​Amianto e Scuola a Firenze, oltre il senso del ridicolo c'è lo Stato

L'incredibile cronistoria di un intervento urgente che non è stato mai attuato

Antonio
Antonio Lenoci
23 febbraio 2015 09:46
​Amianto e Scuola a Firenze, oltre il senso del ridicolo c'è lo Stato

Torniamo sul tema dell'Amianto all'interno dell'Istituto Leonardo da Vinci di Firenze, perché l'ultimo nostro articolo ha suscitato particolare interesse da parte dei lettori. Avete chiesto come mai nessuno si sia interessato sino ad ora alla vicenda, qualcuno ha persino domandato come mai non si sia provveduto a chiudere i locali trasferendo l'attività didattica altrove in attesa di capire il da farsi e per suffragare l'ipotesi avete fatto l'esempio della Scuola allagata "Se piove in aula si chiude la Scuola e se c'è l'Amianto si fa comunque lezione?". Rispondiamo subito che sono anni che se ne parla, ogni tanto, come accaduto nel 2005-2006 il tema torna alla ribalta come "Attualità" e poi svanisce come neve al sole.

Ma l'Eternit non svanisce. Ad oggi l'ultima dichiarazione è quella di Filippo Bonaccorsi, ex assessore fiorentino ed oggi alla gestione del Piano per la Scuola che ha spiegato come vi siano fondi INAIL ai quali poter attingere per risolvere un problema definito "Una priorità".Una ex studentessa del Leonardo da Vinci ha commentato sul profilo Facebook di Nove da Firenze: "Ho fatto l'ITI,terminato nel 2005...nel 2000 già si occupava per l'amianto..

hanno sempre ribattuto che l'amianto era isolato e non avrebbe fatto danni a nessuno. Anche se poi i danni irreversibili creati da questo veleno si vedono negli anni, chissà come andrà a finire".Nel 2005 Giovani Liberaldemocratici erano impegnati sul caso ITI: "L’Istituto Tecnico Industriale Leonardo da Vinci di Firenze è a rischio amianto" dichiarava Federico Perugini."Il tetto e le pareti di uno degli edifici della Scuola, risalente agli anni ’60, sono foderati di eternit.

Lo stato di pericolo per gli studenti ed il personale è altissimo ed inaccettabile. Come mai nessuno ha fatto ancora nulla? Perché le autorità preposte non hanno proceduto alla necessaria bonifica?"."Come se non bastasse proprio in questi giorni, il Quartiere 5, dove è situata la scuola, ha inviato il proprio giornalino, nel quale viene riportato il caso ITI, non menzionando tuttavia il problema del rischio amianto e la questione del giardino cantierizzato per i lavori TAV, mancando di rispetto agli studenti stessi.

Quindi non solo l’amministrazione non dà risposte concrete per la risoluzione dei problemi, ma addirittura cerca di ridimensionarli" accusava Perugini.Nel 2006 Dario Nardella, attuale sindaco di Firenze ed ancor prima vicesindaco nella Giunta Renzi, era nel 2006 presidente della Commissione Cultura sotto la Giunta Domenici.

Parliamo di 10 anni fa.L'intera Commissione fece un sopralluogo all'I.T.I. c'erano i consiglieri Enrico Bosi, Vice Presidente, Daniele Baruzzi, Jacopo Cellai, Rosa Maria Di Giorgi, Giovanni Donzelli, Lucia Matteuzzi, Massimo Pieri, Marco Ricca, Anna Maria Soldani e Domenico Valentino già Soprintendente a Firenze. Con loro il Dirigente Scolastico, ing. Andrea Papini, insieme alla professoressa Giambi e ad alcuni docenti e rappresentanti degli studenti, tra loro il professor Girolamo Dell'Olio in rappresentanza degli studenti.

Dal verbale risulta che: "La Commissione si reca in visita all'edificio del biennio, dopo le recenti polemiche apparse anche sulla stampa cittadina; il Preside spiega che è intervenuta l'ASL che ha provveduto a rimuoverne una parte e ha predisposto un disciplinare d'uso delle stanze, per evitare la fuoriuscita delle polveri. Interviene inoltre con 2 controlli annui (marzo-ottobre) per la verifica dell'aria e delle polveri presenti, fino ad oggi con esito negativo" da notare la totale assenza del termine "Amianto" tanto da far risultare l'intero periodo, all'occhio estraneo, una frase totalmente priva di significato."Il Presidente, Dario Nardella, informa che parlerà quanto prima con l'Assessore all'Istruzione sottolineando quanto emerso dal sopralluogo:- valutare le situazioni di emergenza per potervi provvedere in tempi rapidi, sollecitando la Direzione Servizi Tecnici alla quale il Dirigente Scolastico ha già fatto presente la necessità dei lavori di manutenzione straordinaria".Il consigliere Giovanni Donzelli, oggi consigliere regionale e candidato presidente alle Elezioni 2015 in Toscana ricordava nell'occasione una mozione da lui presentata "Un punto di partenza per avviare un confronto e per intervenire con quei lavori che rendano dignità all'Istituto.

Propone quindi al Preside di redigere un elenco degli interventi di ordinaria manutenzione, con l'impegno a trovare nel frattempo risorse per la ricostruzione totale del biennio ed avviare un percorso con il nuovo Ministro all'Istruzione unitamente alla Regione Toscana e alla Provincia, (dato che solo il 35 % degli studenti sono fiorentini) per un passaggio allo Stato senza conseguenze traumatiche"Il prof. Girolamo Dell'Olio, in qualità di rappresentante dell'assemblea degli studenti: "Rammaricandosi di aver saputo dell'audizione solo il giorno precedente; ritiene che il Consiglio, nel corso della discussione effettuata lo scorso 20 dicembre, abbia prestato scarsa attenzione ai problemi dell'ITI.

Consegna ai membri della Commissione ulteriore copia della documentazione intercorsa fra l'istituto e l'assessore all'istruzione, sottolinea il degrado generale della struttura, nonché la pericolosità dei cantieri della TAV attigui all'ITI e sottolinea, a sua volta, la necessità di mantenere la compattezza dell'ITI-IPIA" ma il Presidente Nardella e la consigliera Rosa Maria Di Giorgi che sarebbe diventata poi Assessore all'Istruzione proprio con Renzi sindaco ed oggi è Senatrice della Repubblica, invitavano il professore "a mantenere il discorso sul tema prestabilito e ad evitare di consegnare atti che esulano dalla discussione attuale" Dell'Olio con la Tav andava fuori tema, ma considerato il punto al quale Firenze si trova forse il professore era 10 anni avanti.Sempre da verbale: "Il Presidente, infine, riepiloga quanto stabilito: - Provvedere, se possibile, agli interventi di manutenzione urgenti da valutare di concerto fra l'Assessorato all'Istruzione e quello ai Servizi Tecnici, coinvolgendo anche la Provincia per una assunzione di responsabilità;- Verifica dello stato degli interventi di manutenzione straordinaria all'edificio del biennio".

In Provincia il Presidente era Matteo Renzi (2004-2009).Il verbale veniva letto, approvato e sottoscritto nella seduta del 23 febbraio 2006. Non accade nulla però ed il 27 marzo 2007, un anno dopo il verbale redatto dal Comune di Firenze, il deputato Salvatore Raiti, Italia dei Valoriinterroga ben tre Ministeri: Salute, Pubblica Istruzione ed Ambiente ed il 5 gennaio del 2008, quasi un anno dopo, arriva una risposta scritta.Nella premessa di Raiti: "Si evidenzia come l'ITI «Da Vinci», sia una scuola comunale e non statale e l'amministrazione di riferimento per ora non sia riuscita a dare risposte concrete, nonostante ci siano state anche in questo caso manifestazioni di protesta e scioperi; la scoperta della cancerogenicità dell'eternit risale agli anni '80 e non è accettabile che non tutti gli edifici sul suolo nazionale siano stati messi in stato di sicurezza; l'esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi); le esposizioni negli ambienti di vita, come una scuola, sono, in generale, di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non sono assolutamente da sottovalutare perché l'effetto neoplastico non ha in assoluto valori di soglia.

Si deve dunque intervenire sulla possibilità di considerare l'amianto un contaminante ambientale normalmente presente nelle aree antropizzate; sulla base di queste considerazioni, sono stati emanati, oltre alla legge n. 257 del 1992, alcuni decreti applicativi che hanno l'obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto in edifici, manufatti e coperture; lo stato di pericolo per gli studenti e per il personale scolastico è elevatissimo ed inaccettabile; dalla documentazione si evince che il Comune risulta essere inadempiente nel risolvere tale stato di cose, soprattutto in ragione del fatto che mancano le risorse in seguito ai tagli alla Finanziaria nei confronti degli Enti Locali".La Risposta: "Si fa presente che questa Amministrazione, ai sensi della vigente normativa in materia e, per ultima, della legge 11 gennaio 1996, n.

23, non partecipa direttamente all'attivazione di opere di edilizia scolastica sul territorio, essendone riservata la programmazione alle rispettive Regioni e la loro concreta attuazione (realizzazione, fornitura, manutenzione ordinaria e straordinaria, compresi l'adeguamento a norma e la messa in sicurezza) ai singoli Enti locali, Comuni e Province, puntualmente obbligati. Altrettanto vale per la vigilanza - peraltro facente capo agli organismi a ciò istituzionalmente preposti, quali le Aziende sanitarie locali, i Vigili del fuoco e gli Uffici tecnici degli Enti locali - in merito all'effettiva assunzione delle opportune misure previste dalla normativa di settore da parte degli Enti citati, ai quali competono anche le attività relative all'adozione degli eventuali provvedimenti contingibili ed urgenti, ove le circostanze obiettive lo dovessero richiedere e la cui effettiva sussistenza non rientra nei poteri d'accertamento di questo Ministero.

Ciò nonostante, questa Amministrazione vi ha spesso fattivamente contribuito, ad adiuvandum, attraverso l'attribuzione di appositi finanziamenti, sotto forma di mutui accendibili presso la Cassa depositi e prestiti con totale ammortamento a carico dello Stato; in particolare - ai sensi dell'articolo 4 della citata legge n. 23 del 1996, che ha previsto l'attivazione di piani triennali di programmazione regionale, articolati in singoli piani annuali attuativi - al momento è stata complessivamente attribuita una somma equivalente a circa 4.000 miliardi di vecchie lire.

Questa somma, secondo gli indirizzi previsti nei singoli decreti di riferimento, è stata essenzialmente destinata proprio alla messa a norma ed in sicurezza degli edifici scolastici, favorendo così la concreta applicazione, da parte dei competenti Enti locali, della normativa di riferimento, in particolare dell'articolo 15 della legge n. 265 del 1999, che prevedeva il completamento di tali attività entro il termine del 31 dicembre 2004, successivamente prorogato al 30 giugno 2006; essa si aggiunge alle somme già erogate in precedenza per analoghe finalità ed ammontanti ad altri 5.700 miliardi di lire (leggi 488/86, 430/91 e 431/96). Per garantire l'effettiva e rapida realizzazione degli interventi necessari, la legge ha previsto la sottoscrizione di un «patto per la sicurezza» tra Stato, Regione ed enti locali della medesima regione, concorrendo in parti uguali nello stanziamento delle risorse necessarie.

La stessa legge ha inoltre previsto che, dopo la sottoscrizione di tali patti, le regioni possono fissare un nuovo termine di scadenza per il completamento delle opere di messa in sicurezza e di adeguamento a norma degli edifici scolastici, diverso dall'anzidetto termine del 30 giugno 2006 ormai scaduto; il nuovo termine decorre dalla data di sottoscrizione del «patto» e non potrà comunque superare il 31 dicembre 2009. E ancora, sempre in attuazione della legge finanziaria 2007, in data 2 novembre 2007, tra il Ministro della pubblica istruzione e il Presidente dell'INAIL, è stato siglato un protocollo d'intesa che prevede cento milioni di euro per le scuole per il triennio 2007-2009, al fine di promuovere l'attivazione di interventi mirati, diretti alla messa in sicurezza ed alla eliminazione delle barriere architettoniche nelle scuole secondarie" i fondi INAIL, nel 2007 come nel 2015.Per quel che concerne il Ministero dell'Ambiente "Il Dicastero ha comunicato che dalla documentazione trasmessa dalle amministrazioni competenti si evince che sono stati effettuati interventi di bonifica dei materiali contenenti amianto ovvero si sono svolti sopralluoghi, dai quali è emerso che lo stato di conservazione di detti materiali è «buono».

Nella nota inviata dall'Azienda regionale per l'ambiente della Toscana (Arpat) si fa, inoltre, riferimento alla mappatura dell'amianto in Toscana ed alla elaborazione dei dati che la stessa sta effettuando. Segnatamente, lo stesso Dicastero dell'ambiente ha fatto presente che, nei casi di accertata presenza di materiali contenenti amianto, la normativa vigente - legge n. 257 del 1992 e decreto del Ministero della sanità 6 settembre 1994 - stabilisce che il proprietario dell'immobile non ha l'obbligo di rimuovere il materiale contenente cemento-amianto, ma di mantenerlo in buono stato di conservazione, nominando un responsabile della gestione del problema e prevedendo l'attuazione di alcune misure di sicurezza che coinvolgono tutti i soggetti che a vario titolo hanno la responsabilità dell'edificio interessato, in questo caso, quindi, il Comune o la Provincia in qualità di proprietario, il Dirigente scolastico nella veste di responsabile delle attività.

Tali misure consistono: nell'individuazione di referenti, nell'organizzazione di un calendario di ispezioni e controlli periodici, nella gestione di un dossier che raccolga tutta la documentazione relativa ai materiali in questione, nella predisposizione di una corretta informazione agli occupanti l'edificio riguardo alla presenza di amianto. Per quel che riguarda in particolare l'Istituto tecnico industriale non statale «Leonardo Da Vinci», trattasi, come già detto, di una scuola del comune di Firenze e, in quanto tale, fa capo alle dirette ed esclusive competenze e responsabilità dell'Ente locale".Infine, "L'Arpat ha effettuato un sopralluogo dal quale è emerso che i materiali contenenti amianto sono soggetti ad una procedura scritta di controllo e sono sottoposti ad una manutenzione periodica.

Il loro stato di conservazione è risultato, pertanto, buono" firmato il Viceministro della pubblica istruzione: Mariangela Bastico.Nello stesso momento però, era il 2007, Arpat in merito alla Mappatura spiegava che: "Le informazioni raccolte dovrebbero essere aggiornate e integrate, sia perché i materiali sono stati soggetti ad ulteriore deterioramento, sia perché per alcuni ambiti di intervento - quali ad esempio gli edifici pubblici o aperti al pubblico - il database fa riferimento alle autodichiarazioni dei soggetti che hanno compilato il questionario, non sempre a conoscenza del fatto che nei propri edifici potevano trovarsi materiali contenenti amianto".Nel 2011 in merito al famoso passaggio dell'ITI allo Stato, l'assessore provinciale di Firenze, Giovanni Di Fede dichiarava: “Sono diversi anni che l’Iti ha bisogno di importanti investimenti nella manutenzione straordinaria, interventi per circa 8 milioni di euro non più derogabili. Fino ad oggi la competenza su questa scuola era del Comune ma ora, prima di passare alla Provincia, deve essere affrontata – con impegno condiviso – la questione della messa in sicurezza e della ristrutturazione. Per questo, suggerisco a Palazzo Vecchio di investire una parte di quegli’undici milioni di euro risparmiati proprio in manutenzione.

Noi abbiamo più volte segnalato – durante il tavolo provinciale – la necessità di stornare questi fondi per rifare alcune parti della scuola che necessitano di interventi urgenti, ma un accordo ancora non è stato trovato. La Provincia – dice Giovanni Di Fede – è disposta a fare la sua parte ma è necessario non mollare tutto in mano a noi senza fornirci i fondi per intervenire adeguatamente”. Quella Provincia che nel 2015 intanto è sparita.

A novembre 2014 nella XVII Legislatura il Leonardo da Vinci torna in Parlamento, primo firmatario dell'interrogazione è Zolezzi Alberto del movimento 5 Stelle e firmano anche Samuele Segoni, De Rosa Massimo Felice, Micillo Salvatore, Patrizia Terzoni, Federica Daga e Mirko Busto che così scrivono nel testo inviato ai soliti tre Ministeri: "Uno dei più antichi e storici istituti tecnici Industriali sorti nell'Italia post unitaria è l'istituto tecnico industriale «Leonardo Da Vinci» di Firenze sito in via delle Terzolle.

Nel 1865, la Civica Rappresentanza, come si legge nelle cronache dell'epoca, fondava la prima scuola tecnica fiorentina, aggregandola all'istituto Classico Dante" per pura coincidenza la nota scuola frequentata dall'attuale Premier, Matteo Renzi.Scrivono ancora i deputati: "Con delibera del consiglio comunale di Firenze n. 38 del 25 giugno 2007 «Statalizzazione dell'ITI-IPIA Leonardo da Vinci» il consiglio comunale di Firenze procedeva alla approvazione della convenzione per la trasformazione dell'ITI-IPIA Leonardo da Vinci in Istituto Statale a partire dall'anno scolastico 2007/2008.

Con successivo atto di convenzione tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed il Comune di Firenze quest'ultimo assumeva l'impegno di «stipulare una convenzione con la Provincia di Firenze per definire le modalità di accollo da parte della predetta Amministrazione Provinciale, degli oneri in materia di istituti secondari superiori di cui la legge dell'11 gennaio 1996 n. 23» (articolo 4 Convenzione). Non risulta che la predetta convenzione tra il comune e la provincia sia stata mai formalizzata, sebbene l'articolo 3, comma 1, lettera b) della legge n.

23 del 1996, «Norme per l'edilizia scolastica», individui nella Provincia l'ente competente alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici sede di istituti e scuole di istruzione superiore; risulta che alcuni ambienti dell'istituto scolastico «Leonardo Da Vinci» siano seriamente compromessi a causa della presenza di amianto nelle aule e nei laboratori tecnici. Come noto l'esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi); le esposizioni negli ambienti di vita, come una scuola, sono, in generale, di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non sono assolutamente da sottovalutare perché l'effetto neoplastico non ha in assoluto valori di soglia; l'articolo 18, comma 8-quater, del decreto-legge n.

69 del 2013 (cosiddetto decreto del fare) contiene una norma che autorizza la spesa di 150 milioni di euro al fine di attuare misure urgenti in materia di riqualificazione degli edifici scolastici in cui è stata censita presenza di amianto".I deputati pentastellati chiedono, ancora una volta: "Se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non ritengano necessario assumere iniziative per verificare quali siano le ragioni che hanno fino ad oggi impedito la bonifica e lo smaltimento dell'amianto nell'ITI-IPIA «Leonardo Da Vinci» e se siano state attivate le misure urgenti in materia di riqualificazione degli edifici scolastici con presenza di amianto, in base a quanto previsto dall'articolo 18, comma 8-quater, del decreto-legge n.

69 del 2013".Ed arriviamo davvero all'Attualità. Il 20 febbraio 2015 è anche il deputato del Partito Democratico, Federico Gelli ad interrogare il Governo chiedendo: "Se e quali iniziative per quanto di competenza il Governo intenda porre in essere in relazione alla bonifica e la messa in sicurezza dell'istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze, citato in premessa, in considerazione dei rischi legati alla possibile esposizione alle fibre di amianto, tuttora presenti, e se non intenda, altresì, verificare la possibilità di attribuire la massima priorità a tutti gli istituti che sul territorio nazionale si trovano nelle medesime condizioni anche in relazione alla attribuzione delle risorse da parte dello Stato centrale".

La risposta ancora non c'è. In attesa che sia lo Stato a scrivere l'ultima pagina di questa storia, tutelando salute e diritti dei cittadini, le lezioni proseguono. Il Biennio è ancora aperto. Mentre i ragazzi, nella migliore delle ipotesi, permangono solo due anni all'interno della struttura, diverso è il caso dei professori che vi hanno svolto un lungo periodo di permanenza. Poteva andare peggio, poteva piovere. Meglio sarebbe stato se sui banchi fosse gocciolata dell'acqua piovana. 

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