Confindustria Firenze: Maurizio Bigazzi nuovo presidente

Guiderà gli imprenditori fiorentini per il quadriennio 2020-2024. "Credo nell’associazionismo e nel ruolo dei corpi intermedi". Galgani (Cgil) apre subito una polemica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2020 16:02
Confindustria Firenze: Maurizio Bigazzi nuovo presidente

FIRENZE, 30 giugno ’20 – Maurizio Bigazzi è il nuovo presidente di Confindustria Firenze.

Eletto con il 99% dei voti dall’assemblea generale dell’associazione, che si è tenuta questa mattina in video conferenza, guiderà gli imprenditori fiorentini per il quadriennio 2020-2024.

L’assemblea ha eletto anche la squadra dei vice presidenti che lo affiancheranno nel governo dell’associazione nel biennio 2020-2022. Sono otto i vicepresidenti elettivi: Lapo Baroncelli (Xenia) con delega alla città metropolitana, smart city, rapporti con le Sezioni territoriali e con le partecipate; Giancarlo Carniani (Toflorence) con delega al turismo; Stefano Gabbrielli (Enic) con delega alla internazionalizzazione, marketing territoriale e grandi eventi; Azzurra Morelli (Pellemoda) con delega al capitale umano, formazione e sostenibilità; Niccolò Moschini (gruppo Kering) con delega al manifatturiero, moda, made in Italy e politiche Industriali; Roberto Naldi (Toscana Aeroporti) con delega ai fattori competitivi territoriali e attrattività di nuovi investimenti; Alessandro Sordi (Nana Bianca) con delega alla innovazione, supporto alla trasformazione digitale delle imprese e start up; Paolo Sorrentino (Gilbarco Italia) con delega al lavoro e relazioni industriali.

Rimane del presidente la delega al credito e ai rapporti con la grande distribuzione.

Della squadra fanno aperte anche due vice presidenti di diritto: il presidente della piccola industria Stefano Gabbrielli e il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Andrea Mortini (Consilium Italy) che avrà il compito di promuovere e diffondere la cultura di impresa.

“Competitività e rilancio per il nostro sistema produttivo. Riorganizzazione e trasformazione per il nostro sistema associativo. Sono queste le priorità di chi – come noi – opera sui mercati; e vuole una associazione capace di interfacciare il nostro lavoro con incisività e altrettanto spirito di impresa” il neo presidente degli imprenditori fiorentini traccia gli obbiettivi per il governo dell’associazione dei prossimi quattro anni.

“Sono e resterò un imprenditore – sottolinea Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Firenze -. Che è un mestiere difficile, oggi quasi temerario. In Confindustria non cambierò il mio approccio imprenditoriale, perché non conosco altro modo di procedere. E lo farò anche perché credo nell’associazionismo e nel ruolo dei corpi intermedi. Soprattutto oggi, di fronte alla penuria di classe dirigente e alla crisi della a politica”.

Nella su relazione all’assemblea privata ha rilevato come a Firenze “in un momento così difficile, ci sono investimenti fermi per oltre un miliardo e mezzo; risorse messe sul tavolo – alcune da anni – da imprese anche del territorio”. Ed ha citato “mi riferisco – ha detto – alla Stazione dell’Alta Velocità; alla pista di Peretola; al nuovo stadio. Ma potrei parlare anche della terza corsia della A11; della Fortezza da Basso; di tutte quelle opere congelate da anni, alcune da decenni.

Opere che valgono punti strutturali di PIL; operazioni anticicliche con ricadute competitive ed occupazionali, che neppure una emergenza economica come quella attuale è riuscita a sboccare”.

“La morale – ha aggiunto Bigazzi – è che i ‘virus’ dell’immobilismo e della rendita di posizione, presenti nel nostro sistema, sono ancora più pericolosi e più resistenti di quelli del Covid”.

“Le infrastrutture – ha sottolineato Maurizio Bigazzi – non si fanno per compiacere le imprese ma perché danno lavoro e sono un volano strategico di crescita economica”.

Non sono mancati neppure i riferimenti al credito su cui il presidente di Confindustria Firenze ha rilevato

“Il ruolo delle banche è insostituibile; soprattutto ora, perché la carenza di credito è un freno ulteriore alla ripresa dell’attività produttiva. Voglio lanciare una provocazione: venerdì la Banca d’Italia ha ricordato i 50 miliardi dati alle banche a tasso negativo.

Quei 50 miliardi a tasso negativo dati alle imprese italiane, sotto forma di ingresso temporaneo dello stato nel capitale delle aziende, avrebbero generato un moltiplicatore decisamente superiore”.

“Il nostro territorio è una delle piattaforme produttive più importanti del Paese; una delle più rilevanti d’Europa nella manifattura di qualità. Il vero spirito del “made in” esiste solo qui. La politica ha dato per scontato questo posizionamento. Mentre – in realtà – è un traguardo che va riconquistato ogni giorno”.

“Dovremmo pretendere – continua ancora il presidente Maurizio Bigazzi – dai nostri amministratori pubblici locali, un’operazione di semplificazione vera e misurabile delle procedure. Non possiamo lasciare gli investimenti in ostaggio di regole opprimenti e vessatorie”.

Maurizio Bigazzi, imprenditore del settore alimentare, è presidente di Toscanità (azienda specializzata nella produzione di pasta fresca) e vice presidente di Gerist (impresa operante nel settore della ristorazione collettiva e catering).

E’ stato presidente e amministratore delegato del Gruppo Alimentare in Toscana e, precedentemente, del Salumificio Bechelli. Ha all’attivo una lunga esperienza in incarichi di rappresentanza pubblica e privata. E’ già coordinatore della commissione alimentare di Confindustria Toscana.

“Confindustria Firenze ha una guida solida e di esperienza con un gruppo dirigente preparato e giovane. È un buon inizio”. Lo afferma il sindaco Dario Nardella. “Come sindaco del Comune e della Città metropolitana di Firenze non posso che esserne contento - ha continuato -. Ci sono tutti i presupposti per lavorare insieme nel momento di maggiore impegno per le nostre imprese e per le nostre istituzioni dopo la pandemia”. “Faccio un sincero in bocca al lupo al presidente Bigazzi e ai vicepresidenti”, ha concluso Nardella.

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini saluta con orgoglio la conferma di Azzurra Morelli fra i vicepresidenti del Consiglio di Presidenza di Confindustria Firenze, al fianco del neo presidente Maurizio Bigazzi. Azzurra Morelli, Ceo di Pellemoda, ha assunto le deleghe relative a capitale umano, formazione e sostenibilità.

«Il particolare momento storico che viviamo impone la partecipazione attiva di tutti perché, oggi più che mai, l’impresa è al centro della ripresa economica e sociale del Paese. La conferma di Azzurra Morelli come vice presidente di Confindustria Firenze è un riconoscimento per tutto il mondo produttivo di Empoli – ha detto il sindaco Brenda Barnini –. Azzurra e la sua azienda PelleModa rappresentano l'eccellenza e oggi, ancora di più, la capacità di reagire alle difficoltà. Sono certa che grazie alla sua sensibilità porterà il suo contributo partendo dall’esperienza e dalla conoscenza maturata in questi anni, fiera di rappresentare la classe imprenditoriale dell'Empolese Valdelsa.

Ancora una volta un'imprenditrice è impegnata ai vertici della associazione degli industriali, peraltro l’unica donna presente nel team del nuovo presidente Bigazzi. Sono convinta che Azzurra – conclude Barnini – si contraddistinguerà in queste nuove deleghe per stessi impegno, tenacia e passione che ha mostrato in questi anni in Confindustria fiorentina. A lei e al nuovo Consiglio di Presidenza vanno i miei migliori auguri di buon lavoro».

C'è subito una polemica. La apre Paola Galgani, segretaria generale Cgil:

"Abbiamo letto con stupore le parole, inaccettabili, del neopresidente di Confindustria Firenze Maurizio Bigazzi su smart working e lavoro pubblico.

Intanto, una volta per tutte, basta con l’idea che lo smart working abbia minor valenza e dignità rispetto al lavoro ‘tradizionale’, e questo vale sia per i lavoratori privati che pubblici. Lo smart working non è stare 'in ferie’, è lavoro a tutti gli effetti e anzi piuttosto ha bisogno di essere normato; su questo Bigazzi può chiedere lumi soprattutto alle tante donne che in telelavoro hanno visto peggiorare le possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro. Altro che ‘contributo di solidarietà’.Inoltre, è intollerabile mettere di nuovo nel mirino i lavoratori del pubblico che sono fondamentali per la tenuta del nostro Paese, come è stato dimostrato una volta di più con la gestione dell’emergenza Covid.

Il maggior problema del lavoro pubblico, semmai, è che in questi anni ci sono stati troppi tagli alla sanità, alla scuola, alla pubblica amministrazione e ad altri settori. Tagli figli dell’idea che il lavoro pubblico non sia utile. Idea sbagliata e smentita dai fatti, perché il lavoro pubblico è un bene pubblico da difendere ancora più di prima. Bisogna investire sulla digitalizzazione del Paese, forse questo servirebbe a ‘semplificare’ senza bisogno di invocare continuamente commissari e deregolamentazioni, che prima di tutto peggiorano le condizioni di lavoro e producono competizione sleale tra le stesse imprese .

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