Banche in crisi: acquisizione per l'Etruria e definizione del contenzioso per la Popolare Vicenza

30 euro ad azione agli 'scavalcati'. Il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli: “Una conclusione positiva. Ora serve rispetto dell’accordo sul fondo esuberi”. L'approvazione della commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario

Redazione Nove da Firenze
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15 gennaio 2017 18:55
Banche in crisi: acquisizione per l'Etruria e definizione del contenzioso per la Popolare Vicenza

Nelle vicende gemelle delle due ex popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, vi è una categoria particolare di azionisti costituita dai cosiddetti "scavalcati". Come noto dalle cronache, ci sono azionisti -tra cui molti nomi noti- che sono riusciti a vendere le azioni mentre i comuni mortali rimanevano in attesa. Scavalcato è quindi l'azionista che ha messo in vendita i propri titoli e che sarebbe stato soddisfatto se non ci fossero stati i raccomandati. Non tutti i venditori sono scavalcati, ma solo quelli che effettivamente avrebbero venduto le azioni perché in quel momento il fondo acquisto azioni proprie della banca aveva la disponibilità economica per farlo.

Gli altri, quelli per cui non sarebbe in ogni caso avvenuta la vendita per mancanza di risorse economiche del fondo, non sono invece considerati danneggiati. Lo scorso 9 gennaio, le due banche hanno presentato l'offerta di ristoro agli azionisti, affermando che i casi di azioni sottoscritte o comprate con finanziamento e di venditori scavalcati sono trattati in maniera separata.

L'Associazione per i diritti degli utenti e consumatoriAssociazione per i diritti degli utenti e consumatori è entrata in possesso di un documento interno della Banca Popolare di Vicenza: "La banca ha individuato i clienti per i quali, se non ci fossero stati i raccomandati - spiega Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc- la vendita sarebbe avvenuta perché in quel momento il fondo acquisto azioni proprie aveva la capienza per comprare le loro azioni. L'individuazione degli interessati è stata fatta dagli organi interni della stessa banca, ma con la Consob a vigilare è difficile abbiano posto in essere un qualche intrigo a sfavore di qualcuno e a favore di altri. Sono esclusi coloro i quali hanno sottoscritto o comprato le azioni con finanziamento e coloro i quali hanno avviato vertenze legali.

Questi ultimi possono però rientrare se rinunciano a proseguire nelle vertenze. Gli interessati riceveranno entro la fine del mese di gennaio una raccomandata a/r con l'invito a recarsi in agenzia. Popolare Vicenza offre ai destinatari la somma di 30,00 euro per ciascuna azione. Veneto Banca farà lo stesso ma non disponiamo ancora dati precisi sull'offerta. Usando lo stesso parametro di Popolare Vicenza (il 48% del prezzo massimo), il prezzo offerto da Veneto Banca sarebbe di 19,56 euro per azione".

I rimborsi automatici in favore degli obbligazionisti retail di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, coprono meno della metà delle perdite subite dai piccoli risparmiatori, e pertanto rappresentano un fallimento del Governo e non soddisfano minimamente gli investitori. Lo afferma il Codacons, commentando le dichiarazioni del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione sul decreto 'salva-risparmio'. “Quando tutte le pratiche saranno espletate, gli indennizzi raggiungeranno quota 190 milioni di euro, appena il 44% di quanto perso dagli obbligazionisti – denuncia il presidente Carlo Rienzi – Il valore delle obbligazioni azzerate per i 12.500 risparmiatori retail delle 4 banche ammonta infatti a 431 milioni di euro, ma non tutti hanno potuto beneficiare dei rimborsi parziali all’80%, in quanto la procedura era riservata ai patrimoni mobiliari inferiori ai 100mila euro e reddito al di sotto dei 35.000 euro”. “Ricordiamo pertanto ai risparmiatori coinvolti nel crac di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti che è ancora possibile chiedere il ristoro dei danni patrimoniali subiti, inserendosi nei procedimenti avviati dalla magistratura – prosegue Rienzi – In tal senso è possibile partecipare alle azioni risarcitorie avviate sul sito”.

“Accolgo favorevolmente l’operazione da parte di Ubi Banca dell’acquisto del cento per cento del capitale di Nuova Banca Etruria. L’accordo chiude oltre un anno di graticola mediatica a cui è stata sottoposta l’intera città per effetto del cosiddetto ‘decreto salvabanche’. Se l’ingresso di Banca Etruria nella galassia Ubi Banca non comporterà modifiche rispetto agli accordi raggiunti da Banca Etruria sui destini del personale dipendente, tramite il fondo esuberi che prevede la riduzione di circa duecentocinquanta unità, non ci aspettiamo ripercussioni negative sui livelli occupazionali -interviene il sindaco Alessandro Ghinelli- La riduzione concordata verrebbe infatti a coincidere con la percentuale spettante proporzionalmente al numero di addetti di Banca Etruria rispetto al più volte ventilato, ma mai confermato, numero complessivo di 900 esuberi valutati per le tre banche oggetto di acquisto.

Questo territorio non può permettersi ulteriori crisi occupazionali”.

'Il via libera dato della Camera dei deputati all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario è una farsa: abbiamo fondati dubbi che tale commissione non prenderà mai il via. Il PD dopo aver approvato il bail in e aver derubato 130 mila famiglie tramite il famoso Decreto salva banche fa la verginella, fingendo di rendersi conto solo ora che sono stati compiuti errori madornali”. Così la deputata M5S Chiara Gagnarli insieme ai colleghi di commissione finanze. “Ieri, attraverso la nostra mozione, abbiamo proposto 19 punti per risolvere i danni creati dal PD e ripristinare ordine nel sistema bancario ma ne è stato approvato soltanto uno, quello relativo all’istituzione di detta commissione.

Tra i punti bocciati, che andavano al cuore del problema, segnaliamo quello che prevedeva di eliminare o, al più, modificare, l’efficacia della direttiva sul bail-in. Respinte anche le nostre richieste per rivedere la disciplina europea sugli aiuti di Stato, sollecitare l’avvio di campagne di informazione sul bail in, fare piena trasparenza sui finanziamenti erogati dalle banche italiani e su chi li ha autorizzati, vigilare affinché i finanziamenti della BCE siano indirizzati verso l’economia reale, risarcire gli obbligazionisti subordinati che hanno perso i propri risparmi a seguito dell'applicazione delle nuove norme sul bail-in, riformare adeguatamente e rendere più severe le norme del codice penale in merito ai reati più comuni attuati ai danni dei patrimoni bancari, agevolare il ricorso allo strumento della class action collettiva.

Tutto questo e altro ancora è stato gettato nel cestino perché quando si è trattato di andare al nocciolo della questione Pd e maggioranza hanno tirato i remi in banca, mostrando la loro vera intenzione: fare soltanto finta di agire”.

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