Vino e vigneti hanno distrutto la Toscana, sarà vero?

Il Pit è riuscito ad unire i viticoltori toscani accusati di aver manomesso il paesaggio e compromesso il sistema

Antonio
Antonio Lenoci
30 settembre 2014 14:49
Vino e vigneti hanno distrutto la Toscana, sarà vero?

Le frane? Colpa dei vigneti. Nessuno ha posto la questione in tali termini, ma i Consorzi vitinicoli ci si sono sentiti strettissimi nella definizione di 'soggetti da controllare'. Fino a prova contraria sono sempre stati i contadini a gestire con acuto ingegno e sensibilità il territorio. Adesso ci sarebbe la prova contraria.Nel Piano Paesaggistico toscano sono comparsi vincoli e definizioni che non sono piaciute agli addetti del settore.

Loro, abituati a farsi battaglia per un chicco d'uva, si sono ritrovati insieme all'AC Hotel di Firenze per mettere insieme perplessità e lamentele.Gli assessori Marson e Salvadori hanno convocato in piazza Duomo consorzi, agricoltori e vivaisti per mostrare una bozza piena di cancellature.Si chiama mediazione, ma il cervello fino del contado non l'ha capita. Così da Arezzo a Carrara, da Montalcino al Chianti, si sono dichiarati offesi e stupiti dall'essere oggetto di una riforma che blocca lo sviluppo agricolo sul territorio.Ma non era colpa della speculazione edilizia? I turisti arrivano in Toscana e mettono assieme all'immancabile acquisto del souvenir del David la Carta dei Vini da assaggiare.

Esistono Tour enogastronomici frequentati più degli Uffizi. Sarà che abbiamo sbagliato tutto?Il Paesaggio cede, collassa. Dove c'era un olivo è comparsa una vite. Sembra quasi una diatriba biblica, la pace contro la prosperità. Bacco contro la colombina, la Domenica delle Palme, l'orto del Getsemani.  "Forse per essere tutelati, dobbiamo trasferire la nostra agricoltura e i nostri vigneti nella "Silicon Valley"?" Paola Corsinovi, Presidente Giovani Agricoltori, Anga Toscana lo chiede in una lettera inviata al Presidente Renzi "Se, come ha affermato Lei durante la Sua visita americana, serve una "rivoluzione per cambiare" e la sfida è quella di "trasformare noi stessi gelosi del passato e innamorati del futuro", ebbene per noi, Giovani come loro, la ricetta giusta NON può chiamarsi PIT.

Un Piano territoriale che proprio la Sua regione sta portando alla ribalta. Pagine di incongruenze e contraddizioni, di vincoli e di assunti di carattere ideologico, arcaici e per lo più ancorati a logiche di partito che proprio Lei tenta di scardinare. Ci sono imprese fatte di uomini e donne che ogni giorno combattono una battaglia, che purtroppo non è più (e solo) concorrenziale e di mercato, ma è diventata una battaglia di natura politica contro la burocrazia e i suoi costi.La Toscana è un modello di sviluppo per tutta l'agricoltura e la filiera agro-alimentare italiana: dai vigneti, al paesaggio, al turismo, all'immagine Pionieri di un sistema di impresa integrata e finora vincente nel mondo e non ci stiamo ad essere catalogati nel mondo come degli "sfruttatori" di suolo, artefici di impianti intensivi e deturpatori del paesaggio"

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