Solitudine digitale: serve il lavoro di scuola, famiglia e istituzioni
Firenze, 21 maggio 2025 - “Un bambino che imita un adulto incollato al cellulare apprende che quello è un comportamento normale. E così, senza alcun filtro, lo schermo entra nella sua vita come se fosse un elemento naturale della routine familiare o scolastica”.
A dirlo è Maria Antonietta Gulino, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, commentando i dati del rapporto Ocse “Come va la vita dei bambini nell'età digitale”, secondo cui il 17% dei bambini si sente nervoso o ansioso quando viene privato dei propri schermi.
Una percentuale che, secondo Gulino, “dovrebbe allarmare non solo genitori e insegnanti, ma l’intera società. Ci dice che non stiamo costruendo una rete di protezione intorno ai minori, ma li stiamo lasciando soli con uno strumento invasivo, capace di nuocere gravemente alla salute”.
Secondo la presidente dell’Ordine degli Psicologi, è urgente agire su due fronti.
“Il primo fronte - spiega Gulino - è quello dell’educazione digitale: i bambini non imparano solo dai tutorial o dai cartoni, ma modellano il loro comportamento su ciò che vedono fare agli adulti. E se l’adulto è sempre al telefono, il messaggio è chiaro: quel dispositivo è centrale, imprescindibile, persino prioritario rispetto alla relazione umana”.
Il secondo fronte è quello della protezione: “Non si può lasciare un bambino ore da solo con un tablet. Occorre vigilare attivamente, spiegare, filtrare i contenuti, ma soprattutto essere presenti. Quel cellulare non è un compagno: è un dissuasore di relazione”.
Gulino chiama in causa il mondo della scuola, della famiglia, e della politica: “Dobbiamo smettere di considerare questi strumenti come innocui, neutri. Hanno un impatto sulla vista, sulla concentrazione, sul sonno, ma soprattutto sul modo in cui un bambino impara a stare al mondo. E noi adulti siamo responsabili di questo imprinting”.
La presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana lancia un appello: “Riportiamo il cellulare alla sua funzione originaria: un bene mobile, utile – dice Gulino - ma non onnipresente. E strutturiamo una rete culturale di attenzione, perché un minore lasciato solo davanti a uno schermo è un minore esposto. E un minore esposto è, semplicemente, un bambino non protetto”.
Nella giornata di mercoledì 21 maggio 2025 le unità operative complesse Psicologia Salute Mentale e Dipendenze nord e sud hanno organizzato una giornata formativa sul tema della tutela minori e valutazione delle competenze genitoriali in collaborazione con la struttura complessa Psicologia della continuità ospedale territorio, area Consultoriale.
La giornata formativa ha permesso di presentare un lavoro professionale portato avanti dal tavolo tematico interdipartimentale organizzato dai tre direttori, rispettivamente Nicola Artico, Fiammetta Mozzoni e Patrizia Fistesmaire.
Questa innovativa attività era stata avviata un anno fa dalle strutture di Psicologia dell’Azienda USL Toscana nord ovest.
Il percorso ha visto la partecipazione di numerosi colleghe e colleghi afferenti alle diverse unità funzionali zonali delle Zone distretto dell’Asl e rappresenta un punto di partenza per il dialogo con le autorità giudiziarie che richiedono sempre più interventi agli psicologi e alle psicologhe del Servizio sanitario nazionale, auspicando anche la definizione di un linguaggio condiviso.
Il documento prodotto dalle tre direzioni di Psicologia si configura come un modello di linea guida professionale, di cui in effetti gli psicologi e le psicologhe sentivano l’esigenza per superare in questo ambito eventuali difformità di procedure e interventi.