Da bambine a baby squillo, l'ingenuità al tempo del web

Ha destato particolare scalpore nell'opinione pubblica la facilità con la quale alcune adolescenti sono approdate al vizio adulto del sesso a pagamento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2013 10:08
Da bambine a baby squillo, l'ingenuità al tempo del web

Ha destato particolare scalpore nell'opinione pubblica la facilità con la quale alcune adolescenti sono approdate al vizio adulto del sesso a pagamento. Bambine che diventano subito Baby qualcosa. Perché Baby oltre ad essere breve e ad effetto, dalla Baby Gang al Baby Killer, rende subito l'idea del bambino cresciuto troppo in fretta. "Sembravano tanto persone per bene" sentiamo poi dire dei genitori, degli amici, e delle ragazzine stesse. Perché poi quel che si nasconde tra le pareti domestiche non lo capisci incontrando la gente in strada. Ancor meno lo puoi valutare dal web, una piazza dello shopping dove le vetrine si confondono con gli esseri umani. Controfigure, personalità intercambiabili? Potremmo trovarci a passeggiare con un cartello attaccato al collo "In allestimento" e non rendercene neppure conto.

Approfondimenti

Sono ragazzine si è detto, additando i genitori spesso colpevoli non solo di un mancato controllo ma addirittura di una 'istigazione' al proporsi al prossimo senza freni inibitori. Il fotografo fiorentino Filippo Tomasi con l'aiuto di una modella, ha cercato di raccontare questa graffiante realtà con alcuni scatti d'autore.

Una gallery in cui la "protagonista" del nostro set gioca a diventare grande, si atteggia a donna, confondendo la dimensione privata con quella pubblica. In perfetto stile Social l'esibizionismo si mescola al vouayerismo e produce effetti fuori controllo. Chi è il colpevole, chi la vittima? Può apparire assurdo, ma nel pensiero sociale il confine tra i ruoli è saltato. Il sesso non è più un orizzonte che provoca turbamento a volerlo scorgere da lontano, è diventato oramai un punto di partenza e non di arrivo, un trampolino dal quale tuffarsi ed iniziare a nuotare. Un potenziale da sfruttare, un bene da capitalizzare perché se la natura è stata particolarmente generosa non approfittarne al momento giusto sarebbe come lasciar cadere il famoso petalo senza coglierlo.

La spallina che scivola giù è un chiaro segnale: interpretazione barbara della fantasia, ma non ci sono giustificazioni, non più, adesso. La psicologa fiorentina, Stefania Marconi, ci aiuta nell'approfondire alcuni aspetti di questo fenomeno sociale: Cosa può spingere una giovane ragazza a mettersi in mostra attraverso i Social Network? Varie motivazioni possono portare una ragazza a mostrarsi provocante sui social, spesso il messaggio che passa attraverso i mezzi di comunicazione è che più ti metti in mostra, più diventi "famosa".

Ci insegnano che l'apparire é fondamentale per arrivare. Le ragazzine restano confuse davanti a modelli imposti fatti passare come esempi da seguire. Può non esserci vanità eccessiva, ma problematiche serie: può essere un'esternalizzazione di poca autostima, che si traduce nel fatto di non accettarsi, da qui il bisogno di ricercare continue conferme e approvazione da parte degli altri. Probabile anche la manifestazione di un malessere legato alla solitudine dove il Social diventa una scorciatoia per sentirsi considerate e per non sentirsi sole. L'ingenuità non è più permessa? É difficile dirlo...

esiste sempre ma i ragazzi smettono di essere ingenui molto prima di quanto accadeva solo pochi anni fa. Essere ingenui vuole anche dire essere sprovveduti perché senza esperienza e al giorno d'oggi i ragazzi ottengono più libertà e più accessi al "mondo degli adulti", questo li catapulta in una realtà a cui spesso non sono ancora pronti. Ciò li può portare anche a comportarsi da grandi senza esserlo, specialmente se vengono lasciati troppo soli, senza controlli da parte di chi dovrebbe tutelarli, in primis le famiglie ma anche la scuola. Il confine tra i ruoli di vittima e colpevole. Purtroppo può capitare di avere davanti delle ragazzine che sembrano molto più grandi della loro età: spregiudicate, determinate nel raggiungimento dei loro scopi, alla ricerca di sensazioni forti e bisognose di apparire.

Ecco il colpevole perfetto. Qualcuno ha fallito dalle istituzioni alla famiglia, ma é più comodo riversare tutta la colpa su di loro. Giustizia ed opinione pubblica a volte non ragionano con gli stessi criteri. Quali sono i rischi maggiori? Il rischio maggiore per queste ragazzine che vengono catapultate in un mondo adulto troppo in fretta é che possono ritrovarsi sopraffatte senza capire appieno se quello che stanno facendo sia una cosa giusta o sbagliata. Bruciare le tappe è l'obbiettivo, con l'effetto di arrivare impreparate davanti a situazioni incontrollabili. Un ambiente ricco di sollecitazioni quello in cui viviamo.

Internet, i videogiochi e la tv, troppo carichi di allusioni violente e sessuali, possono aver portato ad un'interpretazione errata della realtà, la creazione di falsi miti è l'effetto spesso inevitabile. Si può fare tutto, il come è un aspetto marginale. Modelli ce ne sono sempre stati, dai belli e dannati ai personaggi inventati per essere trasgressivi. Ma ad un certo punto è accaduto qualcosa di ben più grave, abbiamo smesso di parlare. Parlare poco ha facilitato la deriva sociale e favorito comportamenti sbagliati e potenzialmente pericolosi per gli adolescenti. Cosa possono fare i genitori per cercare di proteggere e salvaguardare i figli adolescenti? Per prima cosa devono conoscere la realtà in cui vivono tutti i giorni i loro ragazzi, interessarsi; come seconda cosa, é importante che i genitori siano coinvolti nell'educazione. I figli hanno bisogno di vedere nei genitori forza e coerenza, hanno bisogno di confrontarsi, con persone che sono lí non per giudicare, ma per accompagnarli nel difficile cammino che porta un bambino a diventare un adolescente e poi un adulto. Antonio Lenoci Foto di Filippo Tomasi

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