Via libera all'asporto di ristoranti, bar, pizzerie e pasticcerie

Confcommercio: “Il governo non interviene? Allora facciamo da soli!". La Filcams Cgil invece chiede una cabina di regia: “Chiarezza su Dpcm e ordinanze”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2020 16:12
Via libera all'asporto di ristoranti, bar, pizzerie e pasticcerie

Ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie: fare asporto sarà possibile anche per loro. A comunicarlo è Confcommercio Provincia di Pisa, in una circolare indirizzata ai pubblici esercizi associati: "Ora, se è vero che, nonostante le ripetute richieste della nostra federazione, con il DPCM del 10 aprile 2020 è stata confermata dal Governo la chiusura di tutte le attività di somministrazione, alle quali la legge concede solo la possibilità di consegne a domicilio, è altrettanto vero – scrive Confcommercio – che seguendo determinati passaggi c'è la possibilità di procedere con la vendita diretta di alcuni dei prodotti per il servizio di asporto".

Come? Lo spiega la responsabile Assistenza Imprese di Confcommercio Marina Pansera: “La legge ammette lo svolgimento delle attività del settore alimentare, considerandole come primarie. Pertanto, previa una modifica seppur parziale della propria autorizzazione, i ristoranti i bar, le pasticcerie, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, potranno iniziare allo stesso titolo a svolgere vendita diretta. Si tratta infatti di richiedere una nuova autorizzazione ai Suap competenti dei comuni, con la presentazione di una Segnalazione Certificata di inizio Attività (Scia) per la riduzione della superficie di somministrazione e una Scia per l'inizio dell'attività di commercio alimentare. Occorrerà inoltre la revisione del manuale di autocontrollo (Haccp) in un funzione delle nuove procedure. Chi fosse interessato può rivolgersi ai nostri uffici per avviare tutti gli adempimenti necessari”.

“Il Governo non interviene? Allora, facciamo da soli” - commenta il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli: “Stiamo proponendouna opportunità in più per consentire il servizio di asporto anche a quelle numerose attività di somministrazione che i decreti governativi penalizzano come non mai. Non possiamo aspettare la fine del lockdown senza dare risposte concrete a migliaia di professionisti e imprenditori, fermi da quasi due mesi e con prospettive da incubo. Purtroppo, al Governo non si rendono minimamente conto che cosa significa in termini di perdite per un bar o un ristorante ogni giorno di chiusura totale, con la scomparsa di 300 mila posti di lavoro che prima c'erano e domani non ci saranno più.

In Francia, in Germania, in tutta Europa il take away è consentito, l'Italia resta l'unica eccezione, tanto più in un momento come quello attuale, in cui asporto e consegne a domicilio consentirebbero almeno un minimo di incassi a queste attività chiuse da marzo scorso. Abbiamo trovato la strada giusta, chi vuole può rivolgersi a noi”.

"E’ necessario passare dalle parole ai fatti -interviene Francesca Battistini della Filcams Cgil Firenze- chiediamo al Prefetto di fare luce sui contenuti dell’allegato 5 dell’ultimo Dpcm (quello che norma le modalità di aperture degli esercizi commerciali) e che si faccia chiarezza sulla sanificazione, fornendo inoltre chiarimenti sulla natura della norma in termini di precetto e sanzione. I sindaci mettano poi in campo gli organi di vigilanza. Alla Regione diciamo che si inseriscano velocemente lavoratrici e lavoratori del commercio (piccolo, medio e grande distribuzione) in un protocollo che abbia data certa di avvio di tamponi e test seriologici Covid19. Non possiamo non condividere quanto già annunciato nei giorni scorsi, ma vogliamo sapere quando".

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