Vino, gli Stati Uniti comprano in Francia: il Chianti si propone

Nel primo semestre 2017 calo dell'export per il vino italiano in Usa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2017 11:49
Vino, gli Stati Uniti comprano in Francia: il Chianti si propone

 Il Chianti torna negli U.S.A. in grande stile, lo fa con due seminari a Chicago e a San Francisco il 23 e 25 ottobre all’interno della manifestazione “Simply Italian Great Wines US”. Il Consorzio Vino Chianti nel suo novantesimo anniversario incentrerà i due approfondimenti sul ruolo di tutela dell’associazione che si occupa dietro le quinte di preservare il marchio da contraffazioni e non conformità oltre che di garantirne l’origine.

Nella città di Chicago è prevista una degustazione di sette Riserve di annata 2013, ciascuna con provenienza specifica dalle sette sottozone di produzione della D.O.C.G. Un assaggio di tipo comparativo dunque, che ha come obiettivo quello di risaltare la ricchezza enologica di un territorio eterogeneo, che si esprime in maniera complessa e variegata.

Nella città di San Francisco invece, si porrà l’accento sulla qualità assoluta del vitigno principe del Chianti, ovvero il Sangiovese. Verrà presentata infatti una particolare degustazione di nove vini Riserva (dal 2014 al 2004), con l’obiettivo di evidenziare tutta la nobiltà e il potenziale di invecchiamento di quest’uva e dunque dei vini Chianti.

Condurranno gli appuntamenti rispettivamente Tom Hyland e Tim Gaiser, riconosciuti Wine Educator americani coordinati da Luca A. Alves Franco, in veste di “ambasciatore”. In entrambi gli appuntamenti saranno presenti due banconi istituzionali dove il pubblico potrà conoscere e degustare oltre 50 etichette a marchio Chianti in proposta tra le 27 aziende partecipanti all’iniziativa.

Il viaggio negli Stati Uniti arriva in un momento di forte preoccupazione per l’export del vino italiano che vede in questo periodo una crescita inferiore alla media, un dato in controtendenza rispetto al mercato francese.

Nei primi 8 mesi del 2017 infatti, mentre l’import di vino in USA è aumentato del 7,5%, quello dall’Italia cresce “solo” del 2,9% mentre quello francese schizza al 17,9 % (dati Nomisma).

“L’Italia deve imparare a fare rete, presentare i suoi prodotti in modo diverso, perché è evidente che stiamo pagando i nostri campanilismi e rischiamo di perdere competitività - commenta Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – i dati registrati nel 2017 relativi all'export negli USA devono farci aprire quanto prima una riflessione a livello nazionale, coinvolgendo il Ministero e tutti gli organi di rappresentanza del settore. Non possiamo infatti permetterci di continuare a perdere terreno nei confronti dei nostri diretti competitor, che oggi sfruttano la nostra incapacità di lavorare insieme per presentarci uniti in mercati in grado di accogliere la nostra domanda e il valore del nostro prodotto.”

“Infine – conclude Busi – a livello nazionale paghiamo i forti ritardi sugli Ocm Vino, i finanziamenti e i contributi per le aziende vitivinicole emessi attraverso bandi dal Ministero per le Politiche Agricole. Si tratta di uno strumento fondamentale per tutto il settore, ma il ritardo che si sta accumulando non ci permette di valutare tempestivamente l'opportunità di fare un certo tipo di intervento promozionale oppure no, un danno soprattutto per le piccole e medie imprese del territorio. Difficile immaginare di rilanciare il nostro prodotto nel mondo se il primo ostacolo, spesso insormontabile, è proprio il sistema burocratico italiano ben lontano dalla realtà in cui versano molte imprese, in questo modo ancora più in difficolta nell'attivare processi virtuosi di sinergia”

Un plauso va inoltre al lavoro che ha portato alla “Dichiarazione di Bergamo”, un accordo chiesto dalle rappresentanze mondiali delle Indicazioni Geografiche in occasione del G7 dei ministri dell’agricoltura che si è tenuto lo scorso finesettimana. La Dichiarazione di Bergamo ha messo tra i temi in evidenza anche il rafforzamento della tutela di produttori e consumatori dalla contraffazione (oltre alla cooperazione internazionale, alla sostenibilità e alla web transparency): “Un sistema di controlli è essenziale per consentire ai prodotti IG di essere sempre più elementi di sviluppo economico e sociale di ogni singola area del mondo”, commenta Busi che, alla vigilia del viaggio in Usa esprime anche, a nome del Consorzio Vino Chianti la solidarietà ai viticoltori della California: “Siamo vicini agli agricoltori delle contee di Sonoma e di Napa, nel Nord della California, che si trovano ad affrontare la devastazione dei terribili incendi che hanno mandato in cenere vigne e cantine”.

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