Regionali, Sandra Bianchini: "Il centrodestra può imprimere una svolta storica alla Toscana"

"Serve un'amministrazione che prenda in considerazione cosa sia veramente un'impresa"

Marco
Marco Bazzichi
13 luglio 2020 13:46
Regionali, Sandra Bianchini:

“Saranno elezioni diverse nella storia della Toscana. Il Pd si aspetta di vincere facilmente, ma non sarà così. E rischiano seriamente di perde”. Ne è convinta Sandra Bianchini, volto noto a Firenze e non solo, come Hr manager e consulente per Gruppi nazionali e internazionali. La vedremo candidata col centrodestra? E’ probabile, ma non c’è certezza, le liste sono ancora in divenire. Certo, sarebbe un volto femminile da sommare, in cima alla lista, a quello di Susanna Ceccardi, l’eurodeputata della lega alla guida della coalizione. “Sarebbe fantastico, una svolta storica se vincesse lei, perché avremmo finalmente una donna, non di centrosinistra, e pure giovane, che non guasta”, osserva Bianchini. “Ceccardi è anche straordinariamente determinata”.

“E’ veramente assurdo -continua- che da 50 anni si susseguono giunte regionali dello stesso colore. Non è democrazia, questa”. Quali sono le priorità per chi andrà al Governo della Toscana? “Prima di tutto -risponde Bianchini- si deve occupare dello sviluppo economico, di imprese, pmi, di partite Iva, di professionisti, di turismo, e di tutto quel mondo del lavoro che la sinistra non riesce a non prendere nemmeno in considerazione. “La Regione rossa di Rossi -prosegue Bianchini- ha sempre visto l’impresa come una mucca da mungere o come qualcuno che evade le tasse, questa è la mentalità che abbiamo da sempre in Regione.

La libera impresa non è supportata”. Nessuna di questa persone ha idea di come funzioni. E lo si vede nella burocrazia. In Toscana è veramente dura, a differenza dell’Emila-Romagna, che pure è Regione rossa, ma dove ho lavorato ho trovato molta attenzione alle imprese. Si tratta di una questione culturale più che politica e ideologica. Poi sicuramente la sanità e vi è un terzo problema su cui la Regione può fare molto, nell’ambito delle proprie competenze: la scuola”. 

Cosa può far propendere l’elettorato verso il centrodestra? “Sicuramente c’è un enorme problema culturale, più che politico, che è esploso con l’emergenza coronavirus: è il sindacato. Il sindacato ha ha sempre tutelato che il lavoro ce l’ha, il lavoro pubblico prima di tutto e lo vediamo tuttora: più del 50% dipendenti pubblici sono in smart working, mentre nel privato solo il 10. Il sindacato non è in linea con la realtà”.

Le elezioni si giocano, anche per motivi di legge elettorale, principalmente su Firenze. Come potete ribaltare il pronostico? “Il centro destra può giocarsi su Firenze la carta vera, autentica che è quella del lavoro e dell’impresa. E’ vero che è il fortino della sinistra radical chic, ma ora è sotto gli occhi di tutti che la città è stata trasformata in una Disneyland della rendita, senza più identità. Le nuove piazze, da piazza Alberti a Largo Annigoni, sono degli obbrobri. Non è possibile che Firenze sia solo urismo mangia e fuggi. Firenze deve essere ripensata completamente. Quando torneremo alla normalità, non possiamo ritornare al mangificio turistico”. E poi la tramvia: “adesso Nardella per via dei fondi europei lui vuole devastare anche Campo di Marte, quando manca invece il collegamento per Campi Bisenzio”.

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