Verde privato: un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino

Il Comune di Bagno a Ripoli ha inviato circa cento lettere ai proprietari di terreni agricoli che risultavano incolti da oltre 3 anni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2016 22:38
Verde privato: un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino

“Un toscano su quattro rinuncia al proprio giardino, lasciandolo in stato di abbandono oppure, laddove possibile, pavimentandolo.” E’ la stima di Confagricoltura Toscana che con Francesco Mati, vicepresidente di Confagricoltura Pistoia e presidente del Distretto Vivaistico pistoiese lancia l’allarme: “E’ triste che in un Paese cosiddetto ‘sviluppato’ siamo ancora in attesa di vedere approvati provvedimenti in grado di favorire lo sviluppo del verde privato.

Oggi chi decide di ristrutturare casa, istallare zanzariere, sostituire pavimenti ha la possibilità di usufruire di agevolazioni fiscali mentre chi desidera riqualificare il proprio giardino va incontro a spese da beni di lusso spesso insostenibili che lo costringono ad abbandonare ogni cura al verde con il conseguente abbandono del proprio giardino. Laddove possibile al giardino si sostituisce il cemento con buona pace di tutti i discorsi fatti per difendere l’ambiente.”

Alla Camera dei Deputati è in discussione un disegno di legge in materia di misure di agevolazione fiscale per interventi di «sistemazione a verde» per ristrutturare giardini privati e condominiali. “E’ importante velocizzare un iter parlamentare che rischia di affossarsi come già avvenuto in a passato - spiega Mati – questa volta però siamo decisi a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione perché passi una legge non più prorogabile. Garantire incentivi al verde privato non è soltanto un segno di civiltà ma significa portare tutta una serie di utilità alla comunità che non si registrano in altri settori.

Oggi invece questo settore che potenzialmente potrebbe arrecare infiniti benefici all’ambiente e all’economia, è costretto a misurarsi sempre più con la crisi e con un esercito di giardinieri a nero che rischiano di far estinguere la professione. Aiutare chi vuole sistemare il proprio giardino - conclude Mati - significa migliorare l’ambiente, aumentare l’occupazione, incrementare il gettito fiscale, permettere lo sviluppo di nuove figure professionali come il garden designer, tutelare nelle nostre città spazi di biodiversità, aumentare il consumo interno di piante e di conseguenza rilanciare tutto il settore vivaistico.

Significherebbe in poche parole dar seguito in concreto a tutta una serie di prerogative che ogni Paese si pone ma che in Italia stentano ancora a decollare.”

Bene specificare che non si tratta di un preavviso di esproprio né di nessuna altra procedura che potrebbe arrecare conseguenze negative ai proprietari stessi: la normativa regionale (Legge 80/2012 artt. 3,4 e 5) stabilisce che i terreni agricoli non destinati a uso produttivo da almeno tre anni (ad esclusione di quelli oggetto di impegni derivanti dalla normativa europea) siano individuati dai Comuni, tramite apposito censimento, allo scopo di favorirne il recupero produttivo e prevenirne i rischi derivanti dall'abbandono.

Le particelle e, di conseguenza, i proprietari sono stati individuati da Regione Toscana attraverso un particolare sistema di verifica che analizza lo stato attuale dei terreni attraverso fotointerpretazione. Il Comune di Bagno a Ripoli ha ricevuto questi dati e, come previsto dalla normativa regionale, ha così attivato la procedura ed inviato ai proprietari una comunicazione per verificare l'effettivo stato di abbandono dei loro terreni.

Al termine della rilevazione, l'Amministrazione Comunale predisporrà un elenco definitivo che sarà inviato a Regione Toscana: le particelle inserite in questo elenco formeranno la “Banca della Terra” un inventario, completo e aggiornato, dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata che possono essere messi a disposizione di terzi, tramite operazioni di affitto o di concessione.

“La banca della terra – dichiarano il Sindaco Francesco Casini e l'Assessore all'Urbanistica Paolo Frezzi- è un progetto regionale che ha come obiettivo quello di poter trovare soluzioni a terreni incolti e dare nuove opportunità lavorative, nel settore agricolo, anche ai giovani o ai soggetti svantaggiati. I nostri strumenti urbanistici prevedono già il concetto di banca della terra come una possibilità per rinnovare o ripotenziare la produttività dei terreni agricoli. Si tratta quindi una grande occasione per tutti; per i proprietari che possono non avere le forze necessarie per mantenere in produzione i terreni o, semplicemente hanno altri interessi, per tutti coloro invece che hanno voglia di impegnarsi nel lavoro agricolo ma hanno bisogno di un supporto nell'avviamento imprenditoriale e infine, non per importanza, per tutto il nostro territorio.

Infatti i terreni incolti, non solo costituiscono un rischio, soprattutto in questo periodo per gli incendi, ma rappresentano un segnale di degrado per il territorio. Il presidio della nostra campagna attraverso il lavoro agricolo rappresenta uno dei migliori sistemi di conservazione e di valorizzazione del paesaggio”.

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