Dossier Ustica - Lo scenario internazionale

A distanza di 20 anni non si può spiegare l'interesse che viene ancora dedicato alla tragedia di Ustica se non la si mette strettamente in connessione con il luogo dov'è avvenuta. Ma non tanto in riferimento alla piccola isola a nord della Sicilia, quanto più complessivamente all'area del Mediterraneo e all'importanza strategica di questo mare.

Alla fine degli anni '70 l'attenzione internazionale è rivolta al bacino del Mediterraneo a causa del problema energetico. L'alto grado di dipendenza dell'Occidente dalle fonti energetiche concentrate in Medio Oriente e il conseguente problema di come garantire le vie del petrolio hanno trasformato il Mediterraneo in un luogo di confronto Est-Ovest e Nord-Sud. Oltre alle petroliere che fanno la spola da un porto all'altro, nuovi oleodotti spostano il Greggio dall'Iraq alla Turchia, dall'Arabia Saudita e dall'Egitto, senza dimenticare i gasdotti che partono non solo dal Medio Oriente, ma anche dal Nord-Africa e dal Sud dell'Unione Sovietica.

U.S.A. e U.R.S.S.si fronteggiano nel Mediterraneo, schierando 2 potenti flotte. Quella americana conta su portaerei nucleari (classe Enterprise e Nimitz da 90.000 tonnellate), e convenzionali (classe Forestal, Kennedy e Midway da 60.000 tonnellate), dalle quali possono decollare poco meno di un centinaio di aerei da combattimento, oltre a elicotteri e aerei di supporto. La VI Flotta (che ha il suo comando a Napoli) conta poi su incrociatori nucleari lanciamissili e sommergibili convenzionali e nucleari.

La flotta sovietica del Mediterraneo ha il suo quartier generale a Sebastopoli. Dispone di 85 unità di superficie, 25 sommergibili, un centinaio di aerei da combattimento e numerosissime navi appoggio.

In questo scenario l'Italia ha naturalmente una posizione chiave. In particolare da quando la Gran Bretagna, alla fine del 1978, ha deciso il ritiro delle sue forze da Malta. La sicurezza dell'isola-stato secondo i Maltesi dovrebbe essere garantita da un accordo che coinvolge 5 paesi: Algeria, Francia, Italia, Libia e Tunisia, ma consiglieri militari libici sono subito arrivati a La Valletta per addestrare le forze armate locali. Tuttavia il premier maltese Dom Mintoff tratta riservatamente con gli Italiani un'intesa che sganci la sovranità dell'isola dal controllo libico. Proprio nel 1980 le trattative giungono a compimento, grazie a 3 visite a Malta del sottosegretario agli Esteri Zamberletti. A garantire consistenti aiuti economici è il nuovo governo di Pentapartito, insediatosi il 4 aprile.

Intanto la Saipem 2, una nave piattaforma dell'E.N.I., inizia ricerche petrolifere sui giacimenti di Medina, per conto della Texaco. Mintoff vuole sottrarsi dalla dipendenza nei confronti della Libia anche nel settore energetico.

Il 27 giugno il leader libico Muhammar Gheddafi dovrebbe raggiungere la Polonia, ma la visita viene annullata all'ultimo minuto. La sera, lungo ad una rotta simile a quella che avrebbe dovuto tenere l'aereo presidenziale, un velivolo civile, un DC9 dell'Itavia diretto da Bologna a Palermo, precipita nel mar Tirreno: 81 i morti. Il 17 luglio viene "ufficialmente" ritrovato fracassato sulla Sila un Mig dell'aviazione libica. Di entrambi gli episodi il sistema di difesa italiano non fornisce una versione plausibile. Dell'aereo civile si ipotizzerà subito sia caduto per un cedimento strutturale, mentre del Mig si dirà che il pilota ha tentato la diserzione, precipitando senza carburante in Calabria.

Frattanto per quanto riguarda la Libia, analisti internazionali scrivono di una fase politica delicatissima, forse della repressione di un tentativo di colpo di stato.

Mentre l'opinione pubblica italiana è concentrata sull'attentato dinamitardo che il 2 agosto, a Bologna, ha provocato decine di morti, il 21 agosto Gheddafi invia una fregata militare davanti Saipem 2 con un ultimatum: o la nave italiana si ritira da un'area a sovranità libica, o verrà presa a cannonate. Una settimana dopo il Ministro degli Esteri libico Alì Addelasam Treiki consegna all'Ambascitore Alessandro Quaroni una richiesta di risarcimento danni per la colonizzazione italiana e la II guerra mondiale. Il giorno dopo due unità militari salpano dal porto di Augusta con la missione di proteggere la Saipem 2.

Il 3 settembre Mintoff, che ha espulso i consiglieri militari libici, si reca a Roma in visita ufficiale per definire il trattato italo-maltese. Il ministro della Difesa Lelio Lagorio, parlando al Festival dell'Avanti a Pistoia, dichiara: "E' una scelta doverosa per un paese che è la sesta potenza industriale del mondo. L'accordo con Malta è un gesto di presenza che non può essere rinviato". Invece la firma viene rinviata e l'accordo sarà siglato solo alla fine dell'anno.

Il 31 dicembre 1980 le Brigate rosse assassinano il generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi. Qualche giorno dopo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini afferma in un'intervista alla TV francese: "Perché il terrorismo si scatena in Italia, ponte democratico fra Europa, Africa e Medio Oriente?".

Ma il terrore colpisce anche l'Egitto. Estremisti islamici uccidono in un attentato il premier Sadat, reduce dall'accordo di pace con Israele. In febbraio il Ministro degli Esteri Emilio Colombo fa visita al nuovo premier Mubarak.

Il 15 marzo 1981 il quotidiano moscovita Pravda scrive: "I militaristi italiani vogliono il monopolio del Mediterraneo, ignorando i desideri di decine di paesi che vorrebbero fare di questo mare un mare di pace". L'Avanti risponde: "Mirano a colpire l'anello più debole dell'alleanza atlantica".

In aprile si riunisce a Venezia il Comitato atlantico della N.A.T.O. e, alcuni giorni dopo, il nuovo Segretario di stato USA Gaspar Weinberger incontra Lelio Lagorio all'aeroporto militare di Pisa. Il governo italiano si è dichiarato favorevole all'installazione a Comiso di una base missilistica (per il lancio dei nuovi Pershing 2 e Cruise). Il settimanale L'Espresso titola: "Generale Reagan, sergente Lagorio".

Il 30 aprile il nostro Ministro della Difesa giunge in visita ufficiale a La Valletta, dove la missione militare italiana ha già iniziato il programma di addestramento e cooperazione tecnica.

In primavera tre dragamine italiani partecipano all forza multinazionale in Mar Rosso, decisa dall'O.N.U. per garantire gli accordi Egitto-Israele sul Sinai. In Senato i rappresentanti del PCI abbandonano per protesta i lavori della Commissione Difesa. Giancarlo Pajetta definisce l'iniziativa italiana un atto di sottomissione agli USA.

Il 19 agosto la pace mondiale è in pericolo. Due caccia libici Sukhoi-22 vengono abbattuti sul cielo della Sirte da F-14 Tomcat decollati dalla portaerei Nimiz, che incrocia nel golfo per riaffermarne l'extraterritorialità, contro l'opinione di Gheddafi che lo considera a sovranità libica. Il 1° settembre, in occasione del XII anniversario della rivoluzione, il leader libico afferma: "Se gli Americani violassero di nuovo il golfo della Sirte, noi attaccheremo gli arsenali nucleari in Sicilia, in Grecia e in Turchia". Il Governo italiano convoca l'ambasciatore libico per una protesta ufficiale. L'Italia ha da tempo sospeso le forniture militari alla Libia, ma il 23 ottobre, con intento distensivo, Gheddafi concede una celebre intervista televisiva al Telegiornale italiano, in diretta dalla sua tenda nel deserto. Almeno per il momento la pace è salva.



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