Giardino di Boboli: le guardie cambiano nome e stipendio

Le guardie giurate del giardino granducale di palazzo Pitti hanno perduto la pistola di ordinanza e sono diventate semplici portieri, con l'obiettivo di produrre alla Soprintendenza un risparmio di centinaia di euro al mese pro capite.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2009 21:12
Giardino di Boboli: le guardie cambiano nome e stipendio

Nelle afose giornate di agosto in pochi frequentatori si saranno accorti che le casacche della vigilanza del Giardino di Boboli sono cambiate. Gli uomini posti a controllo degli accessi dello storico parco della città di Firenze erano forniti dall'istituto pistoiese Il Globo, che offre in tutta la Toscana servizi di vigilanza notturna privata. Ma in agosto, alla scadenza del contratto di appalto, la soprintendente Acidini ha sostituito la fornitura precedente con un nuovo interlocutore, la società Metronotte.

Per non creare problemi le risorse umane sino a quel momento impegnate nel servizio sono state consigliate di dimettersi dall'azienda fondata nel 1968 da Graziano Niccolai, per passare appunto alla Metronotte e conservare il posto di lavoro. Una trasformazione fulmenea che ha preso di contropiede anche i sindacati, CGIL in testa, che non sono riusciti ad impedire che cambiasse anche il contratto nazionale di riferimento. Le guardie giurate del giardino granducale di palazzo Pitti hanno così perduto la pistola di ordinanza e sono diventate semplici portieri, con l'obiettivo di produrre alla Soprintendenza un risparmio di centinaia di euro al mese pro capite. Ma adesso il giardino all'italiana di Boboli, annesso al complesso di Palazzo Pitti e connesso anche al Forte di Belvedere, un vero e proprio museo all'aperto per l'importanza del suo impianto architettonico, siamo sicuri che sia protetto come prima?

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