Voragine David e Vasariano, Firenze un riferimento, eppur si muove?

Non ci preoccupa il peso di tanta Cultura?

Antonio
Antonio Lenoci
23 agosto 2016 15:34
Voragine David e Vasariano, Firenze un riferimento, eppur si muove?

Davanti al dibattito sulle cause che avrebbero provocato la voragine del lungarno Torrigiani e con gli occhi rivolti all'America dove Sam Anderson torna a parlare delle crepe del David di Michelangelo in un articolo esplosivo che in Italia nessuno pare aver letto, Fernando De Simone architetto specializzato in costruzioni sotterranee, sottomarine ed ingegneria antisismica interviene nuovamente sui possibili rischi idrogeologici che interessano Firenze.L'esperto di ingegneristica antisismica dichiara a Nove da Firenze "Se è vero, come risulterebbe da una relazione di Publiacqua, che uno smottamento sotterraneo ha causato la rottura di un tubo da 70 centimetri, allora il Comune di Firenze non dovrebbe aspettare altro tempo.

Sarebbe opportuno incaricare un pool di tecnici per confutare questa ipotesi effettuando carotaggi immediati fino a 30/40 metri nella collina. Il fatto che vecchi estensimetri o moderni laser puntati sulle cantonate degli edifici non indicano movimenti non significa un bel nulla. Cedimenti sulla collina ce ne sono stati ed in alcuni casi sono comparse anche delle transenne. Per fugare ogni dubbio occorre capire cosa stia avvenendo sotto al Lungarno Torrigiani". I bambini a scuola studiano la tettonica delle zolle, ovvero quel movimento sotterraneo della crosta terrestre costante eppure impercettibile."Una spinta sotterranea, se di questo si fosse trattato - conclude De Simone - potrebbe facilmente propagarsi oltre al letto dell'Arno, in quel punto profondo circa 7 metri, coinvolgendo le fondamenta degli Uffizi che non sono certo in cemento armato".

Nella stessa zona è presente anche il Ponte Vecchio, monumento mondiale, sul quale si trova anche il Corridoio Vasariano.La notizia della chiusura del Vasariano per mancanza di uscite di sicurezza ha fatto il giro del mondo risultando in taluni casi persino assurda nella sua semplice deduzione: è un corridoio, ha due ingressi."Sono d'accordo con il direttore degli Uffizi - commenta De Simone - sullo spostamento degli autoritratti in nuove sale più sicure, con prospettive e profondità adeguate. Anche gli accorgimenti adottati per evitare che il peso dei visitatori nelle sale, si concentri in un punto sono molto utili per proteggere le opere ed il museo. Spero che anche i direttori degli altri musei utilizzino soluzioni simili ,iniziando dalla Galleria dell'Accademia".

De Simone non ha mai nascosto ed anzi è tra i primi ad aver lanciato l'allarme sulle condizioni fisiche del David: le cui caviglie sono fragili. Non al livello del tallone d'Achille forse, ma gli anni passano anche per un blocco di marmo, specialmente se soggetto a continue vibrazioni."Tanti turisti che si muovo all'interno della Galleria dell'Accademia corrispondono a piccoli terremoti, 60 persone pesano circa 4,5 tonnellate" sostiene De Simone che ha ipotizzato una struttura antisismica di concezione superiore ad un mero cuscinetto che possa garantire l'ammortizzazione del colosso di marmo toscano.

Di cuscinetto parla il New York Times ad agosto 2016 e De Simone si dice preoccupato se, come scrive l'illustre Testata USA, ancora non è avvenuto nulla a causa di ritardi burocratici e gran rifiuti. Per avere un'idea il cuscinetto del David sarebbe simile ai meccanismi a sfera applicati ai Bronzi di Riace nella loro nuova collocazione presentati dal divulgatore scientifico Alberto Angela nel suo Ulisse su Rai 3."Qualcuno si sarebbe anche proposto per finanziare l'opera, ma pare che la disponibilità non sia stata colta ancora dal Ministro Franceschini.

Sarebbe un grande errore a mio parere non prestare la dovuta attenzione al problema e spero - aggiunge l'architetto - che il sistema di rilevamento delle micro-vibrazioni sia sempre attivo". Nell'articolo del Times si citano i Friends of Florence, si riportano le dichiarazioni di Angelo Tartuferi e Simonetta Brandolini d'Adda arrivando a delle conclusioni che sottolineano quella classica "italianeità" vista non propriamente in maniera positiva.Il primo passo, con i cantieri in corso per ripristinare l'argine dell'Arno sembra però essere uno studio approfondito della geologia urbana attorno al fronte del piazzale per scongiurare l'ipotesi che sarebbe stata formulata dai periti dell'Azienda idrica "Dopo aver eseguito dei carotaggi profondi, se fossero confermate le ipotesi di un cedimento indipendente dalla tubazione - conclude De Simone - si dovranno studiare rapidamente delle soluzioni per la salvaguardia di tutta l'area".

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