Più centraline sulla Tav? No dal PD

Bastano i monitoraggi del soggetto costruttore, RFI e Nodavia. Eppure preoccupazioni sono emerse anche dalla discussione in Consiglio provinciale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2010 23:18
Più centraline sulla Tav? No dal PD

Sono state finalmente portate in votazione oggi le due mozioni, presentate da tempo, inerenti i monitoraggi dei cantieri dei lavori cittadini per l’Alta Velocità. Le mozioni presentate da Ornella De Zordo (perUnaltracittà) e Tommaso Grassi (Gruppo Spini) chiedevano che si prendessero iniziative per controllare puntualmente l’impatto dei cantieri sulla salute dell’aria e dei cittadini. Nello specifico le due mozioni chiedevano l’installazione di centraline di monitoraggio della qualità dell’aria nei pressi dei cantieri di Campo di Marte, dell'area ex Macelli, e di Rifredi, e dell’inquinamento acustico nelle scuole Rodari e Rosai, vista anche la diffida della Direzione ambiente all’impresa responsabile dei lavori e degli sforamenti dei decibel previsti. Secondo la maggioranza, sono più che sufficienti le centraline che ci sono.

Diverso destino per le altre due mozioni, che sono invece state approvate. La prima è stata fatta propria dalla commissione Ambiente e poi approvata all'unanimità. Vi si chiedeva l’impegno dell’Amministrazione per un pronto rinnovo dell’Osservatorio Ambientale, per evitare pericolose “vacanze” - come avvenuto per quasi un anno nel 2007 sulla tratta Bologna-Firenze, pur in presenza di evidenti danni ambientali - e per non lasciare il compito di controllare interamente nelle mani di Italferr e RFI.

Nell'altra, ugualmente approvata, si sollecitava la realizzazione di uno sportello pubblico del Comune per l’informazione e l’assistenza ai cittadini, da utilizzarsi anche per presentare segnalazioni di danni ambientali, richiedere interventi di monitoraggi di emergenza dell’inquinamento acustico o atmosferico, accedere a documentazione e a informazioni anche particolareggiate sui lavori in corso e sui progetti approvati. Il Comune non ha ritenuto di dover provvedere a dare seguito alla segnalazione di maggio di ARPAT.

L'assessore Saccardi rispondendo in aula ha ribadito che non hanno ritenuto di dover procedere ad adottare alcun provvedimento perché nel verbale di maggio si rilevava che non erano in atto lavorazioni troppo rumorose. "I lavori per la costruzione del sottoattraversamento per l’Alta Velocità sono ormai prossimi all’inizio, e ancora non abbiamo notizia di piani specifici della Regione o di Arpat per il controllo dei cantieri -spiega Ornella De Zordo- Non solo, i tecnici attualmente preposti alle verifiche nei cantieri - a Castello, a Campo di Marte, agli ex Macelli – sarebbero appena tre.

Un numero palesemente insufficiente vista la dimensione e la complessità delle opere, e le tante problematiche legate al loro impatto. Abbiamo perciò presentato un Ordine del giorno per invitare Sindaco e Giunta ad attivarsi presso Arpat e Regione perché aumentino il numero dei tecnici incaricati dei controlli, se necessario assumendo altro personale, perché questi siano dotati dei mezzi necessari, e perché Arpat prepari al riguardo un piano dettagliato". La situazione dei cantieri dell'Alta Velocità, anche in rapporto alla situazione dell'Arpat, è stata affrontata in Consiglio provinciale dall'assessore provinciale all'Ambiente Renzo Crescioli rispondendo a una serie di domande d'attualità presentate rispettivamente dal Pd, da Rifondazione comunista e dalla Lega nord.

Si richiamavano problemi di eccessivo rumore nei cantieri, posti a ridosso di abitazioni, tanto a Campo di Marte quanto in via Circondaria; lo stato delle verifiche Arpat; il ruolo dell'Osservatorio ambientale, nel quale siede anche un rappresentante della Provincia di Firenze, che prescrive parametri precisi per la conduzione dei lavori; gli studi sulla sorveglianza e il monitoraggio ambientale e sanitario, raccogliendo una denuncia dell'associazione Idra. Per quello che riguarda la situazione di via Circondaria, sono stati segnalati disagi da parte degli abitanti di Via Zeffirini, a causa del rumore prodotto dal cantiere.

L'Arpat ha comunicato che l'attività del cantiere, nella parte dell'area ex Macelli, su cui si affacciano gli abitanti di Via Zeffirini, è stata autorizzata dal Comune di Firenze in deroga con un valore limite di pressione sonora in facciata ai ricettori di 70 decibel. La sola attività di impianto di frantumazione mobile è stata autorizzata in deroga con un valore limite di pressione sonora in facciata ai recettori di 61 decibel. Il comitato di Via Zeffirini ha segnalato diversi problemi di rumore nell'area ferroviaria adiacente alle case e questo è stato anche il primo caso di segnalazione relativa al cantiere Tav per la realizzazione della nuova stazione.

L'Arpat ha ricevuto dal Comune di Firenze, il 3 maggio, la richiesta di controllo urgente. Il sopralluogo del cantiere è stato effettuato il 5 maggio ed è emerso che la ditta esecutrice delle opere ha utilizzato il frantumatore di inerti in posizione diversa da quella autorizzata: più vicina alle abitazioni, non protetta dalla barriera acustica, che era stata appositamente realizzata. Al momento del sopralluogo l'attività era già conclusa, ma è molto probabile che quella collocazione irregolare della macchina possa aver portato al superamento di entrambi i limiti delle autorizzazioni in deroga e quindi ad una violazione delle norme.

Durante il sopralluogo svolto dai tecnici Arpat, il rumore emesso dalla restante attività di cantiere, tenuto conto del tipo di lavorazioni svolte e la distanza dai ricettori, era in regola con il limite previsto. Tuttavia è possibile ritenere che il rumore, pur entro i limiti, possa essere avvertito come disturbante per i cittadini, tenuto conto che il rumore residuo della zona, in assenza di lavorazioni, è di 53,7 decibel. L'autorizzazione consente di arrivare a 70. Tuttavia le lavorazioni che rientrano nell'ambito di quel limite, possono probabilmente costituire fattore di disturbo.

L'Arpat ha avanzato proposte operative per evitare che queste cose si ripetano. Intanto, nel primo semestre del 2009 sono stati effettuati da parte di Arpat 13 sopralluoghi per il controllo delle terre e rocce di scavo, per la gestione dei rifiuti sui cantieri e per l'adeguamento idraulico del Mugnone, a seguito del ricevimento di numerose lamentele. Sono stati effettuati due campionamenti di terre e dai controlli è emersa un'irregolarità nella gestione dei rifiuti da demolizione che ha portato ad una comunicazione all'Autorità Giudiziaria.

È stato inoltre eseguito un sopralluogo nell'ambito delle opere propedeutiche del secondo lotto per valutare le mitigazioni ambientali da adottarsi in tema di emissioni di polveri dai lavori di demolizione dei fabbricati esterni. Per lo scavalco e, in particolare, per la fine delle relative opere propedeutiche, sono stati eseguiti nel cantiere 6 sopralluoghi. Nell'ambito di questi controlli sono stati prelevati 31 campioni di suolo e 8 campioni di acque da piezometro per il monitoraggio periodico previsto dalla bonifica, nel cui iter è stato anche impegnato il personale del servizio sub-provinciale Firenze sud-est.

Il dipartimento di Firenze ha effettuato un sopralluogo e due istruttorie per la validazione dei piani di monitoraggio del proponente a supporto dell'osservatorio. In sintesi: controlli e monitoraggi sono fatti con regolarità da Arpat. Circa le risorse umane che Arpat utilizza per l'intervento sul nodo di Firenze, tre sono state impiegate a tempo pieno dal Dipartimento e Servizio per le grandi opere nel 2009; quatto, invece, nell'area che si occupa anche delle Valutazioni di impatto ambientale, di cui due per il nodo fiorentino.

Il personale complessivo di Arpat è formato da 523 persone di cui 484 a tempo indeterminato, 37 a tempo determinato e due come co.co.co. Per quanto riguarda "l'ostruzionismo informativo" lamentato da Idra, tra il 2000 e il 2001 l'Azienda sanitaria fiorentina, anche in collaborazione con Arpat, propose degli studi per il monitoraggio sanitario e ambientale in relazione alla realizzazione delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico. Tutto ciò è rimasto a livello di ipotesi, nonostante l'interessamento dell'allora Assessore provinciale all'ambiente, a seguito di valutazioni che furono fatte dagli enti locali interessati e del concomitante blocco dei cantieri AV disposto da parte della Magistratura, con i conseguenti ulteriori carichi di lavoro sui due soggetti proponenti, Arpat e Asf.

Non esiste dunque, a quanto ci risulta, alcuna procedura disattesa ne' alcun ostruzionismo informativo. Sono state effettuate le attività di monitoraggio e di controllo sulla salute e sugli impatti ambientali dei cantieri da parte rispettivamente della Asf e di Arpat, attività che negli anni 2001-2009 ha raggiunto una intensità eccezionale ed un elevatissimo impegno di risorse umane, anche a causa del processo penale che ha interessato i lavori dell' Alta Velocità. Per quanto riguarda la sorveglianza e il monitoraggio dei lavori di sottoattraversamento del nodo fiorentino, per i quali è iniziato l'allestimento dei cantieri, la loro competenza risiede in ARPAT e in ASF, oltre che nell' Osservatorio Ambientale, con il quale dovranno essere stabilite opportune forme di consultazione continua, al fine di prevenire possibili criticità. Nella replica la consigliera Sara Biagiotti (Pd) ha richiamato il ruolo dell'Osservatorio ambientale per i cantieri dell'Alta Velocità che ha stabilito una serie di prescrizioni significative e di cui Arpat verificare l'applicazione.

"Noi - ha spiegato Biagiotti - abbiamo la preoccupazione del rinnovo dell'Osservatorio, che è in scadenza a settembre e che deve essere rinnovato. Il nostro impegno è garantire che i lavori si svolgano nelle condizioni migliori possibili per recare il minor danno alla città e ai cittadini". Andrea Calò (Rifondazione comunista) lamenta "un lassismo che omette i principi e le competenze di base che le istituzioni hanno in materia di controllo, monitoraggio delle opere, sul versante sanitario e ambientale.

Altro che ipotesi. L'Asl gli studi li deve realizzare perché i cantieri siano condotti con norme che hanno a fondamento la salute e la qualità della vita". Il consigliere della Lega nord Marco Cordone ha osservato che "per l'importanza politica che i temi dell'Alta velocità hanno, ci vorrebbe un Consiglio provinciale specifico, che io auspico. Avrei voluto sapere, inoltre, che cosa ha fatto e sta facendo il nostro rappresentante nell'Osservatorio ambientale". Con una mozione i consiglieri provinciali del Pdl intendono impegnare la Giunta della Provincia di Firenze ad ad attivarsi affinché l’Osservatorio ambientale in scadenza nel mese di settembre "possa continuare ad espletare le proprie attività, al fine di garantire una migliore tutela ambientale per tutta la durata dei lavori in modo da rispondere compiutamente a tutti gli interrogativi aperti in merito a tali complesse e delicate problematiche".

L’Osservatorio, proprio in ragione della rilevanza dei compiti che gli sono attribuiti sotto il profilo della tutela degli interessi ambientali, "era stato espressamente istituito per tutta la durata dei lavori e sino al termine previsto per la fase di monitoraggio", spiega il capogruppo Baldini. Nella mozione, firmata da Piergiuseppe Massai, Samuele Baldini e Massimo Lensi, insieme ad Erica Franchi, Salvatore Barillari, Filippo Ciampolini, Guido Sensi e Leonardo Comucci, si rinadisce come "l’attività dell’Osservatorio debba essere garantita per tutta la durata dei lavori e sino al termine previsto per la fase di monitoraggio".

Proprio nell’attuale fase di realizzazione degli interventi di tutela, mitigazione e compensazione ambientale connessi alla realizzazione delle opere del Nodo Ferroviario di Firenze, deve "essere garantita la piena operatività dell’Osservatorio ambientale, in qualità di organo preposto a verificare il rispetto degli obblighi assunti dalle parti e, nello specifico, la rispondenza degli interventi da realizzare alle specifiche prescrizioni tecniche".

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