Addio a Paola Garvin in Regione: lacrime e commozione profonda

La cerimonia laica nell’Auditorium Spadolini. Intorno alla famiglia una folla di amici e colleghi. Il marito Nugnes: "Tutti eccezionali". Le parole del presidente Giani e dell’assessore alla sanità e sociale, Saccardi. “La legge sul terzo settore che andrà in Consiglio prossimamente è merito suo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2020 17:13
Addio a Paola Garvin in Regione: lacrime e commozione profonda

Firenze – Il giorno dell’addio a Paola Garvin, per molti, ha il sapore delle lacrime ingoiate davanti al feretro nell’Auditorium del Consiglio regionale. Fuori la folla che si assiepa fino a metà cortile; dentro Eugenio Giani, Stefania Saccardi, il compagno, Lucio Nugnes; gli adorati nipoti, i molti che con lei hanno condiviso una vita di lavoro e di amicizia.

“Una personalità forte e generosa, seria, dedita fino in fondo agli altri e al suo lavoro”. Così Giani ha ricordato “l’amica” che, spiega, “complice e ricca di sentimenti e calore” l’ha sostenuto fino all’’ultimo. Una ‘pioniera’ con il marito, che ha creato una palestra di scherma “tra le più importanti a livello nazionale”, aggiunge Giani, che ora annuncia di aver proposto all’assessore allo sport del Comune di Firenze, Cosimo Guccione “di intitolare a Paola la palestra senza nome che lei e il marito hanno fondato”.

Nelle parole del capo della comunità ebraica di Firenze, Marco David Liscia, il ricordo “di un’amica” che “è sempre stata vicina alla comunità e ci mancherà” e, appunto, dell’insegnante di scherma ancora adorata dagli allievi che oggi non sono più bambini, ma uomini.

“Amica” anche nelle parole istituzionali di Sara Funaro, l’assessore alla sanità e al sociale del Comune di Firenze: “Ha avuto la capacità di tenere insieme le persone, di unire e non dividere: nella vita privata, professionale e sociale”.

A lei, a Paola, viene riconosciuta da tutti “la capacità di ascolto, di fare sentire unica ogni persona” e una grande, unica, professionalità. “Un punto di riferimento certo, una donna colta, capace di grande umanità e portatrice naturale di attenzione per gli altri – spiega Giovanni Palumbo, direttore dell’Istituto degli Innocenti, che per anni ha collaborato con la Garvin-: mi ha cresciuto e continuerà a farlo”.

Le si annodano le parole e a tratti s’infrange la voce, ma Stefania Saccardi riesce a tirare fuori una definizione densa come chi non c’è più: “aveva una sorta di rigore flessibile”, dice, “una mostruosa capacità di lavoro”; “non mollava mai”. Mai. Fino a sabato scorso, fino a che non ce l’ha fatta più. Ma, precisa l’assessore, “La legge sul terzo settore che andrà in Consiglio prossimamente è merito suo”.

L’ultimo saluto è quello del compagno di una vita, Lucio Nugnes che sembra parlare a nome di lei, di Paola Garvin. Ringrazia tutti, medici, amici, colleghi. “Tutti eccezionali”, tante “eccellenze”. La platea si commuove, sciama lentamente fuori dell’Auditorium. 

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