"Basta", la rabbia dei locali contro il Governo

Da oggi 23 dicembre alla fine delle Feste decine di migliaia di bar e ristoranti esporranno un cartello di protesta. Cursano (Confcommercio Firenze): "Aprono e chiudono le nostre aziende come interruttori"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2020 15:53

Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da oggi (23 dicembre 2020) e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali, a Firenze come nel resto d’Italia, esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore. Rabbia ed esasperazione riassunte nel manifesto unitario siglato da Fipe -Confcommercio, la principale associazione di rappresentanza dei pubblici esercizi.

“22 DPCM, 36 decreti-legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato”, dice il presidente di Confcommercio Firenze Aldo Cursano, che di Fipe è presidente regionale e vicepresidente vicario nazionale, “per questo diciamo basta ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e increduli”.

Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini. “Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza”, prosegue Cursano, “per questo nel manifesto ci rivolgiamo ai nostri clienti: chiediamo loro di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La loro gratificazione eÌ la nostra forza ed il nostro futuro”.

Al governo, i pubblici esercizi chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra. “La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione”, spiega il presidente della Confcommercio fiorentina.

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