Firenze riapre il centro storico per il primo fine settimana post lock-down

Una riapertura in scuro-chiaro secondo Confesercenti. "sofferenze per alcuni settori, in particolare per il mondo dei pubblici esercizi, della ristorazione e degli alberghi, a cui fanno riscontro il leggero sprint iniziale della moda ed i buoni risultati per parrucchieri ed estetiste!” commenta il presidente Nico Gronchi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2020 14:19
Firenze riapre il centro storico per il primo fine settimana post lock-down

Anche a Firenze, sabato 23 maggio è il primo giorno non lavorativo “post-lockdown” in cui i residenti si sono potuti riappropriare del centro che forse non gli apparteneva da molto prima. In piazza della Signoria vuota di turisti si torna a leggere la lapide a terra che ricorda il 23 maggio 1498, quando fu impiccato e arso vivo Girolamo Savonarola insieme a Domenico Buonvicini da Pescia e Silvestro Maruffi. Intanto transitano famiglie con bambini in bicicletta (mai visti prima nel centro, perché tra le masse di turisti sarebbe stato un pericolo). Davanti all’ingresso del Duomo e del Museo dell'Opera una lunga fila si assiepa per accedere alla visita, ma dall'intonazione si capisce che sono esclusivamente toscani: l’ingresso gratuito di questi giorni di riapertura ha avuto successo.

Qualche fila davanti ai pochi bar aperti e ai tavolini, quasi tutti esterni, alcuni clienti seduti a bere poco più di un caffè, in piazza Repubblica non più di tre, o quattro. Mentre in via de’ Neri fila c’è anche oggi una decina di persone in coda davanti al vinaino: forse fiorentini che si tolgono lo sfizio di assaggiare i panini che hanno fatto il giro del mondo nella pancia dei turisti. Sul Ponte Vecchio le botteghe orafe sono per lo più chiuse, ma alcune invece hanno avuto il coraggio di riaprire. A pesare sui consumi è ancora l'onda lunga dell'emergenza e un ancora ridotto movimento di clienti che, insieme alla mancanza di turisti, è molto evidente nelle strade, nelle piazze, nelle vie dello shopping della Toscana.

Questa la situazione in Toscana, secondo uno studio di Confesercenti. Ben il 98% di parrucchieri toscani di dichiara soddisfatto, 10 punti sopra la media nazionale e quasi il 90% di parrucchieri ed estetisti hanno allungato l’orario di lavoro. Nella moda invece solo il 25% la ritiene una buona partenza, sotto di ben 8 punti la media nazionale e solo un terzo dei negozi Toscani ha messo in campo promozioni per la riapertura contro il 70% dei negozi del Nord Italia. Uno su quattro poi i bar soddisfatti della riapertura e solo il 7% tra ristoranti, pizzerie e trattorie i cui dati rischiano di essere allarmanti: dopo i primi giorni di riaperture dei non molti che hanno riavviato l'attività, il 12% ha dichiarato di voler tornare a chiudere l’attività e aspettare ancora per riaprire.

Per tutte le attività poi, ben 9 su 10, sono eccessivi i costi per sanificazione, Dpi e nuova organizzazione lavoro soprattutto nel caso di ristoranti e servizi alla persona.

“E’ stata una riapertura in scuro-chiaro quello che ha caratterizzato i primi giorni dopo la riapertura: sofferenze per alcuni settori, in particolare per il mondo dei pubblici esercizi, della ristorazione e degli alberghi, a cui fanno riscontro il leggero sprint iniziale della moda ed i buoni risultati per parrucchieri ed estetiste!”. Queste le prime riflessioni di Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana, sul post-riapertura “E’ chiaro che il bisogno di tornare al lavorare, in sicurezza e nel rispetto delle prescrizioni, era fortissimo in tutti i settori e in queste ore contiamo di chiudere anche sui protocolli per gli ultimi settori che devono ripartire come ad esempio campeggi, villaggi turistici o parchi tematici”. “Se rimarranno sotto controllo le questioni sanitarie, la Toscana ha imboccato la strada per la ripartenza e anche se sarà lenta e particolarmente complessa per le Città d’arte, per i luoghi a forte vocazione turistica e con grandi incertezze per molti settori, il graduale ritorno alla normalità è una grande boccata d’ossigeno per tutto il tessuto economico e sociale della nostra Regione -ha continuato Gronchi- Bisognerà porre attenzione e maggiori fondi nel settore del credito: se oltre il 50% delle imprese Toscane ha richiesto finanziamenti previsti dal decreto liquidità, in linea con la media Nazionale, qui le risposte negative sfiorano il 50%.

Così come massima attenzione deve essere posta sui sostegni ai settori in particolare difficoltà, come ad esempio la ristorazione e sugli investimenti in particolare su Turismo e infrastrutture e qui la sfida alla quale siamo chiamati è particolarmente complessa”.

Le norme per la prevenzione del contagio da Covid-19 comportano principalmente due difficoltà: la prima riguarda la forte riduzione dei posti a sedere, la seconda è rappresentata dall’aumento dei costi legati ad investimenti in barriere, segnaletica, utilizzo di dispositivi di protezione individuale ecc… A tutto questo si aggiunge un ulteriore elemento da chiarire che riguarda la responsabilità penale dei titolari.

Aver riportato la distanza interpersonale ad un metro – dichiara Franco Brogi, presidente FIEPET Confesercenti Firenze è il risultato dell’enorme lavoro svolto dalle associazioni di categoria ai tavoli regionali e nazionali. Tradotto in pratica, queste modifiche consentono alle nostre aziende quantomeno di provarci, consapevoli che non sarà facile e che le vere difficoltà a livello economico devono ancora essere affrontate. Inoltre, per consentire a tutti di farsi trovare pronti, abbiamo fornito a tutti i nostri associati un vademecum con tutte le principali norme da adottare” “Viviamo un momento di assoluta incertezza, i gestori dei locali si impegneranno al massimo per garantire la sicurezza di tutti – prosegue Brogi – ma per farlo abbiamo bisogno di un supporto concreto.

Le Realtà come la nostra sono fortemente legate al turismo, pensiamo a Certaldo, Vinci e a tutti gli altri comuni dell’Empolese Valdelsa. Per la conformazione dei nostri centri storici tutti i pubblici esercizi si troveranno in difficoltà, alcuni non potranno riaprire per questa stagione. Non chiediamo assistenzialismo, ma un sostegno vero per le nostre imprese, che ci permetta di superare questa fase.” “Dobbiamo iniziare a pensare ad un nuovo modello anche per la somministrazione – conclude Brogi se le nostre aziende vorranno avere un futuro dovremo concentrarci ancora di più sulla qualità, sulle produzioni locali, sulle eccellenze del territorio.

Concedersi un momento di relax, magari seduti ad un tavolino in pieno centro storico, sarà un’ esperienza sensoriale. Siamo convinti che questa possa essere la strada giusta, anche se dovesse esserci un leggero ritocco dei prezzi, siamo convinti che il cliente rimarrà soddisfatto.”

"La Fase 2 ha reso ancora più evidente una dicotomia che esiste ormai da tempo: c’è una Firenze dei fiorentini, progressivamente espulsi dal centro verso le periferie, e una Firenze dei turisti. Che la invadevano, soffocavano, consumavano –interviene il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni- ma le garantivano linfa vitale. E senza di loro, spariti in un soffio, il quadrilatero intorno al Duomo pare il fondo di un lago svuotato. La prima Firenze si sta riprendendo meglio, nella seconda l’economia è letteralmente al collasso.

La soluzione? Riportare i fiorentini in centro, perché si riapproprino di quegli spazi che sono prima di tutto loro. In questa direzione, sospendere la Ztl potrebbe essere la mossa giusta, poi fare accordi con i garage del centro e Firenze Parcheggi per posteggiare l’auto ad un euro dalle 8 di mattina alle 8 di sera e a cinquanta centesimi durante la notte: e, ancora, mettere a disposizione di tutti i parcheggi dei supermercati nelle ore di chiusura. Poi, usare i grandi spazi come piazza Santa Croce, San Lorenzo, i ponti, per organizzare eventi di richiamo, a cura di operatori selezionati dell’enogastronomia e dell’intrattenimento.

La bellezza di Firenze per vivere ha bisogno di gente e occhi che la guardano. Perché sono quegli occhi ammirati che le danno la forza per tutelare i suoi capolavori e tramandarli ai posteri. Per creare occupazione e benessere. Al di là di questo, la desolazione di un deserto."

In evidenza