Voucher in agricoltura: le nuove istruzioni Inps dopo il Decreto Dignità

Le istruzioni per utilizzare i nuovi voucher in agricoltura a seguito delle modifiche al contratto di prestazione occasionale introdotte dal “Decreto Dignità”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 ottobre 2018 19:13
Voucher in agricoltura: le nuove istruzioni Inps dopo il Decreto Dignità

La vendemmia in Toscana si può considerare conclusa e con l’arrivo dei primi giorni freddi inizia la raccolta delle olive, due operazioni che richiedono una grande flessibilità nell’organizzazione del lavoro delle imprese agricole. Per rispondere a questa elasticità il legislatore ha reintrodotto i cosiddetti voucher o buoni lavoro. L’Inps, con qualche ritardo rispetto alle attese ha pubblicato il 17 ottobre la circolare 103 con le istruzioni per utilizzare i nuovi voucher in agricoltura a seguito delle modifiche al contratto di prestazione occasionale introdotte dal “Decreto Dignità” (legge 96 del 9 agosto 2018). Per le imprese agricole sono state introdotte alcune novità finalizzate a rendere più aderente alla realtà produttiva agricola le norme e le procedure. Via libera finalmente quindi all’applicazione dei voucher in agricoltura per l’utilizzo di questo strumento dopo l’approvazione della riforma da parte del Parlamento.

“Si tratta – sottolinea Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – di un primo segnale di sburocratizzazione che va nel verso auspicato, nonostante alcuni ritardi nell’applicazione che si sono registrati quest’anno dopo l’approvazione della legge. Con i 143mila voucher emessi nel 2016, ultimo anno di utilizzazione, in Toscana – continua Filippi – furono recuperati con trasparenza opportunità di integrare il reddito delle categorie più deboli. Dalle attività di raccolta di verdura e frutta fino ad arrivare alla vendemmia ed alla raccolta delle olive che è il settore in cui sono stati in passato impiegati quasi la metà dei voucher agricoli”.

Per le imprese agricole sono state introdotte alcune novità per rendere più aderente alla realtà del comparto le norme e le procedure. Chi decide di usare i voucher – spiega la Coldiretti - deve trasmettere tramite la piattaforma INPS almeno un’ora prima dell’avvio dell’attività, i dati anagrafici e identificativi del personale utilizzato, il luogo di svolgimento e l'oggetto della prestazione, l’entità del compenso, la data di inizio e il numero di ore presunte di prestazione su un arco temporale massimo che è stato allungato da 3 a 10 giorni. Nel caso poi il lavoratore non venga impiegato, l’imprenditore può revocare la richiesta servendosi sempre della procedura informatica Inps.

I voucher – sottolinea la Coldiretti - si applicano esclusivamente a pensionati, giovani studenti con meno di 25 anni di età, disoccupati, cassintegrati e persone che percepiscono il reddito di inclusione o di altre risorse di sostegno del reddito

Importante novità è rappresentata dal fatto che dovrà essere il lavoratore ad autocertificare sotto la propria responsabilità la condizione di studente, pensionato e altro e soprattutto la non iscrizione nell’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli. Il ricorso al lavoro occasionale – specifica la Coldiretti - è consentito esclusivamente alle imprese agricole che occupano non più di cinque dipendenti a tempo indeterminato.

“I voucher ritornano – spiega Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – a dieci anni della loro introduzione in Italia che è avvenuta il 19 agosto 2008 con circolare Inps che per la prima volta autorizzava la raccolta dell’uva attraverso voucher con l’obiettivo di ridurre burocrazia, riconoscendo la specificità del lavoro agricolo. Nel corso degli anni successivi all’introduzione nel 2008, è stato esteso il ricorso al voucher a tutti i comparti produttivi con regole diverse e meno restrittive mentre – sottolinea De Concilio – il settore agricolo è rimasto agganciato all’originaria disciplina “sperimentale” con tutte le iniziali limitazioni (solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti, cassintegrati e disoccupati) mai conosciute dagli altri comparti produttivi.

Sono quindi uno strumento agile e flessibile che risponde ad un criterio di tempestività e disponibilità all’impiego e dall’altra capace – continua - di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno”.

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