30 settembre 2008- Capacità produttiva locale e mercato globale s'incontrano con prospettive di sviluppo per la Toscana.
Avviene nel sistema della "subfornitura artigiana per mezzi di trasporto" - un'importante risorsa "localizzata" che la Toscana offre ai settori automotive, due ruote, ferrotranviario e della camperistica - che è riuscito a cogliere le opportunità create dal mercato in espansione della meccanica, continuando ad attrarre nel nostro territorio una domanda molto diversificata.
Lo deve ad un modello imprenditoriale flessibile, rapido nel muoversi da una filiera all'altra, caratterizzato da una miriade di micro-imprese plurispecializzate con competenze tecnologiche diffuse e dinamiche.

La spinta fornita dal mercato internazionale al settore mezzi di trasporto si rileva dall'evoluzione dell'export: +117% tra il 2001 ed il 2007 (al netto della cantieristica) mentre il manifatturiero nel suo complesso si è fermato "solo" al +18%.
Il quadro emerge dal primo tentativo di indagare questo universo effettuato dall'Osservatorio Regionale Toscano sull'Artigianato con non poche difficoltà, per la mancanza di confini netti per il sistema della subfornitura e che ha incluso, oltre alle imprese artigiane, anche una porzione delle PMI non iscritte all'albo artigiano.

Ha coordinato i lavori il professor Mauro Lombardi del Laboratorio di Economia dell'Innovazione dell'Università di Firenze.
Il sistema, secondo l'indagine, è composto da unità eterogenee che svolgono lavorazioni e funzioni produttive di non elevata complessità, ma capaci di attrarre una pluralità di committenti appartenenti a comparti diversi. Oltre ad altre piccole entità, caratterizzate da una dotazione tecnologica di grado più alto, relazioni stabili con determinati committenti, ed una propensione ad ampliare la scala geo-economica delle loro operazioni.
La conduzione personale, spesso familiare, delle imprese fornitrici esprime una matrice prevalentemente artigianale con una propensione a rafforzare le proprie strutture attraverso la trasformazione forme giuridiche più complesse e l'acquisizione di capitale umano dedicato all'innovazione.
Nello specifico la subfornitura è caratterizzata da tre gruppi di imprenditori.

I conto terzisti dove l'imprenditore è il fondatore, di età medio-alta con istruzione medio-bassa, che opera in una struttura non altamente tecnologica ed esporta una quota minima della produzione. I fornitori di componenti: aziende che realizzano prodotti propri destinati ad altre imprese, dotate di maggiore capitale umano, che intrattengono maggiori relazioni rispetto ai terzisti, con una clientela concentrata ed una bassa propensione all'export. In minoranza, infine, il gruppo dei terzisti "evoluti", che mostrano una buona propensione all'export, investono in tecnologia e hanno migliori relazioni esterne.
La capacità di avviare e gestire progetti innovativi è però sostanzialmente "passiva" e dipende dalla pressione dei clienti piuttosto da iniziative autonome.
Il gruppo di imprese di subfornitura individuate è costituito da unità piuttosto strutturate che occupano mediamente 13 addetti con una forte componente di lavoro dipendente (l'80% degli addetti).

Un gruppo dinamico che evidenzia una crescita tanto dell'occupazione quanto del fatturato. Tra il 2005 ed il 2007 l'azienda media è passata da circa 10 dipendenti e 2,3 lavoratori autonomi a 10,5 dipendenti e 2,5 autonomi. Anche il fatturato medio delle imprese intervistate è cresciuto rispetto al 2005 del 24%, con performance migliori per le imprese esportatrici.
Si tratta di imprese che investono. La grande maggioranza delle imprese, soprattutto le artigiane, ha effettuato investimenti abbastanza consistenti negli ultimi tre anni: il 72% delle imprese artigiane e il 63% di quelle non artigiane ha effettuato investimenti per almeno 100mila euro.
Interessante inoltre rilevare come meno della metà delle imprese intervistate ha segnalato bisogni insoddisfatti dall'offerta locale di servizi: si tratta in particolare di supporti al marketing e all'internazionalizzazione (52% delle segnalazioni espresse) e di servizi di misurazione, analisi, certificazione dei prodotti.

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