"Comune di Firenze al lavoro per rinviare tutti i tributi comunali al 30 giugno"

Tari, Cosap e I'imposta di soggiorno in tempo di Coronavirus: parla l'assessore al bilancio Gianassi. Oggi la relazione davanti alle commissioni comunali riunite. Verso l'azzeramento Cosap nel periodo di chiusura disposta per legge di banchi, locali e cantieri, in attesa di un intervento del governo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2020 19:21

"La situazione è difficile. Richiede sforzi e pazienza. La affronteremo insieme". L'assessore al bilancio Federico Gianassi ha parlato oggi davanti a tutte le Commissioni consiliari riunite in forma congiunta, in via telematica, in merito allo stato delle risorse finanziarie del Comune di Firenze a seguito dell'emergenza Covid-19. Ecco i tratti principali della relazione dell'assessore fatta oggi.

"La crisi sanitaria ha causato una profonda crisi economica e sociale – ha detto Gianassi - che colpisce imprese, lavoratori e famiglie. Ma colpisce anche il bilancio del Comune di Firenze che quelle imprese e famiglie rappresenta. Il bilancio del 2020 è stato approvato solo pochi mesi fa, a dicembre 2019, tra i primi in Italia. Un bilancio che si presentava solido, con tanti servizi alla persona e alle imprese, alcuni assolutamente originali nel panorama italiano in campo scolastico, educativo, culturale, ambientale, sociale, abitativo, sportivo, di promozione economica, nel settore delle manutenzioni.

Il tutto con un carico fiscale sui fiorentini modesto rispetto ad altre realtà comunali (noti sono i marchi di fabbrica del Comune di Firenze quali l'Irpef più bassa d'Italia e la Tari per famiglie più bassa d'Italia) e comunque con livelli di imposte fermi da molti anni (come per Cosap e Imu ad esempio). Le casse erano floride, i servizi elevati e il carico sui fiorentini ridotto perché la natura internazionale di Firenze, il sistema delle sue relazioni globali e la sua forte vocazione turistica portava risorse che a fronte del tema dell'usura di cui discutevamo re-distribuivano alla città risorse ingenti.

Prudenzialmente le entrate di imposta di soggiorno erano calcolate in 49 milioni di euro, per i ticket per bus turistici in 18 ml, le entrate da bigliettazione dei musei comunali in 7,5 ml. 75 milioni su 630 globali provenienti, dunque, direttamente dal turismo e dalla vitalità delle relazioni umane e sociali di livello internazionale. A questo si aggiunga l'interruzione di servizi alla persona (nelle scuole, nei musei, negli asili) che ci hanno indotto per serietà e vicinanza alle famiglie ad interrompere subito il costo a carico delle famiglie delle relative rette e servizi.

Anche qui molti milioni in meno. Si consideri sempre a titolo di esempio il crollo dell'utilizzo del trasporto pubblico locale e conseguentemente della bigliettazione il cui costo, seppur basso, compensava almeno in parte le spese di quel servizio. Si sono certamente ridotti le sanzioni amministrative, non per il maggior rispetto delle regole ma per la minore circolazione di persone e mezzi. Le sanzioni per la metà circa erano a carico di non fiorentini, oggi non presenti in città. E' difficile dire quanto sarà il danno.

E' certo che c'è e ci sarà e che sarà enorme. In via ipotetica avevamo immaginato a inizio marzo che ci sarebbe stato un danno da circa 25 milioni perché ancora solo un mese fa speravamo che il contenimento delle presenze e delle relazioni sociali, che comunque non era ancora stato interrotto per decreto governativo, sarebbe durato tutto il mese di marzo e che sarebbero serviti altre 3-4 mesi per tornare alla normalità. Aspettativa superata da quanto è successo dopo e da quanto abbiamo visto.

Il mese di marzo è stato caratterizzato da blocchi totali, che si sono affermati tra l'8 marzo e il 12 marzo: oggi in aprile tali misure permangono. La battaglia contro il virus è ancora in corso e durerà. Immaginiamo che alla fine saranno serviti alcuni mesi di misure rigide, magari minori di quelle attuali ma pur sempre significative, per poi riattivare gradualmente le relazioni sociali e economiche; immaginiamo che per tornare alla normalità servirà tempo; immaginiamo che questa pandemia è globale e che ha colpito l'Italia prima di altri ma anche che l'Italia uscirà dalla crisi prima di altri; immaginiamo, dunque, che quando noi saremo fuori da tutto questo altri paesi saranno ancora impegnati nella battaglia e che, dunque, le relazioni internazionali saranno ancora limitate con quel che ne comporta in termini di relazioni e quindi di produttività economica.

Chi di voi potrebbe oggi dire che queste immaginazioni sono ipotesi strampalate? Forse nessuno. Anzi, qualcuno di voi potrebbe persino essere un poco più pessimista. Allora, se queste riflessioni fossero realistiche noi immaginiamo un danno per il bilancio del Comune di Firenze che si assesta tra 131 e 150 milioni. Tutto da verificare, perché tante sono le variabili ad oggi indecifrabili. Ma, ad oggi, questa può essere una proiezione credibile. quanto alla cassa comunale, oggi arriva a 120 milioni grazie alle ultime risorse del Fondo di Solidarietà del Governo.

C'è dunque una proiezione di qualche mese. Ma a fronte dell'azzeramento delle entrate e della erogazione delle spese obbligatorie per legge, senza interventi nazionali, il quadro è problematico.

Allora che fare? A fronte di tutto questo cittadini e imprese chiedono aiuto e sostegno: in sostanza più servizi e meno tasse. Quindi, più risorse. Dunque, non solo mancheranno quelle preventivate ma ne servirebbero ulteriori per alleggerire il peso delle nuove emergenze.

In teoria, per un Comune per fare fronte a minori entrate le ipotesi sono tre: a) taglio dei servizi; b) aumento delle tasse; 3) tutti e due insieme.

Noi abbiamo fin da subito rifiutato questo approccio. Costi quel che costi, noi dobbiamo stare accanto a chi soffre, alla nostra città, alla nostra Comunità.

Sulla sospensione dei tributi locali. E dunque? Abbiamo allora cercato di aiutare famiglie e imprese a difendere la loro liquidità. E, dunque, oltre a sospendere rette di asili, rette delle mense scolastiche, costo del servizio di trasporto scolastico, abbiamo rinviato tutte le imposte comunali che scadevano a marzo e aprile. Si tratta di Cosap per tavolini e dehors; dell'imposta di soggiorno del mese di febbraio, della prima rata della Tari che scadeva a fine aprile. Si tratta della rinuncia a incassare circa 45 milioni di euro che restano nelle tasche di imprese e famiglie fiorentine.

Ma stiamo lavorando anche per fare un passo in più: rinviare e riallineare tutti i tributi comunali (Tari, Cosap e Imposta di soggiorno, ndr) al 30 giugno, compresi quelli, come il versamento della tassa di soggiorno, già rinviata a maggio. Certo è una sospensione, un rinvio. Non risolverà i problemi del futuro, ma visti i tanti problemi di liquidità che esistono oggi, consentire alle famiglie intanto di trattenere per almeno 90 giorni in più queste somme risponde, io credo, a importanti esigenze immediate.

E ci danno ulteriore tempo per lavorare. E al Governo di lavorare. Perché serve un intervento del Governo per alleggerire e non solo rinviare tributi locali. In più, per le attività che pagano il Cosap, formalizzeremo che - per il periodo nazionale di sospensione obbligatoria delle aperture per dehors, tavolini, ambulanti e imprese che hanno cantieri fermi per legge - non si paghi il canone di occupazione suolo pubblico: un azzeramento per la durata della chiusura imposta dalle norme nazionali.

Il blocco, e non il taglio, della spesa. Abbiamo bloccato inoltre la spesa in via cautelativa. Tranne le spese urgenti, obbligatorie per legge, necessarie per fronteggiare emergenza sanitaria e sociale connessa al coronavirus. Non si tratta di un taglio. Le previsioni restano ma si ferma il pagamento delle spese che sono differibili.

Cosa serve ora? E' fondamentale ora un intervento del Governo e, per il suo tramite, dell'Unione europea. Noi abbiamo un piano e lo abbiamo già detto pubblicamente:

1) Fondo speciale di 5 miliardi per i Comuni. Nei giorni scorsi è stata assegnata la prima tranche di 400 milioni per la spesa sociale.

2) Fondo speciale per le città a vocazione turistica. Tutti i Comuni stanno male. Ma i Comuni che hanno maggiore vocazione turistica soffrono maggiormente e già ora, non solo in prospettiva. Serve un fondo che attribuisca risorse crescenti in base al numero tradizionale di presenze turistiche.

3) Liberazione dell'avanzo di bilancio, anche quello vincolato, di cui dispongono i Comuni.

4) Riduzione dell'accantonamento delle risorse del FCDE di almeno il 30%. Queste ultime due misure valgono per il solo Comune di Firenze più di 20 milioni di euro.

Se il Governo aiuterà i Comuni i Comuni aiuteranno famiglie e imprese colpite dalla crisi. Se si salveranno i servizi e si compenseranno imposte, gli effetti della crisi saranno meno forti.

5) Otre al Governo, serve anche il nostro lavoro e, in particolare: lavoriamo per il rinvio delle rate sui mutui che per il nostro Comune valgono circa 50 milioni all'anno. Non è facile ma ai Soggetti interessati chiediamo disponibilità e comprensione per la gravità della situazione. In particolare con CDP ci sono già i primi risultati. Continuiamo a lavorare anche con BEI.

6) Infine, noi siamo anche pronti se ci saranno le condizioni a ricorrere all'indebitamento. Oggi non ci è concesso di farlo per salvaguardare la spesa corrente. Ma la situazione è eccezionale. Ora occorre immettere liquidità nel sistema e, dunque, tutte le misure del Governo che andranno in questa direzione saranno da noi sostenute. Il ruolo della BCE e delle Banche è strategico e decisivo. Non possono perdere questa partita. Con credito garantito che non preveda rate nei primi anni si può consentire alle Istituzioni pubbliche di rispondere ai problemi, rilanciare l'economia, trattenere il carico fiscale.

Lo si può fare consentendo ai Comuni di indebitarsi dietro garanzie. Oppure può essere lo Stato a farlo per conto dei Comuni, trasferendo le risorse dietro garanzie. La situazione è difficile. Richiede sforzi e pazienza. Ma la affronteremo insieme. Senza decisioni affrettate dettate da ansia e preoccupazione. Sentiamo il peso di difendere ciò che siamo stati e ciò che siamo. Anche oggi. Soprattutto oggi. Faremo ogni sforzo per difendere i servizi alla persona, per rispondere alla difficoltà e alleviare il peso fiscale.

Da soli no, non è possibile. Insieme al governo con misure forti e decise c'è ancora uno spazio che dobbiamo provare ad occupare. Noi ci siamo. Ci saremo e ce la metteremo tutta”, ha concluso Gianassi, che ha ribadito la totale disponibilità e volontà a collaborare con tutti i consiglieri affinchè insieme possa essere fatto il massimo sforzo per il bene della città.

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