Venerdì 23 maggio all'Opera di Firenze l’ultimo Beethoven

Inaugurazione della rassegna di Musica, giovedì 22, al Museo del Vetro di Empoli. Nuova piattaforma della danza italiana dal 22 al 25 a Pisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2014 21:43
Venerdì 23 maggio all'Opera di Firenze l’ultimo Beethoven

Venerdì 23 Maggio (Opera di Firenze, ore 20.30) è la data che segna il ritorno a Firenze del grande pianista Krystian Zimerman, protagonista di un recital che rinnova la felice collaborazione fra gli Amici della Musica di Firenze e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Un ritorno che si annuncia ancor più avvincente grazie al programma, con tre pietre miliari della letteratura per pianoforte: le Sonate opp.109, 110 e 111, le ultime scritte da Beethoven, dove il gioco fra fantasia e rigore si trasfigura in un modernissimo percorso musicale.

Occasione attesissima per ammirare uno dei più formidabili pianisti della scena concertistica di oggi, ammirato in tutto il mondo per la purezza del suono e l’eleganza del tocco. Allievo di Arthur Rubinstein, Zimerman è musicista dall’inesauribile curiosità interpretativa: abile organista e profondo conoscitore della direzione d’orchestra, ma anche appassionato di psicologia e computer, è rinomato per il puntiglioso lavoro di studio che sostiene ogni sua esecuzione. Una dedizione che lo coinvolge anche nel suo strettissimo rapporto con lo strumento: Zimerman suona esclusivamente il suo pianoforte, fedele compagno che lo segue per il mondo grazie a ingegnosi dispositivi tecnici per il trasporto e che viene ogni volta personalmente accordato da lui.

Leggendarie le sue incisioni, i Concerti di Chopin con Giulini, il Terzo, Quarto e Quinto Concerto di Beethoven con Bernstein, e, più recentemente, il Concerto n.1 di Brahms con Rattle.La programmazione si apre (22 maggio) con la chitarra di Vincenzo Saldarelli (uno dei nomi più illustri delle sei corde italiane, già direttore dell’Istituto Musicale Pareggiato di Modena) e prosegue (5 giugno) coi flauti soprani, contralti, tenori e bassi di Stefano Bagliano (ospite in diverse serate di Musica nei Chiostri) e Lorenzo Cavasanti.

Dopo l’estate (25 settembre), l’Ensemble del Bicentenario diretto da Sandro Tani celebra il bicentenario della nascita di Adolphe Sax, mentre la chiusura (9 ottobre) è affidata alla viola di Luciano Cavalli e all’arpa di Lorenzo Montenz, un duo di strumenti la cui timbrica sembra ideale per fondersi con le trasparenze e i riflessi dei preziosi oggetti in mostra sugli scaffali. Primo appuntamento giovedì 22 maggio alle ore 21,30 al Museo del Vetro di Empoli con il chitarrista Vincenzo Saldarelli.

Ingresso libero. Nella suggestiva cornice smeraldo del famoso vetro verde di Empoli la serata dedicata alla chitarra e alla sua polifonia si aprirà sulle note della Romanza di Augustin Barrios, autore e chitarrista paraguayano di grande virtuosismo, celebrato soprattutto nei paesi latino americani: un brano di articolato armonicamente e con temi alle voci gravi. Segue il Vals Op.8 n.3, uno tra i brani di Barrios più intrisi di suadente malinconia e di cantabilità. Quindi una composizione di Saldarelli, Cinque studi, che ha i titoli ispirati a “Lezioni americane” di Italo Calvino: I Leggerezza, II Rapidità, III Esattezza, IV Visibilità, V Molteplicità.

I Quatre pièces brèves di Frank Martin hanno climi compositivi differenziati che riflettono grande adesione al mondo sonoro della chitarra. Dal brillante Prèlude all’Air di nobile fattura, quasi ricordo di un liuto, dall’intensa accordalità del Plainte al finale di Comme une gigue, trasfigurazione ritmica di una danza.

Corni da caccia di Alvaro Company è un’altra esplorazione nella gamma delle voci gravi della chitarra, questa volta pensando al suono dei corni di Beethoven. Chiudono il viaggio i Tre Studi di Heitor Villa Lobos in chiusura sono un omaggio ad uno dei compositori che più hanno tracciato il solco della letteratura per chitarra del XX° secolo. Dinque un viaggio tra i suoni e i colori della chitarra, considerata da Debussy “un clavicembalo…ma espressivo”, da Berlioz “piccola orchestra” e, a giochi invertiti, con Wagner che chiama invece l’orchestra “una grande chitarra”. Vincenzo Saldarelli ha composto brani per chitarra sola e per organici vari, ottenendo alcune segnalazioni in concorsi quali il “Viotti” di Vercelli. L’interesse particolare per la musica contemporanea lo ha portato a continui contatti con gli autori d’oggi, di varie generazioni, che gli hanno dedicato molte composizioni da lui presentate in “prima assoluta” nei maggiori Festival. Esperienza artistica speciale è stata quella con Goffredo Petrassi, del quale ha inciso per la Fonit Cetra–serie Italia le opere per chitarra sola e con altri strumenti (Suoni notturni, Nunc, Alias, Seconda Serenata–Trio).

Ha svolto attività concertistica in tutto il mondo per le più importanti istituzioni musicali, con programmi dedicati anche alla riscoperta di repertori originali dal Rinascimento all’800 e all’uso di strumenti particolari (chitarra “terzina” e chitarra a 10 corde per le opere di Bach e di autori contemporanei, quali Maderna); ha inoltre interpretato in Italia e all’estero alcuni concerti per chitarra e orchestra (Giuliani, Rodrigo, Villa Lobos). Nel 1970 ha fondato il Trio Chitarristico Italiano, con Alfonso Borghese e Roberto Frosali, anch’essi provenienti dalla scuola di Alvaro Company.

Con il Trio ha svolto una prestigiosa attività concertistica in tutto il mondo. Inaugurato nel luglio 2009, il Museo del Vetro (MuVe) è dedicato alla produzione del vetro di Empoli, un’attività economica che ha segnato l’identità della città nell’Ottocento e nel Novecento presentandosi come luogo della memoria e del lavoro, con l’intento di contribuire alla valorizzazione della produzione vetraria ancora presente sul territorio. Secondo appuntamento giovedì 5 giugno con “FLATUS - Dialoghi di flauti e di suoni antichi e moderni”con Stefano Bagliano e Lorenzo Cavasanti, flauti soprani, contralti, tenori e bassi.La seconda edizione di Nid Plattform, la prestigiosa vetrina biennale della danza in Italia organizzata dal Mibac su scala transregionale, sarà ospitata dalla Toscana così come lo è stata dalla Puglia nel 2012 e lo sarà dalla Lombardia nel 2015; un'occasione importante per la promozione e la diffusione della produzione coreografica italiana a livello nazionale ed internazionale. Dal 22 al 25 maggio prossimi Pisa e quattro suoi teatri (Verdi, Sant'Andrea, Lux, Stazione Leopolda) insieme al Teatro Era di Pontedera saranno sede dei sedici spettacoli e performance di alcune delle più note o emergenti compagnie di danza, selezionate da una commissione internazionale tra le centoquattro proposte inviate all'esame.

E accoglieranno oltre cento tra distributori e programmatori da più di trenta paesi diversi, europei ed extraeuropei. Una proposta di attenzione, quella partita dal Raggruppamento temporaneo di impresa degli operatori nazionali di danza e dalla Fondazione Toscana Spettacolo, che la Regione ha accolto con grande piacere, all'interno di una storia di attenzione al mondo della danza che ha fatto nascere una esperienza unica come Da-To, il progetto Danza Toscana che ha messo in rete i luoghi regionali della danza facendone elemento interattivo con la scena nazionale.

Lo ha detto l'assessore regionale alla cultura, presentando stamani il programma insieme a Mibac, FTS, Comune di Pisa, ADEO Federdanza-AGIS, Fabbrica Europa. Una collaborazione tra Regioni e Stato, tra centro e territorio, ha proseguito l'assessore, che ha individuato nella condivisione del perseguimento di comuni obiettivi strategici la modalità per affrontare la non positiva situazione attuale e costruire un futuro possibile e sostenibile mantenendo alta l'attenzione sulla cultura. E ad un costo compatibile con le ristrettezze generali; l'intera operazione, con tutte le ricadute internazionali che si porta dietro, costa 30mila euro, di cui 150mila messi a disposizione dalla Regione e altro 125mila dal ministero.

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