Vendita Ataf e Corte dei Conti: Palazzo Vecchio e poteri decisionali

Tommaso Grassi punta il dito sul Presidente Assessore e sull'attuale Direttore generale di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 settembre 2015 15:51
Vendita Ataf e Corte dei Conti: Palazzo Vecchio e poteri decisionali

L'opposizione di Palazzo Vecchio tuona sulle procedure di vendita di Ataf, l'azienda di trasporti fiorentina già nella bufera per quanto riguarda il rapporto tra dipendenti e nuova proprietà e per le continue segnalazioni sul disservizio sollevate dagli utenti sarebbe al centro di una inchiesta della Corte dei Conti che valuta il sistema dei "doppi stipendi". La Regione Toscana non resta a guardare ed un intervento pesante arriva anche da parte di Giovanni Donzelli che chiama in causa anche Maria Elena Boschi.Sel torna sull'argomento dopo essersi schierata al fianco degli autisti durante una lunga stagione di scioperi e manifestazioni.

“Viene confermata la sensazione che la privatizzazione di Ataf fosse stata condotta dalla politica di Palazzo Vecchio e dal Sindaco Renzi affidando ad un solo uomo, Bonaccorsi nel caso, tutti i poteri amministrativi e gestionali, con l'affidamento di doppi e tripli incarichi ben retribuiti da maxi stipendi, così da puntare dritti alla privatizzazione di Ataf senza rischiare di avere titubanze e possibili contrattempi” lo afferma il Capogruppo Tommaso Grassi commentando la notizia pubblicata stamani dal Corriere Fiorentino.

“Si tratta di un piano preciso in cui nomina politica e funzioni gestionali venivano, con la scusa della diminuzione dei costi, racchiuse nella persona di Filippo Bonaccorsi, prima da Presidente e Direttore di Ataf e poi anche da Assessore ai trasporti del Comune, per essere sicuri che la vendita fosse in cassaforte. Non sappiamo quali saranno gli esiti della inchiesta e dell’invito a dedurre inviato dalla Corte dei Conti ai vari responsabili ma quello che è certo, e ci teniamo a ripetere, è la poca trasparenza degli atti del CdA, il cui accesso, anche alle sole informazioni, è stato sistematicamente negato, e la inopportuna scelta politica di concentrare tutto nelle mani di un solo “uomo al comando” che su tutto e per tutti decideva”.

“Chiederemo in Consiglio comunale se e quali altri eventuali dipendenti del Comune di Firenze siano coinvolti nell'indagine: ma da quanto abbiamo potuto apprendere dai giornali è certo che un membro del Consiglio d’Amministrazione nel periodo incriminato fosse l'attuale Direttore generale del Comune, Giacomo Parenti che certo, se dovesse andare avanti la procedura della Corte dei Conti, non potrebbe, per noi, continuare a svolgere la propria funzione in Palazzo Vecchio.

Infine vogliamo ricordare all'ex Presidente di Ataf, ex Assessore di Palazzo Vecchio e adesso responsabile della struttura di missione sulla manutenzione delle scuole a livello nazionale, Filippo Bonaccorsi, che gli illeciti, penali o civili che siano, anche se fossero fatti alla luce del sole, rimangono tali e da parte di un avvocato, come egli è, ci saremmo aspettati una difesa quantomeno più convincente”.“Fu Matteo Renzi a volere con forza un solo uomo al comando per vendere l'azienda.

Se ad essere tirati in ballo dalla Corte dei Conti sono i sindaci soci, fra di essi non può che esserci anche l’attuale premier” così il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Giovanni Donzelli.

“A decidere che il presidente e insieme direttore generale Filippo Bonaccorsi avrebbe preso il doppio stipendio - sottolinea Donzelli - non può essere stato lo stesso Bonaccorsi. Basta andare a cercare le dichiarazioni dell’allora sindaco Matteo Renzi, rese perfino in conferenze stampa, per sapere che fu lui stesso a volere un solo dirigente in Ataf e a scegliere personalmente Bonaccorsi, che tra l’altro oggi lavora con lui a Palazzo Chigi come responsabile dell’edilizia scolastica. Il fatto che le responsabilità politiche sulla vicenda siano dirette del premier e del suo giro ristretto - prosegue il capogruppo di Fratelli d'Italia - è dimostrato dal fatto che la stessa ministra delle Riforme Maria Elena Boschi racconta di essersi fatta conoscere da Renzi proprio grazie ad una dettagliata relazione sulle scelte da operare per la privatizzazione dell’azienda del trasporto pubblico locale.

Vogliamo che si faccia luce appieno sull’ennesima indagine sull’abuso nell’utilizzo dei fondi pubblici del Renzi amministratore - conclude Donzelli - e sui metodi utilizzati dall’ex sindaco per arrivare al vertice della politica nazionale”.

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