Villa Fabbricotti, Firenze non capisce: vendo anch'io, no tu no

Sabato 4 giugno la cittadinanza fiorentina è invitata ad un incontro pubblico per fare il punto sulla "sorprendente" vendita

Antonio
Antonio Lenoci
29 maggio 2016 12:15

L'ordine è vendere. "Attuiamo un principio di buona gestione per evitare situazioni di degrado o abbandono che non hanno senso e sicuramente risultano incomprensibili ai cittadini" ha spiegato il presidente Enrico Rossi ai toscani. I fiorentini non tanto l'hanno capita però questa cosa del buon senso ed anzi temono che nel calderone degli oggetti inutili e degradati, dei quali abbiamo abbondantemente parlato in un nostro Speciale, finiscano anche beni in buono stato inutilizzati non per mancanza di fondi ma di idee e particolarmente appetibili sul mercato internazionale.E se il Parco monumentale pubblico ad accesso gratuito diventasse un giardino privato annesso del futuro Resort? Questa la principale paura.

Timore fondato peraltro visto che la novità introdotta dalla Regione è rappresentata dalla totale disponibilità rivolta al "benefattore" imprenditore o progettista interessato ad investire sul bene: senza prezzi e senza vincoli.In Vittorio Emanuele II a Firenze l'idea di vendere proprio la sede di Toscana Promozione, ente regionale per la promozione e internazionalizzazione delle Piccole Medie Imprese, Artigianato, Agroalimentare e Turismo, prima ha fatto scoppiare i residenti in una grassa risata, ma poi è subentrato lo sconcerto.Il Parco che circonda la dimora in collina è molto frequentato dagli abitanti dell'area che da Le Cure arriva al Poggetto, tanto che l'estate scorsa c'è stata una contestazione sulla riduzione dell'apertura in periodo autunnale ed i residenti sono intervenuti poi anche per ottenere garanzie sul taglio delle siepi.

Più amato di così. Il vicino è Frederick Stibbert, quello della Casa Museo, per intendersi.Possibile che la Regione, il Comune e la MetroCittà non sappiano cosa farsene? Un maniero in periferia, l'ex Convento rupestre, la Casa Cantoniera sperduta nel nulla possono avere un difficile mercato, la manutenzione può essere gravosa e poco redditizia. Ma possiamo dire lo stesso della Villa in centro città con il giardino in collina ed il Parco monumentale?"Se così fosse, meglio chiudere tutto e dichiarare il fallimento" si borbotta sulle panchine all'ombra di alberi secolari.Siamo andati ad effettuare un sopralluogo in esclusiva, accompaganti dai detentori della concessione del Caffé Fabbricotti, dove il 4 giugno alle 16 e 30 si terrà una assemblea per formare un Comitato, ed involontariamente scortati dalla Polizia Municipale, presente sul posto per vigilare sulla sicurezza stradale dato che recentemente è stata sostituita una grata che aveva ceduto.Siete stati inviati qui dalla Regione, dalla ex Provincia o dalla Città Metropolitana? "Siamo in un limbo per quel che riguarda la proprietà.

Apparteniamo ad un distaccamento fuori zona, siamo qui solo per la manutenzione stradale" spiegano gli agenti.Il mistero del limbo ce lo chiariscono i titolari del Caffé "La Villa è della Regione Toscana, il parco è in comodato d'uso al Comune di Firenze che ne cura la manutenzione. Noi siamo titolari di licenza ed abbiamo una concessione che la Regione Toscana ci ha assicurato non essere a rischio poiché per ora c'è solo una raccolta di dichiarazioni di interesse a comprare, non si tratta di una vera vendita all'asta".

Certo se il Parco diventasse un giardino privato avrebbe poco senso mantenerci un Bar aperto al pubblico. Il presidente Enrico Rossi ha annunciato che l'interesse è quello di "alienare i beni inutilizzati e in qualche caso degradati e nell'elenco c'è anche Villa Fabbricotti. "Ma la Villa non è né inutilizzata né degradata - ribattono i proprietari dell'attività di ristorazione oggi ad uso dei frequentatori del parco e dei dipendenti pubblici - ogni giorno arrivano auto da ogni comune della Toscana, giorni fa c'è stato un incontro importante e sono sfilati gli stemmi comunali dall'Appennino al Tirreno".La struttura si presenta in perfetto stato, ad eccezione di alcuni manufatti in pietra transennati e dimenticati ed i locali seminterrati aperti sul parco, conservatisi perché ben costruiti e dalle enormi potenzialità e suggestioni architettoniche.

Solo il portale in legno che si intravede dalle grate può valere una fortuna sul mercato antiquario. Un degrado "controllato" si potrebbe definire, dove l'incapacità sembra aver prevalso sull'indisponibilità economica.La storia della dimora risale al 1300 con vari passaggi tra famiglie nobili fiorentine e nel 1800 diventa residenza di caccia degli Strozzi, con l'acquisto di Giuseppe Fabbricotti diventa la Villa con giardino che vediamo oggi. Un giardino che sarebbe stato pensato da un certo Giuseppe Poggi ed ha ospitato la Granduchessa di Toscana, sorella di Napoleone Bonaparte e la regina Vittoria d’Inghilterra.

Mentre nel 1825 vi muore Paolina Bonaparte. Tanto per citare qualche nome.Nel parco si incontrano la casa del custode, un tempietto rustico in stile neoclassico, la cappella che richiama il Pantheon con affreschi di Geremia e Mosè, il belvedere, un ninfeo o grotta con acqua, la tinaia, la vasca con fontana, la serra ed alcune rampe. C'è anche l'Albero della Pace ovvero il grande Cedro del Libano, risalente alla Firenze Capitale di 150 anni fa, seccato nel 2001. Sul lato frontale un loggiato che vale l'arrampicata in collina.

Ai lati della seconda rampa, infine, vi sono due leoni in pietra. L'accorato appello ad una manifestazione di interesse, così definita per non voler dire "Vendita" anche se ne ha tutto l'aspetto, ai tempi di Enzo Iannacci, Dario Fo e Fiorenzo Fiorentini sarebbe potuta suonare più o meno così: "E gridare aiuto, aiuto è scappato il leone.. e vedere di nascosto l'effetto che fa".

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