Alluvione del novembre 2023: la proroga è necessaria
La necessità della proroga dello stato di emergenza ribadita con forza nell’interesse dei cittadini, 130 milioni di risorse per le opere di riduzione del rischio residuo a fronte del miliardo e oltre richiesto e 1639 ristori alle famiglie destinati a raddoppiare da qui alla fine dell’anno. Sono i temi affrontati martedì mattina dal presidente Eugenio Giani e dall’assessora alla protezione civile e difesa del suolo Monia Monni che diventano cruciali alla vigilia del 2 novembre quando, con lo scoccare dell’anniversario dell’alluvione del 2023, decadrà lo stato di emergenza in corso. Diventa quindi fondamentale come hanno sottolineato Giani in qualità di Commissario per l’alluvione e Monni, trovare una soluzione prima.
“Lo stato di emergenza – fa presente Giani- è ciò che ci consente di attivare e seguire procedure complesse e molto burocratiche. Del resto – come ha riconosciuto anche la Commissione parlamentare attraverso il suo presidente in una recente intervista – nel momento in cui si riesce a “oliare” il sistema, ovvero a rendere più fluido il lavoro degli uffici comunali nella gestione e regolarizzazione delle pratiche, i risultati arrivano. Ad oggi siamo riusciti a liquidare 1.639 pratiche, fino a 5.000 euro di ristoro ciascuna, che si aggiungono ai 3.000 euro già erogati nei mesi successivi all’alluvione del 2 novembre 2023, attraverso una procedura più snella gestita direttamente dalla Regione Toscana.
Queste 1.639 pratiche potranno più che raddoppiare entro la fine dell’anno. Per questo motivo, interrompere lo stato di emergenza per avviare nuove e diverse procedure – come quelle previste dal piano di ricostruzione – non sarebbe agevole né nell’interesse dei cittadini”.
E sui 130 milioni Giani ha aggiunto: “Abbiamo inoltre individuato, con il supporto dei dirigenti regionali e delle strutture tecniche, gli interventi relativi ai 130 milioni di euro stanziati dal Governo lo scorso settembre per le opere di tipo D, ovvero gli interventi di prevenzione e rafforzamento del sistema di difesa del suolo. Avevamo avanzato richieste per un totale di 1 miliardo di euro di opere, ma lavoreremo con questi 130 milioni già disponibili, selezionando gli interventi più urgenti e strategici per la prevenzione.
Stiamo quindi compiendo passi importanti, sia sul fronte dei ristori, sia sull’avvio delle opere, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza in vista dei periodi di più intensa piovosità”. Giani ha specificato che si tratta di interventi diffusi su tutti i territori colpiti: il rafforzamento degli argini, l’abbassamento delle platee del reticolo idrico minore, la sostituzione di ponti per aumentare le luci idrauliche. In molti casi i corsi d’acqua minori sono stati il punto debole dell’alluvione del novembre 2023, e su quelli intendiamo concentrare molti sforzi”
L’assessora Monni ha ulteriormente spiegato: “Il Governo ci ha chiesto l’intesa per passare dallo stato di emergenza a quello di ricostruzione, ma per noi non è un passaggio neutro: le due fasi hanno strumenti e procedure completamente diversi. Nello stato di emergenza possiamo intervenire con rapidità ed efficacia, utilizzando le deroghe del sistema di protezione civile per mettere in sicurezza i territori. Chiediamo quindi con forza la proroga dello stato di emergenza, anche perché i fondi assegnati – 130 milioni nazionali e 67 milioni del Fondo di Solidarietà Europea – non sono ancora pienamente disponibili e sono comunque molto inferiori al miliardo di fabbisogni stimato.
Abbiamo dovuto fare scelte dolorose, concentrandoci sulle priorità assolute. Le interlocuzioni con il Governo sono aperte e stanno procedendo positivamente. Crediamo che si arriverà a una soluzione condivisa, capace di garantire le risposte più rapide ed efficaci per aumentare la sicurezza delle nostre comunità”
Il punto sugli interventi
Nel quadro dello stato di emergenza sono state attuate le misure previste dalle lettere a), b) e c) dell’art. 25 del Codice della Protezione Civile (D.Lgs. 1/2018), relative al soccorso alla popolazione, agli interventi di somma urgenza e al sostegno immediato a privati e imprese.
Per quanto riguarda gli interventi di tipo a), il 97,8% delle opere è già concluso, per un importo complessivo di oltre 4,2 milioni di euro. Gli interventi di tipo b), relativi alle somme urgenze, contano 1.171 opere, di cui oltre il 96% già concluso, per un valore totale di 85,3 milioni di euro, con 46,6 milioni già liquidati. Completato anche il 94% degli interventi ulteriori di tipo b), per un importo di 32,4 milioni di euro. Sostegni a cittadini e imprese
Sul fronte dei contributi economici
6.940 domande di privati ammesse, di cui 2.948 rendicontate e 1.639 liquidate (528 in fase di verifica); 2.519 domande da attività economiche e produttive, di cui 826 rendicontate e 666 liquidate; 271 domande da aziende agricole e 53 dal comparto pesca. Con l’Ordinanza n. 1158 del 29 agosto 2025 del Capo Dipartimento di Protezione Civile è stata avviata la nuova procedura per ulteriori contributi a favore di privati e imprese, con scadenza il 7 novembre 2025.
Prossime fasi e risorse disponibili
Non sono ancora partiti gli interventi di tipo d), relativi alla riduzione del rischio residuo, poiché le risorse – 131 milioni di euro su un fabbisogno di oltre un miliardo – sono state stanziate solo a settembre 2025. Il Commissario si è già attivato con i soggetti attuatori per presentare un primo elenco di opere urgenti entro il mese.
CNA Toscana Centro, per voce del suo Presidente Emiliano Melani, rilancia con forza la richiesta di proroga delle scadenze per la presentazione delle domande di risarcimento relative all’alluvione che ha colpito il territorio nel novembre 2023. Una richiesta già formalmente avanzata dalla Regione Toscana alla Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, incontrata di recente.
“La gestione del rischio idrogeologico deve diventare una priorità strategica, non solo ambientale ma anche economica e sociale,” ha dichiarato Melani. “Il nostro territorio, fortemente urbanizzato e vulnerabile, non può più permettersi di affrontare eventi estremi senza una pianificazione seria e una manutenzione costante.”
Durante l’incontro con la Commissione, Melani ha evidenziato come la crescente impermeabilizzazione del suolo e la mancanza di interventi strutturali abbiano aggravato la situazione, rendendo ogni precipitazione intensa un potenziale disastro.
“Abbiamo bisogno di politiche territoriali lungimiranti e di un uso intelligente delle risorse,” ha aggiunto. “Un esempio virtuoso da rafforzare è la destinazione prioritaria dei proventi da permessi a costruire verso opere di messa in sicurezza idraulica.”
Sul fronte economico, Melani ha sottolineato come la sicurezza infrastrutturale sia un fattore chiave di competitività per le imprese locali. “Le aziende che operano in un contesto sicuro possono pianificare, investire e crescere. La prevenzione non è solo tutela ambientale, è anche sviluppo economico.”
Ma è sulle procedure di richiesta dei contributi che Melani ha espresso le maggiori criticità.
“Abbiamo assistito a un disallineamento evidente tra i modelli di ricognizione danni e le reali esigenze delle imprese,” ha denunciato. “La richiesta di fatture già quietanzate è paradossale: molte aziende non hanno liquidità per pagare i danni, figuriamoci per anticipare le spese.”
In particolare, Melani ha puntato il dito contro la finestra temporale troppo ristretta prevista dall’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 1158, che stabilisce la presentazione delle domande tra il 29 ottobre e il 9 dicembre.
“È impensabile che le imprese debbano affrontare procedure complesse in tempi così stretti. Chiediamo una proroga immediata e una semplificazione delle modalità di accesso ai fondi.”
Infine, Melani ha espresso forti perplessità sull’obbligo, in vigore dal 1° gennaio 2026, per le imprese di stipulare polizze assicurative contro eventi catastrofali.
“Siamo l’unico Paese in Europa ad aver imposto questo obbligo alle imprese. Senza un percorso chiaro e trasparente, rischiamo di scaricare sulle aziende responsabilità che dovrebbero essere gestite a livello istituzionale. E soprattutto, temiamo che questa misura possa ridurre ulteriormente l’impegno pubblico sulla prevenzione.”
CNA Toscana Centro continuerà a monitorare la situazione e a farsi portavoce delle istanze delle imprese del territorio, affinché vengano garantiti strumenti efficaci, equi e tempestivi per affrontare le emergenze e costruire un futuro più sicuro.