DOSSIER

Il Petrolchimico di Brindisi (1969-1972)

di Tatiana Schirinzi

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Epilogo

La Federazione Unitaria Provinciale di fatto tentò di operare unitariamente ma inceppò spesso, nonostante i buoni auspici sotto i quali era nata, per via della predominanza della CISL e del suo essere in maggioranza assestata, a livello di segreteria provinciale generale, sulle note posizioni antiunitarie di Scalia.

Le conquiste del contratto del 1972 e in generale degli anni trattati - oltre ai lasciti concreti in termini di salario, orario, ferie - lasciarono il segno soprattutto nel senso di una democratizzazione della fabbrica, ma lasciarono pure aperti molti problemi, tra cui quello insolubile della salute all'interno dell'azienda e quello dell'utilizzo degli appalti e della diffusione degli straordinari e del connesso insufficiente aumento del personale. I problemi insoluti si acuirono, e ad essi molti altri se ne affiancarono, nel 1974, quando la fabbrica fu toccata da una forte crisi in seguito alla crisi energetica susseguente alla guerra del Kippur, e ancora di più nel dicembre 1977, a causa di una grave deflagrazione avvenuta una notte, che provocò la morte di tre operai e il ferimento di settanta. La fortissima esplosione causò pure la distruzione dell'impianto P2T-cracking: si trattava l'impianto base dello stabilimento che si occupava della rottura delle molecole pesanti del petrolio e della produzione delle molecole più piccole, a partire dalle quali avvenivano le varie lavorazioni.

Iniziò così uno stillicidio di chiusure di reparti, di ondate di cassa integrazione, di tagli all'occupazione: l'impianto avrebbe in realtà dovuto essere da subito ricostruito, ma l'azienda tentennò per vari anni, fino a che nel 1981 non palesò la volontà di non procedere alla ricostruzione65. Si intrecciarono in quella vicenda la crisi della chimica italiana, la volontà generalizzata di sacrificare i poli di sviluppo meridionali e la specifica volontà della Montedison di immolare all'interno del gruppo l'impianto di Brindisi.

L'impianto continuò la propria vita con vicende alterne, seppure caratterizzate da continuo ridimensionamento, fino a conoscere la definitiva chiusura nel 2000: tutt'ora tuttavia esiste a Brindisi un polo petrolchimico, che, suddiviso in varie fabbriche, dà lavoro ad alcune migliaia di dipendenti. Quello che la Montecatini si è lasciata dietro è un'amplissima area tutt'ora da bonificare, ricca di sostanze nocive non tutte identificate, le falde acquifere inquinate, la catena alimentare interrotta, un porto esterno reso tutto nero dall'inquinamento, le spiagge più vicine alla città distrutte - erano parte del patrimonio collettivo della città, alcune popolari, altre meta della borghesia dai tempi della belle époque - e una grande quantità di morti per i tumori causati, in primo luogo ma non unicamente, dal cloruro di vinile66.

Questa indagine è riuscita ad avvicinarsi alla ricostruzione di quanto avveniva, per alcuni anni e riguardo ad alcune questioni, al petrolchimico di Brindisi, ma non ho certamente gli strumenti per fare una valutazione complessiva dell'esperienza. Questo breve epilogo raccoglie infatti solo una serie di informazioni riguardo a quanto di più tangibile il petrolchimico ha lasciato alla città: non ho in mano la documentazione sufficiente, se escludo le valutazioni fatte da altri in modo generico sull'esperienza dei "poli di sviluppo", per valutare il complessivo impatto economico che ebbe su Brindisi, né per dire quanto abbia, in modo diretto e soprattutto indiretto, innescato eventualmente mobilità sociale e complessivamente modificato i costumi e le attitudini dei brindisini. Questo dossier costituisce quindi a solo un piccolo primo tentativo di sistematizzazione delle informazioni esistenti, nell'auspicio che tutto quello che è stato accennato possa essere da altri o in altro momento allargato, sviluppato, risistemato, fino a costruire realmente il racconto di quello che fu e tutt'ora rappresenta il petrolchimico a Brindisi.



65. Cfr. D. Urgesi, Le forme della coscienza operaia, cit., pp. 63-66 e Archivio privato Nicola Pacifico, Documenti, Documento di un gruppo di lavoro sull'esplosione nominato dalla FULC provinciale, 22 dicembre1977.

66. Cfr. N. Benatelli, Processo a Marghera : l'inchiesta sul Petrolchimico, il CVM e le morti degli operai : storia di una tragedia umana, Portogruaro, Nuova dimensione, 2002; "Corriere della Sera", 10 novembre 2000, p. 18; "Umanità Nova", 26 novembre 2000.


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