Ucraina e Toscana, Natalia Vitrenko arriva in Consiglio Regionale

Martedì 4 marzo 2014 Ore 16.30 Auditorium della Regione Toscana Palazzo Panciatichi via Cavour 4, Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 marzo 2014 15:03
Ucraina e Toscana, Natalia Vitrenko arriva in Consiglio Regionale

Mentre soffiano venti di guerra civile a Kiev e in Crimea, arrivano a Firenze alcuni dei protagonisti della scena politica ucraina. Domani, martedì 4 marzo 2014 alle ore 16.30, l’Auditorium del Consiglio regionale della Toscana ospita il convegno “L’Ucraina tra Europa e Russia. 1914-2014: il rischio di una crisi strategica globale”. A prendere la parola, per offrire uno spaccato della realtà ucraina, sarà Natalia Vitrenko, Presidente del Partito Socialista Progressista ed ex candidata alle presidenziali, reduce da una conferenza stampa all’Europarlamento in cui ha accusato Ue e Usa di “aver sostenuto un golpe nazista in Ucraina”.

Fiera oppositrice del Governo Yanukovic, che ha criticato dai banchi dell’opposizione di sinistra, Vitrenko non parteggia neanche per i cosiddetti europeisti. Seguiranno gli interventi di Vladimir Marchenko (membro del Parlamento e leader della Federazione dei Lavoratori Ucraini) e Valeri Sergachov (leader del partito Kiev Rus ed ex membro del Consiglio Regionale di Odessa). Organizzato dal consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta), l’incontro si aprirà con la prolusione del consigliere regionale Monica Sgherri (Rifondazione Comunista). Info: www.democrazia-diretta.org Quanto sta avvenendo in Ucraina assume le dimensioni di un vasto conflitto imperialistico che richiede un'analisi per gli scenari che apre su tutta l'Europa.

Non rappresenta un fatto isolato, ma l’ennesima dimostrazione dell’emergere di questo conflitto in ogni parte del mondo, dalla Siria al Venezuela, soltanto per ricordare alcuni dei paesi più esposti. La crisi strutturale del capitalismo porta con sé una ridefinizione delle aree di influenza, un mutamento nel peso e degli assetti tra le nazioni imperialistiche. “La politica – dice Emiliano Fossi - è mossa in maniera sempre maggiore da interessi economici. Questo rappresenta l'uso distorto del potere.

L'Europa dell'est è da sempre teatro di questi eventi. Nel dopoguerra questi episodi sono stati assai frequenti e viene spontaneo domandarsi se noi possiamo permetterci di rimanere attoniti ad osservare e a non farci domande e poi possibilmente ad agire. Io sento questo scrupolo morale, questo istinto a muovermi e non rassegnarmi”. “Siamo nel terzo millennio – continua Fossi - e le velleità imperialiste non hanno fine. Tutto è rimasto come prima nonostante chi postulava la "fine della storia".

Un despota che attacca un paese libero perché quello rappresenta uno sbocco geopolitico fondamentale. L'occidente che reagisce diviso perché una parte di esso è troppo legato per esempio al gas che quel despota criminale usa come strumento di potere. Un' opinione pubblica che come al solito si diletta in discussioni da bottega intellettuale cercando di capire se l'opposizione del paese aggredito è abbastanza democratica o meno senza considerare che in gioco ci sono "soltanto" la democrazia e i diritti dell'uomo, oggi dell'Ucraina domani di un altro paese di questo mondo senza memoria”.

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