Tramvia a Firenze: trivella caduta nell'assordante silenzio

I Comitati Cittadini dell'Area Fiorentina rendono noto l'intervento dell'ingegnere Massimo Perini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2015 15:26
Tramvia a Firenze: trivella caduta nell'assordante silenzio

La caduta della trivella di 120 tonnellate nel cantiere della Tramvia di viale Guidoni avvenuta lo scorso 4 novembre, "oltre a mettere a repentaglio la vita degli automobilisti in transito e produrre il fermo dei lavori per l'avvio di un'inchiesta, ha suscitato reazioni vivaci da parte dei cittadini" sottolinea la rete dei comitati locali.L'indignazione ha riguardato in particolare le dichiarazioni a caldo della ditta appaltatrice Grandi Lavori Fincosit (GLF) che ha in appalto la realizzazione dell'opera "Il macchinario, una trivella al lavoro su opere di rifacimento delle fondazioni stradali, gestita dalla subappaltante VIPP Lavori Speciali, era caduto nel cantiere in viale Guidoni a Firenze ieri sera.

Non si sono causati danni a persone e cose grazie alle procedure e ai sistemi di sicurezza adottati puntualmente su tutti i cantieri della Tramvia di Firenze" con un ringraziamento al "direttore lavori Ing. Santi Caminiti e il Direttore del Cantiere Luca Petrucci e tutto il personale che si è prodigato incessantemente notte e giorno per poter ridurre al minimo i disagi dalla cittadinanza".

La polemica attesa in Consiglio comunale è poi slittata per mancanza di informazioni nelle mani della Giunta.

L'ingegnere Massimo Perini interviene sull'accaduto ed a darne notizia sono i Comitati: "Come è possibile che un direttore dei lavori di Messina sia in grado di gestire al meglio i lavori della Tramvia di Firenze e, in questo caso, arrivare a farsi dire (virgolettato, quindi non parole del giornalista) "si è prodigato incessantemente notte e giorno per poter ridurre al minimo i disagi dalla cittadinanza" quando i fatti occorsi mostrano, quanto meno, evidenti lacune nell'esecuzione dei lavori?"

"Non posso accettare - prosegue Perini - che la Direzione dei lavori e non il progetto che, tutto sommato può essere redatto a tavolino di opere strategiche e di estrema importanza e consistenza siano affidate a "strani" soggetti (in quanto provenienti da zone in cui i lavori, solitamente, vengono diretti in modo lacunoso - il ripristino dell'acquedotto di Messina ne è un esempio) totalmente al di fuori dalla zona interessata dai lavori in base a probabili motivi di mero interesse economico (della stazione appaltante).

In più, incredibilmente, l'appaltatore elogia l'operato del direttore per ottenere chissà quali benevolenza.Non posso continuare ad accettare che le (plurale) stazioni appaltante approvino progetti (plurale) con chiari ed evidenti lacune e criticità probabilmente inserite da scaltri progettisti per dare il destro agli interessi dell'appaltatore e/o demandando la buona riuscita di un'opera alla occhiuta direzione dei lavori. Non posso accettare che si continui a ledere la dignità e il prestigio di quei professionisti capaci di non accettare lo svilimento tecnico ed economico della professione di ingegnere. Non posso accettare il silenzio (che si sta facendo assordante) dell'Ordine degli Ingegneri che, fra le varie cose, ha il compito di tutelare la collettività e il decoro della professione".

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